Home NotizieSan Marino San Marino, Giornata dell’Economia: innovazione e coraggio per sfidare la crisi

San Marino, Giornata dell’Economia: innovazione e coraggio per sfidare la crisi

da Redazione

Anche nel 2012 una flessione del Prodotto Interno Lordo della Repubblica. I numeri della crisi: oltre 1.200 imprese cessate in tre anni.

 

“Siamo ormai giunti alla fine del 2012, questo è il quinto anno in cui quasi sicuramente riscontreremo una flessione del Prodotto Interno Lordo della Repubblica di San Marino”. Non delinea un quadro particolarmente roseo l’intervento di apertura di Pier Giovanni Terenzi, Presidente della Camera di Commercio di San Marino, alla Giornata dell’Economia.

Esaminando il Rapporto sull’Impresa Sammarinese nel 2011, elaborato dalla Camera di Commercio sulla base dei dati di bilancio comunicati dalle imprese, è possibile rilevare gli effetti della recessione sulla struttura produttiva della nostra economia. “E’ in atto un fenomeno di chiusura di imprese che non sembra arrestarsi e le imprese ancora attive stanno subendo un deterioramento delle condizioni economico finanziarie” ha evidenziato Terenzi. Basti pensare che maggio 2009 le imprese presenti in territorio erano 6508. A settembre 2012 sono 5297 (dati Ufficio di Statistica). Si sono ridotte di ben 1211 unità, una diminuzione pari quasi al 20%, il resto delle imprese ha subito un crollo della produzione del 15% e accusato una riduzione della redditività industriale dal 3 al 7%.

“Per certi aspetti si potrebbe pensare ad un fenomeno di selezione “naturale” tra imprese ma quelle attive non sembrano trovare vantaggi dagli spazi lasciati liberi da quelle cessate – ha continuato Terenzi -. Unendo gli effetti dovuti alla cessazione delle imprese a quelli della caduta del fatturato delle imprese attive, la dimensione dell’apparato produttivo della Repubblica si è ridotta, in termini di ricavi, di circa il 40%, mentre gli utili d’esercizio complessivi dell’insieme delle imprese non finanziarie hanno subito un decremento circa del 70% dal 2007 al 2011″. Nello stesso periodo, i costi totali del lavoro sono leggermente aumentati, segnalando come, per ora, il ridimensionamento dell’apparato produttivo sia avvenuto contenendo il più possibile gli effetti sull’occupazione.

Ha concluso Terenzi:”Nel complesso i dati presentati in questo Rapporto segnalano un peggioramento della situazione di crisi che da più anni grava sull’economia sammarinese, con effetti sempre più evidenti sulla capacità di crescere e di generare reddito delle imprese della Repubblica. Il prolungarsi di questa situazione sta portando un numero crescente di imprese a chiudere la propria attività, quantomeno quella localizzata nel territorio sammarinese. Urge uno scatto civile e politico che, con innovazione e coraggio, sappia delineare un nuovo sentiero di sviluppo”.

“Nel 2011 la nostra economia ha continuato ad accusare gli effetti della crisi economica e della black list – ha rimarcato il Segretario di Stato per l’Industria, Marco Arzilli – ma rispetto a qualche anno fa qualcosa è cambiato. A livello internazionale San Marino ha acquisito punti relativamente a credibilità e affidabilità e viene spesso citata ad esempio per la velocità con cui è intervenuta in materia di trasparenza. Ora più che mai dobbiamo continuare sul percorso intrapreso e puntare su innovazione e internazionalizzazione, fattori fondamentali per il futuro del Paese, contando su maggior appoggio e convinzione da parte dell’intera società sammarinese. Dobbiamo con coraggio e fiducia andare avanti in questo difficile periodo di transizione, e il Rapporto sull’Impresa Sammarinese serve proprio a maturare riflessioni importanti.”

Ha proseguito il Segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici: “Sicuramente avere a disposizione una pubblicazione come il Rapporto sull’Impresa è importante per capire l’andamento dell’economia, che versa in uno stato di sofferenza generale. Ora però occorre andare oltre i dati, occorre non soffermarsi sulle difficoltà ma è tempo di reagire, decidere dove vogliamo andare e cosa vogliamo essere. L’uscita dalla black list è un fatto determinante ma non è la soluzione. San Marino deve decidere se accontentarsi di vivere sui settori tradizionalmente affermati o se vuole raccogliere la sfida delle relazioni con l’esterno. Per cogliere questa sfida la precondizione è adeguarsi agli standard internazionali, ciò significa anche smettere di ragionare in piccolo, darci degli obiettivi di crescita, definire la rotta in maniera chiara, senza paura di navigare in mare aperto.”

E proprio la volontà di un confronto con l’esterno ha portato la Camera di Commercio a invitare al convegno anche il Presidente della Camera di Commercio di Pesaro e Urbino, Alberto Drudi. Nel suo intervento, il Presidente ha illustrato l’esperienza dell’ente camerale marchigiano, la vocazione all’internazionalizzazione, l’impegno attraverso i desk sui mercati esteri e la forte volontà di fare sistema, anche con la Repubblica di San Marino.

Più tecnica la relazione di Luigi Bidoia, Economista industriale di Studiabo srl (che ha collaborato alla stesura del Rapporto) che, dati alla mano, si è soffermato sull’analisi delle imprese cessate e sul confronto con l’Italia. Bidoia ha identificato infine nuovi sentieri di sviluppo, che coincidono con l’internazionalizzazione delle imprese manifatturiere e con l’incentivazione di nuove forme di impresa, funzionali ai processi di innovazione.

Il convegno è terminato con l’intervento di Nicola Michi, responsabile del progetto Bilanci e dell’area Statistiche della Camera di Commercio di San Marino, illustrando i risultati delle due analisi congiunturali realizzate nel 2012. I questionari sottoposti a un campione di 500 imprese, parlano di un nuovo calo del clima di fiducia delle imprese sammarinesi, che riguarda tutti i comparti economici. In entrambe le rilevazioni del 2012, la quasi totalità dei settori si attesta sotto la soglia del 100. Il manifatturiero, che fino a maggio del 2011 era stato il settore trainante e più fiducioso, non supera il valore di 95,8, al di sotto del settore dei servizi (97,9). Black list, difficoltà nei rapporti con l’Italia, mancanza di agevolazioni e difficoltà nei rapporti con altri Paesi tra le principali cause di insoddisfazione degli imprenditori intervistati.

“Confrontarsi su questi dati con cittadini, imprese e Istituzioni ci permette di avere una visione a 360 gradi – ha commentato Massimo Ghiotti, Direttore della Camera di Commercio di San Marino- . E gli interventi che si sono susseguiti alla Giornata dell’Economia hanno confermato il percorso intrapreso dal nostro ente camerale che, proprio grazie alle indicazioni giunte negli ultimi anni dagli imprenditori e delle Segreterie di Stato, ha dato vita a progetti di internazionalizzazione e formazione che hanno proprio lo scopo di ampliare il mercato di riferimento al di là dei confini italiani”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento