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Bilancio 2013, la CSU chiede al nuovo Governo un atto di coraggio per evitare il tracollo economico

da Redazione

Creare un fondo straordinario per costruire un nuovo modello di sviluppo, con uno stanziamento di risorse per rilanciare l’economia reale e creare nuovi posti di lavoro; misure per tutelare le fasce più deboli, ad iniziare da un fondo di solidarietà per i meno abbienti; impostare politiche di equità fiscale e sociale, compresa la cancellazione della tassa etnica a carico dei frontalieri, che unitamente a un serio piano di risparmio arrivino al risanamento del preoccupante disavanzo del bilancio dello Stato. Sono tra le principali richieste avanzate dalla CSU nel suo specifico documento sul bilancio previsionale 2013, oggetto dell’incontro di questa mattina con la Segreteria Finanze. Questa legge di bilancio non può essere un semplice e ordinario rendiconto delle entrate e uscite, hanno detto i responsabili della CSU, ma un provvedimento programmatico responsabile e coraggioso che promuova lo sviluppo dell’economia e dell’occupazione e crei, fin dal prossimo anno, i presupposti per uscire dalla grave crisi che rischia di affondare il paese.

Nell’incontro di oggi, la Segreteria Finanze, nel riconoscere la necessità di passare ad un nuovo sistema economico, finanziato con risorse interne ed esterne, ha espresso la volontà di mettere in pedi il tavolo della concertazione per le politiche di sviluppo. Su ciò la CSU è d’accordo, a condizione che sia assicurata pari dignità tra tutti le parti, che si raggiungano soluzioni condivise da tutti, evitando azioni unilaterali da parte del Governo. È quindi emersa la necessità di fare chiarezza sul debito reale, affinché si possano praticare le dovute scelte avendo il reale quadro della situazione ei conti pubblici. La Segreteria Finanze ha poi assicurato l’apertura, fin dai primi mesi del prossimo anno, del confronto sulla riforma fiscale, in cui andrà affrontato il tema sia delle imposte dirette che di quelle indirette.

Nello specifico, queste le principali richieste della CSU.

DEBITO PUBBLICO – è preoccupante che si vada consolidando un indebitamento in continua crescita, come dimostra la cifra del mutuo a pareggio (art.17) ben superiore a quello dello scorso esercizio. Si evince che il debito pubblico è destinato a salire, fino a raggiungere circa 288 milioni nel 2015, cifra molto vicina all’intero bilancio dello Stato. Per impostare serie politiche di risparmio, è necessario scorporare la spesa corrente nelle sue varie voci, anche al fine di fare chiarezza sulla reale incidenza delle spese per il personale, rispetto al resto della stessa spesa.

MISURE FISCALI – Questa legge di bilancio sconta in modo evidente la mancata approvazione della riforma tributaria, negoziata dalle OO.SS. dopo lo sciopero generale del giugno scorso. La CSU ribadisce al nuovo Governo la necessità di ripartire da questa base di partenza per approvare rapidamente una riforma tributaria in cui tutti contribuiscano equamente al risanamento dei conti pubblici, ed alla destinazione di nuove risorse necessarie a far ripartire lo sviluppo e a rafforzare lo stato sociale.

L’imposta del 3% sui servizi, inserita nello scorso esercizio e che ricade pressoché unicamente sui cittadini utenti, è di fatto una contraddizione in termini, essendo per sua natura una sorta di IVA, in un regime dove l’IVA non c’è. Risulta che l’introito per le casse dello Stato sia molto minore del previsto, non creando un benefici per i conti pubblici. Se ne richiede, pertanto, la sospensione, in attesa del necessario passaggio al regime IVA.

Circa l’imposta straordinaria sugli immobili, si riscontra come questa rischi di colpire notevolmente i redditi, già sofferenti, dei lavoratori e dei pensionati. Si propone di innalzare la detrazione portandola ad una cifra che esenti la prima casa, ad esclusione di quelle di lusso, estendendo il provvedimento anche agli immobili non accatastati. La CSU ribadisce che è necessario introdurre una vera e propria imposta patrimoniale, che agisca includendo altre tipologie di beni e rendite finanziarie.

La CSU conferma la sua forte contrarietà alla proroga dell’addizionale IGR del 15% (art. 24), in quanto colpisce ulteriormente in particolar modo i redditi dei lavoratori dipendenti. È intollerabile perseguire anche per il 2013 con la tassazione diversificata dei redditi dei lavoratori, sulla base della loro residenza: la CSU chiede ancora una volta e con forza, la cancellazione della “tassa etnica”, che ben poco lustro da al nostro Paese, abolendo l’art. 56 della Legge di Bilancio 2011.

POLITICHE PER IL LAVORO – CONTRATTO INDUSTRIA – è necessario prevedere che parte delle risorse pubbliche incamerate siano destinate a progetti occupazionali per donne, uomini oltre i 50 anni e giovani fino a 35 anni. La CSU è contraria alla proroga delle disposizioni in materia di Pubblico Impiego (art. 25), in quanto tale provvedimento, doveva essere limitato nel tempo. Eventuali modifiche debbano trovare soluzioni esclusivamente nel proprio alveo naturale, che è il tavolo contrattuale del settore pubblico. Si chiede di inserire nella legge di bilancio un apposito articolo che impegni il Governo a dare attuazione ai punti previsti dall’ODG, approvato dal CGeG all’unanimità, relativo alla sottoscrizione del contratto di lavoro del settore industriale tra CSU ed ANIS.

STATO SOCIALE – Di fronte alla crisi persistente, gli stanziamenti stabiliti per gli strumenti di protezione sociale (art. 26) devono essere adeguatamente aumentati, e non riproposti come nell’esercizio finanziario 2012. È altresì necessario istituire un fondo di solidarietà, che possa rispondere a casi di forte indigenza familiare, e creare un fondo di garanzia dello Stato, finalizzato all’accensione di mutui o prestiti, per chi versa in condizioni di grave difficoltà economica.

La CSU non condivide l’ulteriore prelievo del 5% dal saldo della Cassa di Compensazione per le prestazioni socio-assistenziali, in quanto questo nasce con specifico riferimento al Fondo Assegni Familiari. è necessario salvaguardare la Cassa di Compensazione, da cui si attinge anche per finanziare gli incentivi alle imprese che assumono dalla mobilità o accedono alla riqualificazione professionale. Tali incentivi dovrebbero essere posti a carico del Bilancio dello Stato, essendo di interesse pubblico, e non solo dei lavoratori. Vanno previste soluzioni per chi perde il lavoro in prossimità dell’età pensionabile, anche con provvedimenti temporanei, inserendo nella legge il concetto di prepensionamento. Tra le altre richieste: la definitiva sospensione della quota capitaria per i residenti in Repubblica non sammarinesi; l’aumento dell’assegno di accompagnamento per gli anziani non autosufficienti.

FISCAL DRAG – Va sottoscritto, anche per l’anno 2013, l’accordo sul drenaggio fiscale.

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