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Asset banca, l’economia della bellezza e della ricchezza

da Redazione

Il tema economico è sempre centrale, tanto che Ezra Pound sosteneva che chi non si intende di economia non capisce affatto la storia.

 

Il tema economico è sempre centrale, tanto che Ezra Pound sosteneva che chi non si intende di economia non capisce affatto la storia. Quello economico è però tema che si può declinare anche sotto il profilo letterario. Viene allora subito in mente “La roba” di Giovanni Verga, vero capolavoro letterario ma anche buon manuale per chi volesse apprendere i fondamentali del risparmio e del lavoro. “Tutta quella roba se l’era fatta lui, colle sue mani e colla sua testa, col non dormire la notte, col prendere la febbre dal batticuore o dalla malaria, coll’affaticarsi dall’alba a sera, e andare in giro, sotto il sole e sotto la pioggia, col logorare i suoi stivali e le sue mule — egli solo non si logorava, pensando alla sua roba, ch’era tutto quello ch’ei avesse al mondo; perché non aveva né figli, né nipoti, né parenti; non aveva altro che la sua roba”. C’è tuttavia un aspetto inquietante legato al desiderio di accumulare la roba che non tiene conto della bellezza della ricchezza. Aspetto al contrario ben analizzato dall’esteta per eccellenza, Oscar Wilde, che volendo parlare di bellezza scelse un protagonista riminese. Infatti – anche se in pochi lo sanno – la favola del geniale irlandese intitolata “Il Giovane Re” ha tra i suoi personaggi proprio un artista proveniente dalla vicina Rimini. Il giovane re era un grande esteta e cultore della bellezza e di conseguenza per il giorno dell’incoronazione aveva scelto le cose più preziose. Tuttavia, mentre all’indomani dell’evento stava dormendo su guanciali cosparsi di rose, venne visitato da visioni funeste che lo misero a parte di come le rare ricchezze che avrebbero adornato i suoi vestiti e la sua corona fossero costati la vita e la libertà di molti uomini. Pretese allora di presentarsi il giorno dell’incoronazione vestito di stracci ma Dio glielo impedì facendo entrare dalle vetrate dipinte la luce del sole, che, riversandosi su di lui a fiotti, lo ravvolse in una veste splendida adornata di gigli più bianchi delle perle e rose più rosse dei rubini. “Non è Colui che ha creato la miseria più saggio di te? Gli disse Dio – Perciò io non ti lodo per quello che hai fatto, ma ti ordino di tornare al palazzo e di rallegrare il tuo viso, di indossare l’abbigliamento che si addice a un re”. Così il giovane Re passò in mezzo al popolo vestito di abiti preziosi ma nessuno osò guardare il suo viso, perché era come il viso di un angelo.

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