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Claudio Felici: tagli e tasse ci saranno. Ma parliamo di sviluppo

da Redazione

Claudio Felici

Fixing ha varcato la soglia di Palazzo Begni per incontrare il nuovo Segretario di Stato alle Finanze all’indomani della sua nomina.

Claudio Felici

 

 

di Loris Pironi

 

Fixing ha varcato la soglia di Palazzo Begni per incontrare il nuovo Segretario di Stato alle Finanze Claudio Felici all’indomani della sua nomina. Gli scatoloni erano appena stati svuotati, l’ufficio ancora impersonale, di chi è appena arrivato. Lo raccontiamo perché questa nostra “pressione” vuole rappresentare tutta l’urgenza di questa fase. Con una Finanziaria da riempire di contenuti in pochissimi giorni e una valanga di problemi da risolvere. La Segreteria alle Finanze è quella più sotto pressione, con il bilancio dello Stato in sofferenza.

 

La Finanziaria incombe e con essa nuove tasse “straordinarie”. Lo sa, Segretario Felici, che i provvedimenti che dovrete prendere non saranno particolarmente popolari?


“Guardi, io sono convinto che se la classe politica riesce a far capire che sta facendo qualcosa di utile e di importante per il Paese, allora è facile che le persone comprendano e si adeguino ad una situazione, che è oggettivamente difficile”.

 

Il testo presentato in prima lettura è un testo, per così dire, di passaggio. Ora che vi siete insediati lo dovete riempire di contenuti.


“Sì, in Consiglio è passato un documento che nei fatti è un semplice supporto tecnico. Eravamo a cavallo della campagna elettorale, intendiamo integrare e superare il documento presentato all’Aula qualche giorno fa, con una serie di proposte politiche sulle quali stiamo già ragionando”.

 

Fixing la scorsa settimana ha ipotizzato che i saldi potrebbero cambiare rispetto al documento in prima lettura. Conferma questa possibilità?


“Io credo che i 43 milioni di sbilancio possono essere ridotti. Confido che si possa fare, stiamo lavorando per questo”.

 

Rispetto al bilancio di previsione, in funzione di contenere il deficit e con il giustificato proposito di lasciare al nuovo esecutivo spazio di manovra nelle scelte, è stato scelto di sforbiciare i 15 milioni di euro di finanziamenti previsti per mettere in pratica almeno alcuni punti del famoso Allegato Z (unico elemento, pur controverso, introdotto dallo scorso Governo in un’ottica di investimento). Cosa avete intenzione di fare in proposito: questi 15 milioni torneranno in gioco o dobbiamo rimettere nel cassetto lo sbandierato Allegato Z?


“Dobbiamo verificare, collegialmente, quali scelte operare, ma è ancora un po’ troppo presto per poter dare risposte precise. Già nei prossimi giorni avremo un quadro più completo, anche perché il tempo stringe (al momento di andare in stampa, giorni dopo, ancora non c’erano novità, ndr). Lo stesso dicasi per la patrimoniale: dobbiamo vederle se applicarla subito o se sarà possibile spalmarla anche sull’esercizio successivo (è l’ipotesi che sta prendendo corpo, ndr)”.


Staremo alla finestra in attesa degli sviluppi, e riferiremo già sul prossimo numero di Fixing ai lettori. Però ci sono degli elementi che non possono essere messi in discussione. C’è un deficit di quasi 44 milioni di euro, per il momento. Visti i tempi strettissimi questa cifra può essere ridotta in due modi: o con ulteriori tagli alla spesa o con nuove tasse.

 

“Credo che dovremo usare entrambe queste leve. Ci troviamo in una condizione di grande pesantezza, occorre una diffusa consapevolezza che serve un impegno concreto da parte di tutti per rimettere la situazione in piano. Per quello che riguarda i tagli in particolare stiamo già lavorando attentamente in un’ottica di verifica dei centri di spesa sui quali si può lavorare all’insegna di un principio di risparmio e di equità. Comunque dobbiamo guardare in faccia alla realtà. Una economia che è capace solo di ridurre le spese è un’economia in palese regressione. Occorre trovare elementi che siano propedeutici ad un rilancio”.

 

Auguri. Di fatto però negli ultimi esercizi finanziari si è già verificata una riduzione delle uscite nell’ordine di decine di milioni di euro. È la conferma peraltro che in diversi periodi che oggi ci paiono lontanissimi si spendeva con allegria, ma anche del fatto che con un po’ di attenzione si può fare qualcosa già oggi. Poi però servono interventi strutturali per una riduzione non estemporanea della spesa pubblica con tempi che non siano quelli pressanti di questa Finanziaria.

 

“La nostra maggioranza ha preso atto della richiesta dell’Associazione degli Industriali per l’istituzione di un tavolo strategico a cui siano presenti anche le forze economiche del Paese. Ci sono diversi elementi, almeno cinque o sei, la sostanza del Progetto San Marino di ANIS che sono stati recepiti nel programma di coalizione e che vanno in questa direzione. È ovvio che la Finanziaria viene prima (deve essere approvata prima di Natale, ndr): in questo strumento possiamo inserire elementi che possono dare un effetto molto sollecito nella riduzione del deficit ma che non hanno, non possono avere, elementi di strutturalità. Vedo l’inizio di un percorso che porti allo sviluppo del tavolo delle politiche strutturali in tempi comunque molto vicini, già entro la primavera prossima, non credo si vada più lunghi. Comunque oltre ai due elementi che ha indicato prima, il risparmio e la leva fiscale, c’è un terzo fattore, che è rappresentato dalle politiche di sviluppo”.


Non eravamo così ottimisti da inserire anche un simile aspetto nei ragionamenti che si possono fare già in questa fase, ma ascoltiamo volentieri.

 

“I tagli e le nuove entrate, tutto deve essere parte di un pacchetto. Io penso che ci debba essere un legame molto stretto tra quanto chiediamo ai cittadini e come intendiamo impiegare quelle risorse. Il rapporto causa-effetto deve estremamente chiaro: vogliamo finalizzare gli introiti per la realizzazione di elementi di supporto alla crescita. È necessario chiarire lo scopo delle richieste per dimostrare che non si è qui solo per far quadrare i conti, ma per ottenere risorse utilizzabili per portare a casa risultati oggettivi”.


Il principio è affascinante: vogliamo provare a farci coinvolgere da questo ottimismo e cerchiamo di non pensare che questa situazione di emergenza finirà per assorbire tutti gli interventi (come è stato finora). Un’ultima domanda e sulla questione della spesa pubblica, legata ai costi ingenti della pubblica amministrazione. Come contate di intervenire: con tagli al personale, agli stipendi, alle indennità?

 

“La pubblica amministrazione incide notevolmente sul bilancio dello Stato, se non altro per una mera questione numerica. Sul modo di funzionare della pubblica amministrazione ritengo ci possano essere già grandi elementi di risparmio. Io penso che non sarà necessario intervenire sul personale ma che con politiche di efficienza si possa raggiungere in tempi rapidi un risparmio. Parliamo di spending review: intendiamo adottare questa misura quanto prima. Ci avvarremo anche di professionisti esterni, non sarà una revisione operata solamente con personale interno alla PA”.


I sammarinesi sono in attesa di sapere quali tasse extra dovranno pagare, quest’anno.

 

“Ne discuteremo in questi giorni. Io personalmente ho qualche idea per un recupero di entrate, ma ogni discorso oggi è ancora prematuro”.

 

(Proviamo a insistere, ma non riusciamo a strappare neanche un minimo indizio). E per il rilancio dell’economia? Come si può pensare di veder messe in campo iniziative concrete se ogni centesimo oggi non può non essere utilizzato per ripianare il debito?

 

“A volte basta uno sblocco di elementi burocratici che non permettono di produrre economia. Togliere questi freni significa mettere in campo iniziative a costo zero che possono aiutare le imprese a ripartire”.

 

Dopo la Finanziaria vi aspettano la riforma tributaria, purtroppo rimasta a metà nella passata Legislatura.

 

“La situazione politica convulsa che poi ha portato alla crisi di governo ha impedito la realizzazione di questa importante riforma. Confido che si riparta rapidamente con la discussione di questo provvedimento. Certo, ci sono parti sociali che hanno portato avanti ragionamenti e critiche sul testo, il confronto ricomincerà da qui. Diciamo che c’è un corpus significativo da cui ripartire, le forze politiche sono chiamate a dare un contributo. I tempi di realizzazione? Già all’inizio dell’anno nuovo ricominceremo a lavorare sul testo. Mi pare che tutti vogliano che sia fatta velocemente, non saremo certo noi a frenarla”.

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