Home categoriePolitica San Marino, in Consiglio il dibattito (sterile) sul programma di governo

San Marino, in Consiglio il dibattito (sterile) sul programma di governo

da Redazione

La sessione pomeridiana del Consiglio grande e generale è ripartita dal dibattito sul programma di governo, dopo i primi 15 interventi della mattinata.

SAN MARINO – La sessione pomeridiana del Consiglio grande e generale è ripartita dal dibattito sul programma di governo, dopo i primi 15 interventi della mattinata. Di seguito un riassunto dei lavori.

Fabio Berardi, lista Pdcs-Ns: “Ho ascoltato gli interventi dell’opposizione che tendono ancora a scivolare in polemiche poco costruttive e a ribaltare nei fatti una vittoria della coalizione, insinuando spaccature e difficoltà di gestazione della squadra di governo. Le elezioni sono state vinte dalla coalizione San Marino Bene comune, da Marco Gatti che ha vinto contro tutto e tutti. Con gli alleati abbiamo ritenuto che la scelta di stare insieme fosse prioritaria rispetto al resto. Le divisioni si riescono a mediare perché oggi la vera svolta è stare uniti per affrontare le priorità in un momento straordinario del Paese.

Sono favorevole che nascano sedi di confronto, devono essere però tavoli snelli, capaci di fare analisi concrete e di prendere decisioni. Ma l’esempio lo dobbiamo dare prima di tutto qui dentro. Tendo una mano all’opposizione perché il buon giorno si vede dal mattino, perché dalle prossime sedute sulla legge di bilancio si vedrà se il Parlamento è capace di mettere al primo posto gli interessi del Paese e superare le divisioni. Il nemico è fuori dalla porte, non qui dentro, non nel Paese. E’ finito il tempo delle contrapposizioni.

Ho sentito della difficoltà di gestazione del numero delle segreterie di Stato. Di governi ne ho visti tanti, tutte le volte si è reso necessario il tempo tuttora rispettato, perché si devono trovare giuste collocazioni e va rispettata la dignità delle forze politiche. Questo é l’esercizio della democrazia.

Mi fa piacere ascoltare le preoccupazioni sul turismo. Lavoriamo insieme e mettiamo questo settore al centro dei nostri programmi e parliamo con gli operatori. Per la prima volta San Marino si trova a dover affrontare il problema dell’occupazione. Sono dell’idea, a differenza di altri programmi di opposizione, che per risolvere questo aspetto non sia sufficiente dare sostegno a chi è disoccupato, dobbiamo lavorare per creare nuova occupazione. Abbiamo un elenco stilato delle priorità da attuare nei primi 12 mesi di attività di governo, sono pronte. E siamo pronti a confrontarci su questi temi”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Siamo novizi ma non pare che gli esempi che vangano dall’Aula siano i migliori. Tutti parlano di trasparenza e cambio di rotta, ma la strada deve partire dalle piccole cose. Siamo poco interessati ai numeri, ma siamo comunque orgogliosi che il nostro successo alle elezioni sia riconosciuto. Un ottavo dei voti ottenuti in sei mesi e senza soldi sono un traguardo importante e un segnale che dovrebbe fare meditare.

Bene comune non minimizzi i segnali che vengono dalla società civile. Ci chiediamo se questa squadra di governo può favorire il cambio di rotta. Come dicevo, tutti parlano di trasparenza e noi siamo d’accordo, ma al termine occorre dare continuità, deve diventare la prassi. E il Consiglio grande e generale deve essere il luogo privilegiato per il confronto. Dunque l’opposizione deve essere messa nelle condizioni di potere controllare l’operato di maggioranza e governo, ma a oggi è difficile accedere ai verbali delle sedute dell’esecutivo e ai documenti sensibili.

Dire che dai banchi di quest’Aula deve venire il segnale di cambiamento, a partire dalle piccole cose come la presenza e l’attenzione, non è né populismo né demagogia. Le persone e la loro biografia sono importanti e mi auguro che il governo voglia veramente dare il via alla svolta. Noi siamo pronti a sostenere quelle proposte che condividiamo e a fare opposizione dura se si continua sulla strada del passato. Diversi punti del programma erano già stati proposti, mediante istanza d’Arengo, e bocciati nella passata legislatura. Per cui saremo inflessibili sul modo di agire dell’esecutivo che deve dare risposte alla cittadinanza”.

Federico Pedini Amati, Ps: “Tutti noi abbiamo l’obbligo di dare risposte. La prima, necessaria, è da parte di chi ha responsabilità. Quindi, del governo. Noi siamo l’altra parte, l’opposizione. Il nostro compito è quello di vigilare e di fare delle proposte. Bisogna confrontarci su tutte le proposte avanzate da chi fa parte di questo consesso politico. Felici dice che la condivisione non sarà più un’opzione, ma una necessità. La condivisione deve essere così. Sono certo che i cambiamenti saranno costruttivi. Condivido anche quanto detto dal consigliere Ciavatta. La logica deve cambiare. Non c’è un un partito che ha la bacchetta magica e la verità in tasca. E’ un Paese che ci vede tutti insieme a dover affrontare una sfida importantissima. Come emergenza metterei il lavoro. Per garantire un diritto, va da sé, il primo da garantire è l’essere giudicati alla pari di qualunque altro da parte di un tribunale in condizione di fare il proprio lavoro. Le cose da fare sicuramente sono tantissime. Il programma di Bene Comune comprende moltissime cose. Chi ha parlato prima di me ha ricordato che per la creazione di questo esecutivo c’è voluto un mese: si poteva fare più velocemente. Confronto necessario, ma non significa decisioni comuni ma un vero e proprio confronto. Questo potrebbe esser un nuovo modo di fare politica”.

Marco Podeschi, Upr: “La discusione sul programma di governo è l’atto definitivo che conclude il percorso delle elezioni politiche dell’11 novembre scorso. Governo e Consiglio grande e generale saranno chiamati in questa legislatura a dare risposte ai cittadini. Auspico che la rappresentanza in Aula abbia la capacità di comprendere la complessità del momento e la necessità di riprendere il dialogo logorato con i cittadini. San Marino Bene comune ha vinto le elezioni per una manciata di voti, presenta oggi il programma e il suo governo. Auspico buon lavoro ai segretari di Stato e che tengano in considerazione l’interesse generale. Mi auguro poi che il nuovo esecutivo sappia dialogare con le forze di opposizione, uscendo dall’autoreferenzialità del governo uscente. A riguardo, ho ascoltato interventi in Aula in questo senso. Le settimane seguite al voto non sono state edificanti per la maggioranza che non ha mostrato coesione. L’Upr ha espresso perplessità sulla distribuzione di deleghe importanti, Aass e Turismo sono state messienel congelatore per la stagione invernale. Un atto del genere è accettabile in tempi normali, in questo momento però può rappresentare una spina nel fianco. Non do giudizi sulle persone che ricopreranno incarichi di governo, alcuni sono conosciuti, nel bene e nel male, altri sono alla prima esperienza, a tutti va dato il tempo di dimostrare nei fatti le proprie capacità. L’Upr svolgerà con coerenza il proprio ruolo di opposizione, controllando senza sconti l’operato del governo”.

Andrea Belluzzi, Psd: “Esprimo apprezzamento per alcuni interventi positivi. La cittadinanza ha scelto di responsabilizzare la coalizione Bene comune per governare di fronte a una opposizione diversificata. E anche quest’ultima deve assumere un ruolo diverso. Avrei voluto sentire dai colleghi di minoranza le loro posizioni su alcune tematiche, sulle politiche internazionali e sull’Ue per esempio. Invito chi andrà al governo a un atteggiamento di grande condivisione e di capacità di interpretare le risposte che vanno date: occorre agire in maniera coordinata. Dopo la finanziaria ogni segretario di Stato dovrà contribuire ai risparmi sulla spesa pubblica, per esempio, senza pesare sul welfare, e interpretare la crescita del Paese. Occorre poi aprire la Repubblica all’esterno”.

Paolo Crescentini, Ps: “Non c’è stato da parte dell’opposizione alcun accenno al programma di governo perché è stato spiegato poco dai futuri segretari di Stato. Il Ps respinge la divisione fatta da qualcuno in buoni e cattivi, nella scorsa legislatura c’è chi ha fatto la corsa solo per avere un posto al governo. Noi non condividiamo l’elemosina del voto. Occorre ragionare seriamente di progetti e riforme. Apprezzo l’apertura al dialogo con l’opposizione perché serve un ampio coinvolgimento in un momento come questo. Intanto però un suo cavallo di battaglia come l’Europa, il Psd l’ha messo nel cassetto per ragioni politiche. La Giustizia ha un ruolo delicato e vitale, necessitava di maggiore attenzione, invece è stato accorpata agli Interni. Stesso discorso per il Turismo che ha un’importanza strategica dato che non dipende dall’Italia. Auspico infine condivisione sui temi importanti, ma non siamo partiti bene come il voto sulla Palestina dimostra. Per dare dignità al Consiglio dobbiamo ragionare insieme sui problemi del Paese. Il Ps avrà un ruolo di opposizione seria e vigile, ma anche propositiva”.

Andrea Zafferani, C10: “All’indomani del voto, se ci fosse stata più coesione politica e idee chiare sul da farsi tra la maggioranza, si sarebbe speso tempo sugli emendamenti della Finanziaria piuttosto che per fare la squadra di governo. Mi auguro che Felici faccia il miracolo, ma non posso non segnalare questo dato. Per marcare discontinutà dal vecchio governo, Bene comune ha pensato la rotazione delle segreterie di Stato. Solo uno mantiene infatti il suo posto, ma in questo roteare spasmodico non si è guardato alla competenza specifica e se l’uomo fosse adatto al suo ruolo. L’unica eccezione é la scelta di Matteo Fiorini al Territorio. Attendiamo fiduciosi gli atti di tutti i nuovi segretari di Stati, anche se gli abbinamenti non sono stati fatti ricercando i profili migliori, ma secondo una logica spartitoria. Accanto a questo, è nata l’idea di ridurre il numero di segreterie di Stato, ma nessuno crede che si sia fatta per realizzare una riduzione dei costi della politica. La verità é che la riduzione é servita per trovare una difficile mediazione.

All’interno della maggioranza poi, su diversi temi, su Europa, Riforma Pa e politica di bilancio, c’è o c’è stata poca concordia, vedremo. Quindi rotazione casuale, accorpamento, mancanza di donne sono i temi di preoccupazione rispetto alla gestazione dell’esecutivo. Sono poi arrivati segnali di distensione dalla maggioranza e dai futuri segretari di governo. Mi auguro che il nuovo governo sappia esprimere una politica aperta e dialogante senza il muro contro muro della vecchia maggioranza. Dalle elezioni emerge che la gente vuole altro, serve spiegare cosa si fa e perché. Serve una politica capace di prendere decisioni, senza appaltarle ai tavoli dove mettersi d’accordo per non farsi male. Comunque vada, il nostro contributo di idee e progetti sarà senpre alto”.

Rossano Fabbri, Ps: “L’esito del difficile dibattito interno alla maggioranza, quindi la riduzione delle segreterie di Stato, da qualcuno é stato spiegato come frutto di una supposta spending review. E’ un modo di prenderci in giro che non apprezziamo. Di turismo e per turismo si inizierà a parlare solo con il nuovo segretario in pectore, anche numerose deleghe del segretario al Territorio lasciano presagire che non avrà vita facile. Però la cosa che più lascia perplessi è stato l’accorpamento della segreteria di Stato per la Giustizia agli Interni. Sono 4 anni che parliamo di giustizia e di necessità di intervento e rafforzamento della magistratura penale, di lotta alla criminalità con l’Italia che ci guarda. Nulla di tutto questo potrà attuarsi senza potenziamento della magistratura. Dobbiamo sostituire i capisaldi della vecchia economia, aprire orizzonti e internazionalizzare il Paese. Siamo convinti che i cittadini sapranno fare sacrifici, a patto che la politica sappia spierare il perchè saranno richiesti”.

Francesco Morganti, Psd: “La maggioranza dei sammarinesi ha scelto la coalizione bene comune per questa fondamentale legislatura. Fin qui la politica si è accontentata di gestire l’esistente, ora serve un cambio di passo. La Repubblica cambia e dobbiamo dare risposte immediate ai cittadini che chiedono una politica buona, forte, autorevole e utile. Al Psd sono state assegnate tre importanti segreterie di Stato, per lo sviluppo economico, per il lavoro e la cultura, tre settori chiave.

Noi del Psd non rinunciamo al ruolo di forza riformista e su alcune questioni serve un ampio coinvolgimento, come l’Italia e la black list”.

Massimo Cenci, Ns: “Gli ultimi atti della scorsa legislatura sono stati la relazione dell’Antimafia e la ratifica dell’accordo con l’Italia. Poi i lavori sono stati interrotti in un momento fondamentale, c’erano dei progetti importanti dal punto di vista economico. Abbiamo perso mesi vitali, letali per qualche azienda. Ora dobbiamo recuperare. C’è una volontà comune di gestire la cosa pubblica in maniera più aperta. Siamo sulla strada giusta, ma la sfida è enorme. Il governo deve fare il massimo per valorizzare le nostre potenzialità ”.

Maria Luisa Berti, Ns: “Anche questa legislatura vedrà proseguire l’emergenza, che non è un segno del passato. L’approccio politico non dovrà essere sempre il gioco allo sfascio, è un errore da non rifare assolutamente. Gli elettori hanno dato indicazioni precise di discontinuità, ha premiato il rinnovamento e anche punito chi ha distrutto il percorso della precedente legislatura. In questa maggioranza ci sono delle grosse contrapposizioni, ma penso che la diversità di idee e valori possa diventare una grossa occasione di crescita, se nel confronto emerge la capacità di trovare una sintesi. La diversità non è quindi un fattore da denigrare. E’ giusto che l’opposizione faccia il suo ruolo, ma nelle situazioni di emergenza è bene ci sia sempre ratio e affinità nell’agire. Ci saranno riforme radicali da fare, in primis quella tributaria, che è importante venga impostata su principi di equità. Quindi la riforma del mercato del lavoro e dovranno esserci interventi nel settore della Giustizia, lungi da pensare che questa delega non sia protagonista nell’operato del governo. Ma è necessario anche rafforzare l’azione politica tesa ad adeguamento agli standard internazionali della trasparenza e della legalità”.

Franco Santi, Civico 10: “In queste ore abbiamo ascoltato, da parte dei membri designati a diventare segretari, e da parte di esponenti maggioranza e opposizione, tanti buoni propositivi rispetto alla grande discontinuità che si vuole dare nella nuova legislatura. Noi non possiamo non condividere i buoni propositi e incentivare una nuova visione che deve guardare avanti. Da parte di Civico 10, affinché sia data discontinuità nell’azione in quest’Aula, sarà notevole l’impegno per infondere una grande mole di riforme e di nuova cultura. La mia esortazione sta in questo, dobbiamo tutti insieme lavorare per dare operatività al Paese affinché diventi un Paese normale. In Consiglio dobbiamo portare avanti riforme strutturali, trovare strumenti che ci consentano di discriminare tra chi ha bisogno e chi no. Il lavoro da fare è molto e deve essere portato avanti con uno spirito di responsabilità che deve appartenere tutti, per portare a casa i risultati sperati”.

Valeria Ciavatta, Ap: “Sinceramente, specie per i nuovi arrivi, soprattutto dai movimenti, mi sarei aspettata un dibattito molto più vivace, anche più contrastato. Un po’ mi dispiace, ma sono convinta che con la Finanziaria avremo modo di confrontarci su un terreno di maggiore concretezza. E’ bene che ognuno si assuma i carichi del suo ruolo. Sono convinta che sia imprescindibile condividere come Consiglio grande e generale il riordino delle forze di polizia, riprendere il discorso della commissione antimafia. Rispondo a Michelotti: non è il Governo che deve dare un ruolo alla Commissione, è un discorso a livello consiliare. L’impegno è di avere il massimo coinvolgimento di tutte le parti. Nell’ambito della giustizia e della lotta alla criminalità organizzata serve un approccio di natura istituzionale. Sul lato politico è stata trovata già grande coesione nella passata legislatura, spero che la nuova si collochi su quella scia. Il Consiglio non è un salotto, non dobbiamo fare moine. Qui non si fa pulizia, non si fa rinnovamento: qui si amministra lo Stato. In questa veste di capogruppo di Ap credo sia per me doveroso chiedere al Consiglio che succedano alcune cose. Mi vorrei concentrare sul metodo. C’è chi dice che bisogna puntare all’assoluta discontinuità e c’è chi la pensa al contrario. Certo che ci sono diverse posizioni dentro la nostra coalizione, come ho sentito dire oggi. Certo, ci sono differenze e comunanze. Non vedo proprio come potrebbe essere altrimenti. E’ una grossa ovvietà, non serve a niente ribadirla, sono solo chiacchiere. Ringrazio Matteo Fiorini per il suo intervento. Il rinnovamento non è a scapito della competenza. Chiedo al nuovo Governo e al Consiglio di continuare sul terreno delle riforme, continuare con quelle che non sono state fatte. Chiedo a nome del mio gruppo di essere morigerato nelle spese, di dimostrare rigore e distacco. La Finanziaria sarà il primo banco di prova”.

Tony Margiotta, Su: “Era ora che arrivasse questo giorno e che la coalizione Bene Comune prendesse una decisione sulla formazione di governo, per rimboccarsi le maniche e uscire dalla situazione di emergenza. Sono qui a fare delle critiche perché uno come me, in questi anni, ha visto la politica come un mondo molto lontano, mentre dovrebbe rappresentare i cittadini. Tra le parole spese in campagna elettorale c’erano quelle di cambiamento e rinnovamento. Pensavo quindi che i partiti storici del Paese si accordassero immediatamente, il 12 novembre, su quale fosse la squadra di governo. Il ritardo è sembrato un messaggio di non cambiamento e, nel frangente, ho imparato nuove parole, quelle di teatrino e spartizione di poltrone. E’ stato un messaggio negativo nei confronti del Paese. Spero di sbagliarmi. Ma il Paese non può più aspettare, dobbiamo lavorare per uscire da questa situazione di emergenza”.

 

Gian Carlo Capicchioni, Psd: “In un momento di estrema emergenza, di disoccupazione a due cifre, di economia ridotta al lumicino e di un settore bancario ridotto all’osso, di un bilancio dello Stato in sofferenza, il Psd ha compiuto una scelta responsabile di forza di governo nell’interesse del Bene comune. Il Psd ha fatto di queste responsabilità l’energia cui attinge quotidianamente. Mi ha colpito la battuta di un cittadino, mi ha detto ‘State andando a governare la miseria’, ma non sono d’accordo. Non credo che San Marino sia ridotto in miseria, piuttosto che la situazione sia di eccezionale straordinarietà. Inutile cercare colpe guardando indietro, è chiaro che se gli amministratori del passato avessero amministrato con la diligenza del buon padre di famiglia oggi affrontare la crisi internazionale avrebbe fatto meno paura. Adesso la priorità è portare San Marino fuori da una crisi che non merita e questo è il compito del nuovo governo e della maggioranza. Il programma premiato dagli elettori contiene progetti per questo scopo, compito del Consiglio è vigilare che ciò avvenga e fare in modo che il governo faccia il suo dovere. Non serve a nessuno fare insinuazioni e sottolineare divergenze, cercare di mettere zizzania. Non è questo che vuole la gente. E’ necessario il confronto e la collaborazione. Colgo, in questo senso, con favore la disponibilità espressa da Santi e da altri prima di lui”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Ho sentito parlare di responsabilità e ho sentito acredine nell’opposizione. Non vorrei dovere fare l’opposizione all’opposizione. Sia la minoranza che la maggioranza hanno la stessa possibilità di contribuire allo sviluppo del Paese. Siamo in recessione, i dati sono allarmanti e non c’è una prospettiva a breve di balzo in avanti. Basta difendere i privilegi, San Marino può uscire da impasse, dal torbido: la gente ci ha delegato per farlo e certo i candidati non avevano una pistola puntata alla tempia. Basta allora al falso mito dei vincenti e dei perdenti, siamo tutti perdenti altrimenti non saremmo in questa situazione. E’ facile attaccare i segretari di Stato, ci sono delle incompatibilità, ma è giusto dare la possibilità di provare a cambiare il Paese, tutti assieme. Non c’è più tempo, dobbiamo farlo adesso”.

Non si può basare l’economia sul nulla dobbiamo dare possibilità alle imprese serie. Lo scontro sociale a San Marino non ci sarà, ma tutti devono avere gli stessi diritti. Bisogna riformare ma dall’accorpamento della Giustizia non viene un segnale positivo. Noi faremo il nostro ruolo, Rete sarà uno stimolo per il miglioramento socioeconomico del buon senso”.

Mario Lazzaro Venturini, Ap: “Il dibattito finora è stato pacato, con pochi eccessi. Ma oltre la pacatezza c’è stato poco, con lunghi interventi concentrati sul passato. Un’altra costante è quella che l’opposizione dice che la maggioranza non è credibile. Occorre anche bandire l’ipocrisia sulla spartizione del problema, è lecito ragionare su come vanno divise segreterie di Stato. Tutto è stato fatto nei tempi. Un eccesso su questo passaggio ha riguardato l’onore e il disonore: io starei attento a certe parole, disonorare il Paese è un’altra cosa. Il Paese lo è stato in passato, con l’assedio della Guardia di Finanza, con la vicenda Scaramella, il connubio politica-affari, le leggi fatte come specchietto per le allodole. Io non ho disonorato il Paese, né quelli con me, con la divisione dei dicasteri. Certe parole vanno bandite. Sorprendente anche affermare che non si è parlato del programma di governo, è stato dibattuto durante la campagna elettorale.

Vorrei parlare di ciò che mi aspetto dal governo nei prossimi mesi. Mi aspetto che segua attentamente l’uscita dalla black list, senza la quale non ci sarà ripresa economica. Poi che agisca immediatamente sul taglio agli sprechi e alle spese che non sono strategiche. Per esempio i lavori pubblici vanno attentamente selezionati. Qualche indicazione me la aspetto già nella legge di bilancio. Vanno rivisto alcune convenzioni che costano troppo, per esempio l’affidamento a Banca centrale del servizio di tesoreria. L’Iss paga 500 mila euro all’anno e se lo gestisse una banca rientrerebbero dei fondi. Occorre dare piena attuazione alla riforma della Pa, a partire dall’avvio dei concorsi pubblici e dalla definzione del fabbisogno. Rapidamente servono la legge tributaria e la revisione dei criteri di assegnazione degli alloggi e degli immobili dello Stato.

Non servono commistioni tra maggioranza e opposizione. Serve invece un rinnovamento nei metodi e nelle persone e Ap ha dato un segnale. E anche nel governo ci sono facce nuove”.

Alessandro Rossi, Su: “La nuova maggioranza nasce sotto il principio di mettere insieme le due forze politiche più rappresentative, assieme ad Ap, per costituire un ampio fronte per affrontare le difficili riforme che vanno messe in campo. Il risultato elettorale è stato però un pianto per Bene comune. E non ha premiato Ap. Il quadro è completamente mutato dunque, e ora dobbiamo affrontare un periodo complesso con una situazione politica ingarbugliata. E’ necessario allora ripristinare tra noi alcuni riferimenti, quali sono i fenomeni della crisi e i percorsi per uscirne.

Il Paese è profondamente diseguale e la crisi è stata dettata fortemente dal modello per creare diseguaglianze. Se non siamo d’accordo su questo è difficile trovare elementi di condivisione.

Un altro fatto gravissimo è l’accorpamento della Giustizia agli Interni, un brutto segnale anche per l’esterno, che dimostra una non chiara percezione degli elementi necessari per raddrizzare il nostro sistema. Molti cittadini sono schiavi dei loro privilegi, con i quali si è zittito e si è persa la capacità critica di analisi.

Occorre sanare da subito il punto della Giustizia. Ma qual è stata la motivazione politica vera della scelta? Facciamo gli auguri ai segretari di Stato, ma senza un approfondimento delle relazioni di potere, simboliche che hanno determinato la crisi, sarà difficile trovare condivisione. La politica fa fatica a essere vicino alla cittadinanza e a premiare le risorse migliori. Dobbiamo ricreare il principio cardine della legge elettorale, quello dell’alternanza”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento