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San Marino, un Monte steineriano

da Redazione

Pedagogia, acquerello, educazione del bambino: intervista a Roberto Casadei, vicepresidente de “La Casa d’Oro”.

 

di Alessandro Carli

 

Dall’agricoltura biologica e biodinamica alla pedagogia, dalla medicina all’arte, all’architettura, alla filosofia, all’euritmia: infiniti sono i campi su cui Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia (dal greco anthropos, uomo, e sophia, saggezza) ha speso i propri studi.

Steiner non ha mai voluto essere un guru o un maestro da seguire fideisticamente: ha sempre cercato di rendere accessibile ad ognuno la sua propria esperienza, con la fiducia che in ogni essere umano ci sono enormi capacità e potenzialità da sviluppare e portare ad espressione.

Un pensiero che ha trovato terreno fertile nell’associazione sammarinese “La Casa d’Oro”, nata nel settembre del 2008 dall’impulso della pedagogia di Steiner e Waldorf, e che si concentra – attraverso un profondo programma culturale – sulla crescita del bambino.

E’ quindi una pedagogia che coinvolge il genitore, l’insegnante e ogni essere adulto che voglia riflettere sul futuro del mondo, mettendo al centro il ruolo fondamentale dell’educazione e della cultura dell’educazione. Come conferma la stessa associazione: “La pedagogia steineriana considera il bambino nella sua totalità di essere umano e tende a portare a manifestazione le sue potenzialità, i suoi talenti. I genitori, dalla nascita del figlio, possono trovare nel patrimonio conoscitivo offerto dalla pedagogia, indicazioni concrete in merito alla salute, all’alimentazione, al ritmo, all’approccio educativo e a tutto ciò che riguarda la vita del piccolo e il modo migliore per aiutarlo a crescere. Il bimbo viene presto affidato anche, specie nella nostra epoca, ad altre figure fondamentali per la sua crescita: gli insegnanti. Per una sana educazione grande importanza hanno le conoscenze su come parallelamente ad importanti mutamenti fisici, si evolvono gradualmente le facoltà dell’animo umano: volere, sentire, pensare”. Per un sano sviluppo del bambino è necessario creare un equilibrio dinamico. In altre parole “un respiro” fra due correnti: da un lato devono essere educate le capacità di accogliere e comprendere il mondo esterno attraverso un affinamento dei sensi e successivamente la conquista di un rigoroso pensiero riflessivo. Dall’altro lato è necessario curare nel bambino tutto ciò che lo rende attivo: l’attività motoria, la fantasia, l’espressività, la creatività, l’iniziativa.

Assieme al vicepresidente de “la Casa d’Oro”, Roberto Casadei, entriamo nelle pagine dell’associazione.


In un periodo storico contraddistinto dall’assenza – spesso – di valori, quali sono gliinsegnamenti di Steiner?

 

“L’aspetto di studio ha un valore antropologico: vede l’individui nel suo divenire. Apre quindi una riflesso e una riflessione sul suo futuro. L’approccio si lega a un modo di insegnare, e va in contrasto con alcuni insegnamenti legati alla new age, che spiega che il bambino è libero. Il bimbo non è autonomo, e principalmente ha bisogno di un educatore. La struttura pedagogica italiana del dopoguerra oggi si è un po’ sgretolata: le domande che si poneva, non corrispondono più all’oggi. Tra i cardini della pedagogia steineriana, individuo l’importanza della conoscenza di un maestro e del genitore, in un clima di collaborazione. Oggi la famiglia è cambiata, e il bambino spesso non è più posto al centro. E’ cambiato il nucleo familiare, ma soprattutto il rapporto tra le persone. Credo sia necessario creare un rapporto di fiducia con gli insegnanti”.


Il programma 2012/2013 dell’associazione presenta molti momenti legati alla pittura. Perché?

 

“La pittura è un’attività artistica che possiede una base pedagogica, e giova quindi all’essere umano. La pittura supporta un piano di studi, e lo arricchisce. Nelle mie attività, mi accorgo che spesso i bambini sanno che l’unione tra il giallo e il blu porta al verde, ma quando lo vedono materialmente, si stupiscono. La pittura può dare un’educazione alla qualità visiva del bello. Con il tempo poi il bambino può accedere al figurativo”.


La pittura può essere considerata una grammatica universale non linguistica?

 

“L’utilizzo di un colore rispetto a un altro ha anche un valore di appartenenza: l’attività artistica di spiega come si muove il bambino. E’ un linguaggio non verbale, ma è anche uno strumento per aiutarci a capire l’individuo. L’arte è un modo dolce per superare gli ostacoli”.


Ai corsi, affiancate anche i corsi di aggiornamento per gli insegnanti. Qual è oggi il loro difficile ruolo?

 

“Oggi si ritrovano tra due fuochi: quello che dovrebbero fare e quello che gli viene chiesto di fare. Compito dell’educatore, insegnante e genitore, è quello di riconoscere le potenzialità del bambino, rimuovere gli ostacoli sulla via del suo sviluppo e aiutarlo a superare quelli che non si sono potuti rimuovere, affinché tali potenzialità si possano attuare al meglio. E’ compito dell’adulto educatore, genitore e insegnante, accompagnare il bambino a sviluppare armonicamente l’attività delle mani, del cuore e della mente. Proprio su questo equilibrio poggerà la sua capacità futura di divenire un uomo libero, pensante, fiducioso in se stesso e capace di contribuire allo sviluppo della comunità umana”.

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