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San Marino, spedizioni transfrontaliere: le Regioni diventano (forse) 4

da Redazione

All’Emilia-Romagna e Lombardia, si aggiungeranno le Marche, con la quale la Giunta regionale ha già firmato l’accordo il Titano, e forse anche il Veneto.

 

di Alessandro Carli

 

Una novità è in arrivo per quel che concerne le spedizioni transfrontaliere dei rifiuti prodotti nel territorio della Repubblica di San Marino: a breve difatti si allargherà il ventaglio delle regione che dialogano con il Titano.

All’Emilia-Romagna e Lombardia, si aggiungeranno le Marche, con la quale la Giunta regionale ha già firmato l’accordo con la Repubblica di San Marino, e forse anche il Veneto.

Lo spunto ci permette di ritornare sull’argomento dei rifiuti, frequentato sempre volentieri da San Marino Fixing. Diamo seguito all’articolo sui costi delle gestione dei rifiuti (pubblicato su San Marino Fixing numero 44) parlando con Gian Carlo Ceccoli, Esperto Tecnico e Responsabile dell’Unità Operativa di Gestione Ambientale (UOGA), che fa il punto sullo stato dell’arte dei rapporti con l’Italia.

“La situazione è sotto controllo – esordisce Ceccoli – e l’azione di monitoraggio continua, anche grazie al notevole lavoro effettuato in questi anni dalla Segreteria di Stato per il territorio e l’ambiente, e dal Dipartimento del territorio in materia di leggi ambientali; recente, infatti, la pubblicazione del Codice ambientale, Decreto Delegato numero 44 del 2012, che fra le varie materie tratta appunto della gestione rifiuti”.

Ad oggi, il Titano ha in essere un accordo tra Stato e Stato (San Marino e Italia, datato 2001), che ha alimentato e permesso di stringere le successive intese con le singole regioni.

“All’Emilia-Romagna e alla Lombardia, già consolidate, è in fieri un accordo più completo con le Marche e in via di definizione uno con il Veneto – prosegue Ceccoli -. Con la prima regione, per quel che riguarda le notifiche, attualmente lavoriamo con sei o sette province: oltre a Rimini, anche Forlì-Cesena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Reggio Emilia e Modena. In quattro anni abbiamo rilasciato 280 notifiche relative a procedure autorizzative per l’esportazione di rifiuti speciali e urbani verso impianti di smaltimento, che diventeranno 300 entro fine anno. Circa 240 sono già operative. Non abbiamo riscontrato grossi problemi con le province, anzi: la collaborazione tra noi, che rappresentiamo l’autorità competente di spedizione e i funzionario delle province (autorità competente di destinazione), è molto limpida e professionale”.

Oltre alle procedure di Notifica autorizzative, ogni anno l’UOGA – che dal 2011 lavora con un software gestionale che permette di monitorare ogni pratica – con procedura informativa, evade circa 5.000 pratiche che rispondono alle indicazioni contenute nell’allegato VII del Reg. CE 1013/2006, cioè l’esportazione di rifiuti speciali non pericolosi verso gli impianti di recupero.


Manuale

 

Gli accordi riguardano i rifiuti urbani e i rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi. Per fare chiarezza e fornire uno strumento utile per muoversi nel dedalo delle normative, la Segreteria di Stato per il Territorio ha pubblicato un manuale ad hoc, una sorta di vademecum che spiega dettagliatamente le procedure di spedizione transfrontaliere e che è già stato distribuito alle associazioni di categoria.

Rimandando gli approfondimenti al manuale, in estrema sintesi possiamo dire che esistono due modalità di procedure: una autorizzativa e una che tratta la maggior parte di rifiuti non pericolosi, e che segue una procedura semplificata, in base a quanto normato dall’articolo 18 del Reg. CE 1013/2006.    

“Sulle tonnellate/anno totali di rifiuti prodotti dalla Repubblica di San Marino – conclude – oltre i 2/3 vengono trasportate in Italia e vengono destinate al recupero. Per questi quantitativi si applicano nella maggioranza dei casi le procedure non autorizzative, cioè la compilazione di una modulistica”.

I quantitativi che invece devono seguire le procedure autorizzative sono quelli gestiti dall’Azienda Autonoma di Stato per i Servizi Pubblici, cioè i rifiuti urbani indifferenziati e altri rifiuti speciali pericolosi prodotti dalle aziende private, destinati ad impianti di smaltimento e recupero.

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