Il Progetto San Marino analizza le criticità su cui intervenire: attesa alla prova dei fatti la richiesta alla politica di un tavolo tecnico istituzionale.
di Loris Pironi
Progetto San Marino ed entrata in vigore del contratto industria sono i due punti salienti che hanno caratterizzato l’Assemblea Generale Straordinaria convocata da ANIS questo martedì, 11 dicembre, l’ultimo incontro di questo 2012 così difficile per il mondo imprenditoriale e per l’intera Repubblica di San Marino. Un incontro con gli associati che ha toccato anche il delicato argomento della Finanziaria (Patrimoniale e non solo), con l’intervista al Presidente degli Industriali, Emanuel Colombini.
In poche ore si è fatta in pratica la sintesi di un anno di lavoro, preoccupazioni, proposte e risultati conseguiti, risultati che – ci riferiamo in particolare al contratto collettivo del settore – potranno imprimere una notevole spinta alle imprese impegnate in una difficoltosa ripartenza.
Progetto San Marino
Il Presidente Emanuel Colombini all’Assemblea degli imprenditori industriali ha riepilogato il Progetto San Marino. Durante la campagna elettorale e ora nuovamente che c’è finalmente un Governo in carica, ANIS ha ribadito la necessità di dare vita quanto prima ad un “tavolo di lavoro istituzionale pubblico/privato, attraverso uno specifico provvedimento legislativo del Consiglio Grande e Generale che, nei primi sei mesi della Legislatura, definisca un progetto strategico pluriennale per San Marino”. L’impegno in questa direzione è stato ribadito ancora, in questi giorni.
La proposta rappresenta il culmine del “Progetto San Marino” dell’Associazione e nasce dal lavoro di riflessione denominato “Gap Analysis” che ha preso in esame le criticità del Paese su cui intervenire. In un’iniziativa di grande condivisione con le altre realtà economiche, categorie e ordini, è stato poi sottoscritto un “Accordo per la Repubblica di San Marino” che ha evidenziato la volontà di dare un contributo spassionato per la rinascita del Paese da parte della cosiddetta società civile, ha ampliato l’analisi (l’elenco delle priorità è stato portato da 5 a 7, tanto per intendersi) e ha ribadito la richiesta del tavolo istituzionale.
Le cinque “priorità assolute” individuate da ANIS erano le seguenti: iniziative per la legalità; doppia ratifica accordo con l’Italia e uscita dalla black list; messa in sicurezza del Bilancio dello Stato; riforma del mercato del lavoro; Parco Scientifico e Tecnologico. A queste, nell’ambito della collaborazione con Associazioni e Ordini culminato nella sottoscrizione dell’Accordo per la Repubblica di San Marino sono state aggiunte altre due priorità: un progetto per il rilancio del settore turistico-commerciale e il contrasto all’abusivismo, unito a una maggiore trasparenza negli appalti pubblici.
Contratto industria
Nella seconda parte dell’assemblea si è fatto il punto sul contratto industria e sulla recente approvazione da parte dei lavoratori dell’accordo Anis-Csu tramite referendum sindacale.
Il risultato della consultazione della Centrale Sindacale Unitaria, l’ampia vittoria del ‘sì’, con il 73,6% dei consensi, è un altro segnale, dopo quello mandato con la firma stessa del contratto. Se le due parti sociali al termine di una lunga ed estenuante trattativa hanno prodotto un documento che vuole essere (e può essere) strumento per la competitività delle imprese e per la salvaguardia delle retribuzioni, i lavoratori hanno risposto chiaramente che la strada imboccata è quella giusta. Quel che si poteva fare è stato fatto, ora la palla passa alla politica. Che ha gravi responsabilità per ciò che in questi anni non ha fatto (risolvere il grave problema della rappresentatività e mettere in campo una seria riforma del mercato del lavoro, ad esempio) ed ora si trova a dover dare tante risposte tutte quante assieme.
Il tema della rappresentatività è stato centrale, nell’incontro tra i vertici ANIS, il Presidente Emanuel Colombini in primis, e gli associati presenti. È stato fatto anche un raffronto tra i punti salienti dell’accordo ANIS-CSU e quello appena siglato tra OSLA e USL.
Il succo del ragionamento è stato espresso in una nota rilanciata, dopo l’Assemblea, da tutti i media: “La legislazione in materia di lavoro è una questione estremamente seria e delicata e non si presta all’improvvisazione. Se San Marino vuole essere davvero un Paese moderno, non può più esimersi dal porre mano ad una normativa vecchia, superata dai fatti, che mette a rischio le scelte di chi rappresenta l’assoluta maggioranza dei lavoratori. L’incertezza giuridica nell’ambito dell’applicazione dei contratti collettivi non è materia che interessa soltanto alle associazioni di categoria o ai sindacati, ma tutti gli imprenditori e i lavoratori. In un contesto già estremamente difficile, questa distorsione non può più essere accettata”.
ANIS e CSU, avevano integrato il contratto sottoscritto lo scorso 27 luglio con due allegati. Uno riguarda proprio il nuovo concetto di rappresentatività. Può un’associazione che rappresenta una minima parte di un settore (come nel caso di OSLA per l’Industria) pensare di veder estesa alla stragrande maggioranza delle imprese e dei lavoratori il proprio contratto, tutto o in parte? La risposta ve la diamo noi: in un paese che si vanta delle proprie antichissime tradizioni democratiche sicuramente no. Soprattutto se la colpa di tutta questa confusione è della politica che non è riuscita a intervenire su una questione di capitale importanza per l’intero Sistema Paese.
Nuovi sindaci revisori
Dopo una serie di ulteriori comunicazioni, l’Assemblea ha provveduto alla nomina del collegio dei Sindaci Revisori dell’Associazione, con la scelta di Marco Cevoli, John Mazza e Stefano Bizzocchi.