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San Marino, industria: contratti allo specchio

da Redazione

I pareri positivi dei lavoratori sono abbondantemente sopra il 70%, con una partecipazione al voto anche in questo caso ben al di sopra del 50% degli aventi diritto.

 

di Loris Pironi

 

La vittoria dei ‘sì’ al referendum tra i lavoratori indetto dalla FLI-CSU per l’approvazione del contratto ANIS-CSU non era data così per scontata. Invece, quando i risultati sono “quasi” ufficiali, i pareri positivi dei lavoratori sono abbondantemente sopra il 70%, con una partecipazione al voto anche in questo caso ben al di sopra del 50% degli aventi diritto (risultato parziale: quasi 4.000 lavoratori sui potenziali 5.200). Per dire, la percentuale di voti favorevoli è stata addirittura superiore a quella dei ‘sì’ ottenuti dai Delegati della Federazione Industria (il 61%), che è quasi un paradosso. Tutto bene? In effetti la recente firma del contratto industria tra OSLA e USL è giunta ad intorbidire le acque. Fino a che i due contratti corrono paralleli, nessun problema. Ma nel caso in cui un solo lavoratore decidesse di far vertenza alla propria azienda per chiedere l’applicazione dell’altro contratto, spunterebbero le spine: la decisione del magistrato del lavoro per pescare gli aspetti migliorativi (per il lavoratore) di ciascun contratto sui singoli aspetti trasformerebbe entrambi gli accordi in un blob informe. Senza parlare della questione rappresentatività, perché ci sarebbe la possibilità di veder passare la decisione presa da sigle assolutamente minoritarie, facendola diventare valida per tutti, anche per la maggioranza che ha idee all’antitesi. E buonanotte democrazia.


Contratti a specchio

 

Abbiamo provato a mettere a confronto i due contratti, quello ANIS-CSU e quello OSLA-USL. Nascono da principi ispiratori diversi (e con obiettivi diversi, sussurrano i maligni…), dunque una comparazione generale è impossibile. Ma sui singoli temi un confronto si può fare. Proviamoci.


Durata. Entrambi sono retrodatati 1 gennaio 2009 e arrivano al 31 dicembre 2014.


Retribuzioni. Gli aumenti alla fine del periodo si equivalgono (in percentuale 9.165% complessivo quello ANIS, 9.215% quello OSLA), ma il discorso è un po’ più complesso. Il contratto ANIS ha erogato aumenti che, considerando base 100 nel 2008, portano ad un coefficiente 8.168,98, per quello OSLA il costo nel periodo è, base 100 2008, di 8.256,87. Per OSLA non conteggiamo in questo momento l’eventuale 5° scatto anzianità (vedremo poi) che vale da solo il 2.5%. ANIS dà aumenti maggiori negli anni dal 2012 al 2014 (3%, 2% e 1,5%), OSLA in base alla firma del tavolo tripartito (che, ricordiamo, non è un vero contratto ma un semplice accordo politico) ha previsto gli aumenti maggiori negli anni passati. Piccolo dettaglio: chi non li ha erogati, e tra le aziende non associate ANIS si suppone siano stati in parecchi, ora si trova a dover elargire arretrati piuttosto corposi.


Orari. Le filosofie sono agli antipodi. ANIS conferma l’orario di 37,5 ore settimanali ma consente alle aziende, senza necessità di contrattazione ad hoc e con un meccanismo piuttosto semplice, di passare alle 39 ore. Per chi accende la seconda opzione le eventuali ore in più sono ovviamente retribuite (valgono il 4%). ANIS prevede anche la possibilità concordare orari inferiori attraverso il part-time e/o i contratti di solidarietà. OSLA va in direzione contraria. All’orario “normale” di 37,5 ore ne affianca uno di 36,5 ore, orario da concordare con il sindacato e i lavoratori. In questo caso l’azienda si risparmia di pagare gli aumenti ai lavoratori (ma il punto necessiterà di ulteriori spiegazioni), che non accedono neanche al premio variabile.


Flessibilità. Per ANIS ancora una volta è sufficiente semplice comunicazione da parte dell’azienda. Si passa da 20 appena del vecchio contratto a 140 ore all’anno di flessibilità. Le ore eventualmente non recuperate vengono retribuite con la maggiorazione dl 30%. OSLA invece prevede una flessibilità concordata con il lavoratore e i suoi rappresentanti, ma senza un tetto specifico. L’orario flessibile viene retribuito con una maggiorazione del 10%.


Quinto scatto. ANIS non lo prevede, OSLA sì. Non è legato al merito – che è il principio dichiarato dall’associazione di via Bonaparte e dall’USL ma all’anzianità in azienda.

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