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San Marino, in Consiglio G,G. polemiche sulla Palestina. La Reggenza “bacchetta” Rete

da Redazione

Ieri in Consiglio Grande e Generale subito fiammata sulla Palestina e sull’astensione del Titano all’ONU. Errore regolamentare di Rete, rimarcato dalla Reggenza. Poi il dibattito sulla nomina dei Segretari e sul programma di governo, con 44 consiglieri iscritti.

SAN MARINO – La seduta del Consiglio grande e generale ieri mattina si è aperta con un dibattito in comma Comunicazioni sulla decisione per il voto di astensione da parte della Repubblica di San Marino sulla partecipazione della Palestina ai lavori dell’Onu come Stato osservatore non appartenente. In merito il consigliere di Rete, Gian Matteo Zeppa, ha letto in Aula un’interpellanza. I Capitani reggenti gli hanno poi ricordato il regolamento che prevede che le interpellanze siano depositate all’Ufficio di segreteria. Giuseppe Morganti del Psd ha invece presentato uno odg affinché il Consiglio grande e generale si esprima sulla possibilità di aprire relazioni diplomatiche con la Palestina.

A seguire il consigliere di Civico 10, Andrea Zafferani, ha presentato un altro odg a nome di Cittadinanza attiva per aprire una discussione sul tema dell’associazionismo e del volontariato. Chiuso il comma si è aperto quello sulla presentazione, discussione e approvazione del programma di governo e nomina del congresso di Stato, con conseguente dibattito cui sono iscritti 44 consiglieri.

Di seguito un riassunto dei lavori.

 

Comunicazioni

 

Luca Santolini: “Purtroppo la popolazione ancora non può ascoltare alla radio il comma Comunicazioni. Comunque illustro le mie considerazioni, senza spirito demagogico, in merito al voto di astensione all’Onu sulla Palestina. L’opposizione e i media hanno già espresso il loro disappunto per una decisione incomprensibile che disconosce la nostra linea politica internazionale basta sulla vicinanza ai popoli che lottano per la loro autodeterminazione. Dobbiamo guardare con favore al riconoscimento della Palestina in vista della fine del processo di pace con Israele. La non decisione è comprensibile per Stati come la Germania o l’Inghilterra, non per un piccolo Stato come San Marino. Per il quale sono fondamentali la forza coesiva, la determinazione e la presenza negli organismi internazionali. Come detto da Fausta Morganti sono l’autorevolezza e il prestigio di alcune iniziative a parlare di noi al mondo, l’autonomia non può essere svenduta.

Occorre riflettere non tanto sull’astensione, quanto sulla superficialità con cui la decisone è stata presa. Una corretta logica politica avrebbe voluto che in ordinaria amministrazione gli altri gruppi consiliari fossero per lo meno informati. Il confronto e la consultazioni sarebbero stati saggi e ideali. Non era materia di sola maggioranza. Il tutto in barba al fatto che proprio nella maggioranza c’è un partito come il Psd da sempre sensibile alla questione palestinese e alla linea netta del Paese sull’autodeterminazione dei popoli.

Il governo parla di collaborazione e noi la assicuriamo se cade l‘autoreferenzialità e c’è un cambio di rotta sulla trasparenza decisionale. Questo sia l’ultimo lamento e il confronto diventi norma, non eccezione”.

Matteo Zeppa, Rete: “Leggo un’interpellanza del nostro movimento sul voto all’Onu per la Palestina affinché ci sia sulle votazioni internazionali informazione piena. Chiedo inoltre perché il voto di astensione non è stato sottoposto a parere del Consiglio. Se se ne è discusso in congresso di Stato o se si tratta di una decisone unilaterale del titolare degli esteri. Vorrei inoltre sapere chi ha partecipato all’assemblea dell’Onu e quali sono stati i costi della trasferta”.

Paolo Crescentini, Ps: “Intervengo sull’argomento Palestina. Il voto di astensione da parte della Repubblica di San Marino è stata un’occasione persa. Il nostro Paese é da sempre votato all’autodeterminazione dei popoli e ha sempre fatto di pace e libertà i suoi valori di battaglia. Ma in un’occasione importante ha preferito il voto di astensione, fallendo un importante appuntamento con la storia. E’ stato detto che la scelta era motivata dal fatto che San Marino si trovava in una fase di transizione dal vecchio al nuovo governo, ma si tratta di una scusa scaricabarile. Poi non c’è stato il coinvolgimento del Consiglio grande e generale, organo sovrano. Auspichiamo che sulla politica estera nella prossima legislatura ci sia un maggiore coinvolgimento per il Consiglio e non si arrivi in questo organismo con decisioni già deliberate. La Palestina inoltre è un argomento sensibile, e nelle stesse forze che compongono la maggioranza ci sono poi posizioni diverse”.

Marino Riccardi, Psd: “Condivido chi ritiene che abbiamo perso un’occasione di dimostrare la disponibilità di San Marino nel favorire il dialogo tra i popoli. E’ stato un atto che ha fatto finire il governo nel peggiore dei modi. Vorrei sapere come è maturata questa decisione, l’astensione è una posizione non decorosa per ciò che San Marino ha rappresentato negli anni e nella sua storia, Mi sento offeso da questa decisione e i sammarinesi credo si ritengano indignati. Mi auguro queste cose per il futuro non succedano più e quantomeno ci sia il coinvolgimento di tutti gli organi istituzionali, perché non ci siano decisioni prese unilateralmente da qualcuno che non rappresenta tutti i sammarinesi”.

Alessandro Rossi, Su: “Ritengo che compito del Consiglio grande e generale e dei consiglieri sia quello di valutare come mai decisioni così importanti non sono filtrate da questo organismo istituzionale che rappresentiamo. Dovremo uscire dalla logica di attendere un cenno dal governo. Se vogliamo diventare un Consiglio con una propria capacità di decidere, dovremo sviluppare nuove modalità di valutazione dell’agenda politica internazionale. Sarebbe opportuno avere la possibilità in quest’Aula di diventare più attivi nelle decisioni e fare anche un mea culpa da parte dei consiglieri, anche nella scorsa legislatura potevamo chiedere di essere protagonisti dell’agenda internazionale, senza aspettare il governo. Sul tema specifico, se vogliamo diventare, come da tempo auspicato, un luogo di mediazione delle controversie internazionali, dobbiamo avere un atteggiamento di neutralità attiva, che deve essere sviluppato. L’astensione non è solo quindi un’occasione persa per l’atteggiamento del segretario di Stato per gli Affari esteri, ma anche per una possibile riflessione in quest’Aula”.

Giuseppe Maria Morganti, Psd: “La Repubblica si è sempre distinta sulle politiche per manifestare sostegno a una decisone dell’Onu che creasse i presupposti per una situazione in cui Palestina e Israele possano convivere. E’ stato un passaggio storico quello della votazione all’Onu per il quale il nostro Stato è stato titubante, ma non tutto è perduto. Occorre avviare relazioni diplomatiche con la Palestina e in merito, a nome del Psd, presento un odg che faccia esprimere il Consiglio grande e generale

‘La decisione dell’assemblea delle Nazioni unite […] ha sciolto una riserva che dal 1947 non è ancora riuscita a prendere concretezza, cioè quella della coesistenza e del pieno riconoscimento di due Stati, quello di Israele e quello di Palestina. Ora è giunto il momento che la Repubblica di San Marino recuperi il tempo perduto e avvii relazioni diplomatiche con i legittimi rappresentanti dello Stato di Palestina. Il consiglio grande e generale invita pertanto il governo ad avviare le procedure per allacciare le relazioni diplomatiche con lo Stato palestinese’”.

Andrea Zafferani, C10: “Leggo un odg sull’associazionismo e il volontariato per aprire una discussione su un tema molto importante:

‘Il Consiglio grande e generale, considerato il grande apporto che tutta una serie di enti e associazioni senza scopo di lucro danno alla nostra Repubblica in diversi ambiti della società, valutato assolutamente necessario e improrogabile il varo di un adeguato provvedimento di legge sul volontariato […] impegna il governo a porre in essere i seguenti interventi: predisposizione in tempi brevi di un progetto di legge atto a riformare la disciplina delle associazioni di volontariato e no profit […]; sviluppare una politica basata sulla cogestione di spazi pubblici che non vengono utilizzati con la frequenza necessaria […] incentivare forme di collaborazione tra le varie associazioni […]; favorire l’affidamento a cooperative no profit si servizi oggi intensamente gestiti dalla Pa’”.

Manuel Ciavatta, Pdcs: “Discutere senza essere stati in quella situazione e conoscerla mette a rischio la posizione presa. Essere stati in Palestina permette di capire quanto delicato sia l’equilibrio con Israele. Il problema grande è che il riconoscimento prima deve avvenire tra i due Stati, senza forzature. Noi storicamente siamo neutrali sulla guerra, per cui il riconoscimento passa per la richiesta di uno sforzo di pace ai due popoli”.

Antonella Mularoni, Ap: “Non ho tenuto una posizione personale, che per me e Ap storicamente è diversa. Non ho fatto di testa mia, ma è stato un vezzo ricorrente attribuire al segretario di Stato per gli Affari esteri tutti i guai della Repubblica. Spero ci sarà un atteggiamento diverso ora.

Su spese di viaggio vorrei tranquillizzare il consigliere Zeppa. C’è una nostra missione a New York e non c’è stato bisogno di una trasferta di membri del governo. Non solo eravamo in ordinaria amministrazione, in quei giorni si stava anche formando il nuovo governo e io ne ero fuori. Non c’è stato spazio di manovra per coinvolgimenti diversi da quelli che ci sono stati. Comunque abbiamo riferito all’Autorità palestinese che le motivazioni della nostra scelta erano dovute all’impasse istituzionale in corso. I rapporti sono molto buoni e qualsiasi tipo di azione sarà capita e apprezzata. Sapevamo inoltre che il nostro voto non sarebbe stato decisivo. Per quanto riguarda invece la posizione dell’Italia, è cambiata all’ultimo, prima voleva astenersi e convincere a farlo tutta la Ue.

Sulla valutazione della seconda fase del Global forum dell’Ocse c’è un ritardo. Non è ancora arrivata, ma dovremmo averla a giorni. E’ infine stato confermato che l’approvazione dell’accordo contro le doppie imposizioni sarà all’ordine dei lavori del Consiglio dei ministri di domani”.


Programma di governo e nomina congresso di Stato

 

Marco Gatti, Pdcs: “La scorsa legislatura è stata complicata. Alla gestione dell’ordinarietà, si è aggiunta quella dei fatti esterni che hanno aggravato le problematiche economiche degli Stati, quindi la crisi finanziaria che ha colpito tutto il mondo, cui è seguita la crisi economica. Tutti gli Stati hanno dovuto fare i conti con un grosso calo delle entrate e il sostegno dei sistemi interni, allo stesso modo anche a San Marino abbiamo avviato una politica di revisione e contenimento della spesa e la ricerca di nuove risorse finanziarie. Chiaramente, si tratta di scelte non facili. Per il nostro Paese la cosa si è complicata, perché i grandi Stati hanno cercato di reperire risorse dalla lotta ai paradisi fiscali, dove siamo rientrati, pur non essendolo. Quindi sono iniziate le difficoltà nel sistema dei pagamenti, poi siamo stati inseriti nella black list italiana del decreto incentivi. La nostra crisi é stata doppia, nel rapporto con il mercato di riferimento, quello italiano. Da qui il governo di allora ha intrapreso azioni politiche forti, sui tagli alle spese e sul reperimento di nuove entrate. C’è chi ha fatto demagogia e chi invece ha colto questo spirito e dall’opposizione è venuto ai tavoli per affrontare riforme e tematiche sottoposte dall’Fmi. Il Patto ha avviato una serie di confronti e tavoli per tentare soluzioni condivise anche sulla riforma fiscale. La crisi di governo del luglio scorso ha quindi accelerato un percorso aperto a tutti coloro che volevano condividere una responsabilità nel confronti del Paese.

Il programma di governo è complesso e articolato, completo con scelte politiche ben chiare, su cui i segretari di Stato interverranno. I tempi sono stati accorciati per quanto possibile, e pienamente rispettati da Bene comune. Il mandato per la formazione di governo è stato rispettato. Una scelta rilevante è stata quella di gestire dieci segreterie attraverso nove segretari di Stato, facendo un accorpamento già avvenuto in passato, tra Interni e Giustizia, e nella maggioranza ci siamo suddivisi responsabilità e deleghe. La polemica sul giuramento di otto segretari di Stato e non nove, ha fatto sì che oggi non si potesse arrivare al giuramento della Reggenza. La segreteria al Turismo sarà gestita in questo frangente, per 5 mesi, dagli Esteri. E’ una scelta mirata perché la politica turistica é legata a quella degli affari esteri. Anche alla luce di questo caso, la legge istituzionale potrebbe essere una materia, una volta risolte le priorità per la ripresa economica e del lavoro, da portare all’attenzione dell’Aula”.

 

Pasquale Valentini, Pdcs: “La situazione del Paese richiede capacità di interpretare le aspettative dei cittadini. E questa capacità si traduce nell’indicazione di un percorso verso un nuovo assetto del sistema finanziario ed economico, compatibile con le regole internazionali di trasparenza. San Marino, in forza della disponibilità economica del passato, ha intensificato il suo stato sociale, non curandosi fino in fondo dei costi e oggi si trova nelle difficoltà di ritrovare l’equilibrio in termini di cifre e culturali, rimettendo a posto equilibrio fra stato e società. C’è da fare tanti, tantissimo, ma occorre fare i conti con la pazienza di una costruzione. Sbaglieremmo a continuare a litigare tra noi perché la chiarezza della situazione è evidente, non si tratta di discutere se tutto va bene o va male, occorre guardare la realtà senza polemica. Nello stesso tempo sbaglieremmo ancora a litigare perché non si vedono subito i frutti. Importante è impostare adeguatamente la costruzione. Vado ad elencare priorità del programma, la prima è che si concluda il percorso di ratifica degli accordi. E’ nella fase conclusiva, bisogna curare che avvenga prima possibile l’uscita dalla black list. E’ ciò che consente l’inizio vero di ripresa. Occorre non dimenticare e valorizzare il risultato di oggi, frutto del lavoro della passata legislatura. E’ indubbio che abbia creato le basi perché oggi il Paese abbia un’immagine internazionale diversa e non di facciata. In contemporanea a questo, va la messa in sicurezza del bilancio. Ancora le entrate sono minori delle uscite, è un gap che dobbiamo superare. Tutti i giorni dobbiamo amplificare la situazione di bilancio, si dice che siamo alla bancarotta, se così è, come si interviene? La riforma fiscale dovevamo averla già approvata, così come prioritario é un piano strategico per l’occupazione e per lo sviluppo. Su queste cose sarà utile confrontarsi, ma non possiamo permetterci di non fare interventi, il Paese non lo può tollerare”.

 

Claudio Felici, Psd: “C’è un segnale positivo che ho colto dalle elezioni, in Consiglio grande e generale si può notare rilevante rinnovamento. E’ quindi un bene che questo Paese voglia cambiare. Se c’è un male e una zavorra per il Paese, è la visione nostalgica. Oggi dobbiamo avere il coraggio di scrivere un’altra pagina. Mi sono riletto i programmi elettorali. Se volessi fare una curva di correlazione, il baricentro dei diversi contenuti non è lontano. Allora perché, se siamo così abbastanza d’accordo su quello che è necessario fare, siamo ad un punto di pesantezza evidente? Perchè bisogna trovare non solo coraggio di elencare ed enunciare ciò che c’è da fare. Il nostro Paese deve cambiare paradigma. Dobbiamo renderci compatibili agli standard internazionali, ma questo non rappresenta una risorsa. Dobbiamo essere come gli altri, ma non significa essere a posto. Anche se domani saremo usciti dalla black list, avremo risolto solo la condizione propedeutica. Su quel telaio dobbiamo montare il nostro motore, il nostro progetto di sviluppo. Decidere il cambio di passo significa rimettere in gioco tutte le risorse. Se vogliamo puntare al pareggio di bilancio al 2015 significa che dobbiamo fare scelte difficili. Il governo dovrà essere in grado di creare una direzione di marcia che non cerca scuse. La politica estera è una delle principali coordinate su cui concentrare la nostra azione, ma gli interlocutori potranno accompagnarci quanto più saranno convinti che noi avremo la ragione del nostro futuro. Qui dentro prima di tutto decidiamo la rotta, poi ci sarà da costruire la barca e scegliere i marinai..ecc, ma prima di tutto dobbiamo decidere dove vogliamo andare in termini di obiettivi programmatici ma anche di sistema e convivenza dell’intera classe dirigente. Sono convinto che la partecipazione e il coinvolgimento sia la dimensione di prima grandezza della futura politica. La strada è in salita, trasparenza e coinvolgimento non sono opzioni ma necessità. Alla fine comunque il governo dovrà prendere la responsabilità di decidere, ma chi è alla maggioranza deve ascoltare le istanze dell’opposizione, che non può restare nell’ambito dell’elenco dei problemi, ma mettere sul tavolo soluzioni. Se vogliamo davvero che possa rinascere un rinascimento sammarinese, dobbiamo abbracciare una nuova visione del Paese”.

 

Matteo Fiorini, Ap: “Dalle scorse elezioni sono arrivati segnali chiari, c’è una grossa fiducia nel rinnovamento. Io sento questa responsabilità, potrei essere il più giovane al governo. Comunque serve fare squadra con chi ha maturato esperienza. Sento anche il peso di un ruolo complesso, con molte deleghe in settori strategici. Il territorio in passato generava economia, era una spinta per il Pil e gli investimenti. Oggi si è depauperato e va visto come uno strumento per un nuovo modello economico condiviso. Ne fanno parte le infrastrutture, la viabilità, i parchi, la ricucitura di certi comparti, soprattutto la qualità della vita. Nel programma di governo ci sono opere specifiche, come il polo museale cui tengo molto. Le problematiche non vanno affrontate a compartimenti stagni, dobbiamo riprogettare San marino attraverso un’idea di sviluppo condivisa.

I lavori pubblici soffriranno per le ristrettezze economiche, che sono comunque un’occasione per individuare le priorità. Serve dunque una visione di lungo periodo. L’agricoltura può essere uno stimolo al sistema. Abbiamo prodotti di qualità e vanno potenziati in ottica turismo. Le tlc sono un altro ambito strategico, sono precondizione allo sviluppo. Sull’ambiente e lo sport mi rivolgo anche al futuro titolare del Turismo per una grande collaborazione. Stesso discorso per l’Azienda dei servizi.

Gestione dei rifiuti ed energie rinnovabili sono connessi strettamente al concetto di sovranità. Quasi tutti i conflitti mondiali vertono sull’energia, noi non potremo arrivare all’autonomia, ma dobbiamo fare tanto e io ho le idee chiare. Sono felice per la delega alle Politiche giovanili, negli ultimi quattro anni non sono state fatte scelte e c’è molto da fare per permettere ai giovani di esprimersi.

Chiudo con due pensieri. Il primo al metodo di lavoro che va improntato sulle emergenze e sulla condivisione. L’altro è un ringraziamento ad Ap, ai segretari di Stato uscenti Mularoni e Ciavatta per quanto fatto, e a tutti i sammarinesi che mi manifestano aspettative e speranza”.

Marco Arzilli, Ns: “Serve un nuovo metodo di governo per ridare fiducia al Paese. E serve realismo. Costruire un rapporto nuovo è fondamentale per attuare politiche di governo del Paese e affrontare la situazione attuale. L’obiettivo è chiaro: un percorso di azione concreta su tutti i temi. Oggi è uscito un rapporto internazionale sulla trasparenza in cui San Marino non è censito. Ma proprio la trasparenza è un motore dell’economia. L’Italia è molto in basso e ai primi posti ci sono quei Paesi considerati in passato paradisi fiscali e oggi porta bandiera della trasparenza.

Altro tema fondamentale è la legalità, un concetto di cui si parla da poco e su cui c’è molto da fare. Non si tratta solo di lotta alla malavita organizzata, riguarda anche la corruzione. Per troppo tempo l’adesione al Greco è rimasta nel cassetto.

Alla base dello sviluppo c’è la prosecuzione del lavoro di controllo sulle attività economiche. Dai vari uffici è arrivato un forte impulso al Paese, ma la buona volontà delle persone non basta, sono necessarie azioni concrete. Dobbiamo lavorare per un’economia solida, reale, fatta di azioni vere. Il momento attuale è drammatico per il lavoro, la prima emergenza, e per le aziende. Ben venga la ratifica da parte italiana e ma sul fronte internazionale serve un processo più ampio.

L’innovazione è fondamentale, sono contento ci sia la delega alla Ricerca scientifica, così come la tutela dei consumi. Importanti anche artigianato, su cui c’è molto interesse e c’è molto da fare, turismo e commercio.

Ringrazio il mio movimento, il consigliere Maria Luisa Berti per la quale auspico delle cariche, e i sammarinesi. L’Aula sia il luogo migliore dove affrontare le scelte per il Paese”.

Francesco Mussoni, Pdcs: “E’ necessario pensare al Paese che abbiamo adesso, un Paese con serie difficoltà e molte iniquità, in cui molte persone sono in difficoltà. Questa è la sfida per tutta la classe politica, portare il Paese in una situazione migliore. Dalle elezioni è emersa una linea chiara di rinnovamento, è stato un voto responsabile per un cambiamento forte. Il nostro Paese non può essere un’isola felice, deve essere collegato al mondo e allineato ai suoi standard. Servono una lotta forte alla corruzione, al terrorismo e alla criminalità organizzata, e idee e progetti forti per creare nuova economia e nuovo lavoro. La gestione del bilancio è importante, ora lo Stato è troppo costoso, serve sussidiarietà, un percorso di delega dal pubblico al privato. Serve un welfare innovativo, che conferma i nostri punti di forza e sviluppa concetti innovativi come la libera professione in ambito ospedaliero, una gestione vicina all’Oms, la valorizzazione delle risorse una gestione moderna di un settore strategico. Dobbiamo trovare un forte equilibrio di gestione per affrontare l’emergenza con determinazione e coraggio nelle scelte. Serve un nuovo patto sociale per avviare un confronto sulle proposte e sulle soluzioni. I cittadini contano e hanno dato una lettura chiara a questo governo, a questo consiglio e a questa maggioranza”.

Iro Belluzzi, Psd: “La coalizione San Marino Bene Comune è stata scelta dai cittadini che hanno individuato un programma di governo per il ripartire della storia sammarinese. L’attuale situazione impone di ponderare bene le azioni da fare. Dobbiamo affrontare con fermezza la crisi occupazionale. Lavoro e occupazione passano attraverso il rilancio dell’economia in tutti i suoi settori. Tutti i Segretari di Stato dovranno sentirsi profondamente coinvolti, così come tutta la collettività. Serve una forte intesa trai principali rappresentanti politici e sociali, uscendo da sterili contrapposizioni per dar luogo a una pianificazione pluriennale. In campagna elettorale abbiamo indicato prospettive e progetti. E’ propulsore dello sviluppo l’unitarietà del progetto politico, al centro ci sono poi i rapporti con l’Italia e l’uscita dalla black list, un obiettivo che può essere centrato in tempo ristretto. Servono norme semplici, trasparenti, burocrazia essenziale e legalità. E’ importante anche l’internazionalizzazione. Da sempre il Psd ha individuato nell’adesione all’Unione europea uno strumento fondamentale per creare opportunità, sviluppo e occupazione. Il progetto di rilancio dovrà superare la crisi attuale. Le condizioni del mercato del lavoro presentano una situazione preoccupante: dal 2009 persi 1000 posti di lavoro, a settembre 2012 1.136 disoccupati in tutte le fasce d’età e tutti i gradi di istruzione, con un tasso del 6,9%, è il più grave degli ultimi 20 anni. Questa è la situazione da cui dobbiamo ripartire. Il pubblico dovrebbe concentrare attività sui controlli successivi e non su inutili barriere all’ingresso nel mondo del lavoro. Ho l’obiettivo di sviluppare progetti di attrazione degli investimenti e consolidare quelli esistenti. Riforma del mercato del lavoro per aumentare livelli di occupazione, in particolare per giovani e donne. Riduzione tempi di passaggio tra scuola e lavoro, partecipazione alla crescita della produttività e competitività delle imprese. Attenzione ai soggetti più svantaggiati, ridefinire l’assetto degli ammortizzatori sociali, semplificare la normativa. Una nuova applicazione è lo sviluppo dell’apprendistato. Adottare politiche formative più adeguate. Potenziare i controlli sul territorio per contrasto a lavoro nero. Serve consapevolezza dell’alto valore del lavoro”.

Gian Carlo Venturini, Pdcs: “La gente oggi vuole stabilità e chiede alle forze politiche risposte rapide e concrete ai problemi e ai bisogni del Paese. Oggi è necessario un grande senso di responsabilità. Ci vuole tempo e capacità di mediazione. L’esito del voto ha premiato coalizione San Marino Bene comune con un margine significativo sulla prima coalizione avversa, Intesa per il paese. Un risultato che non lascia dubbi. Altro elemento di novità sono i movimenti, anche con loro è necessario avviare un confronto. Questo è lo scenario da tener presente. Il nuovo governo dovrà dare certezza di governabilità. Siamo obbligati a una svolta e sarà reale se tutti i consiglieri saranno consapevoli del cambiamento. Si impone per tutti l’obbligo di guardare con responsabilità a un progetto condiviso. Bisogna rispondere con coraggio e affidabilità a domande sul futuro del paese. Il governo deve fare scelte strategiche di largo respiro. L’accordo politico programmatico ha un punto di forza nelle riforme. E’ ovvio che in tutto questo è fondamentale ratificare accordi con l’Italia e l’uscita dalla black list. Altro settore importante è quello delicato della giustizia. I temi di sicurezza, legalità e contrasto alla corruzione sono moto sentiti da tutti noi. Strumenti cardine sono tribunale e forze dell’ordine. Altro tema piuttosto importante è quello delle politiche di sviluppo e della politica estera”.

Giuseppe Maria Morganti, Psd: “Ci sono notizie importanti dall’Italia e domani il Consiglio dei ministre sarà fondamentale. Nel prossimo Consiglio grande e generale discuteremo della legge Finanziaria. Due le priorità: per prima cosa, mettere in sicurezza bilancio, perché non possiamo permetterci i livelli di deficit preventivati. Secondo, dedicare risorse da destinare allo sviluppo, decideremo poi dove investirle. Questo Paese deve essere pronto a non tornare indietro, un errore in cui è facile cadere. Se noi siamo in grado di dimostrare alla comunità internazionale che San Marino ha cambiato strada non perché costretta, ma perché ci crede, avremo compiuto questa rivoluzione necessaria. La strada della trasparenza non si deve dimenticare, deve diventare propedeutica a creare un nuovo sviluppo economico. Se non riparte lo sviluppo infatti avremo chiaramente difficoltà sul bilancio dello Stato. Ma il rinascimento del Paese non parte dall’economia, piuttosto dalle persone e dalla cultura. In Italia non ci sarebbe stato il Rinascimento senza Michelangelo. Così non possiamo pretendere di lanciare una nuova fase partendo dalla fine. Non si ha sviluppo partendo dalle banche e dai settori economici, ma dalle persone, associazioni, scuole, e in questi settori di eccellenze e motori da mettere in campo ne abbiamo tanti. Rimettiamo in campo gli elementi, facciamo in modo che ci sia libertà nell’espressione del substrato della popolazione, poi potrà emergere anche da noi qualche piccolo Michelangelo, per realizzare il Risorgimento del nostro Stato”.

Simone Celli, Ps: “Ci aspettavamo una maggiore tempestività nella formazione della compagine di governo, avrebbe denotato responsabilità per il Paese. Se quindi il buongiorno si vede dal mattino, oggi pongo in quest’Aula le mie preoccupazioni. Anche la distribuzione delle deleghe del congresso
di Stato sono discutibili. Si è scelto di accorpare una delega strategica in questo momento come la Giustizia a un dicastero robusto e corposo come quello per gli Affari interni. Se è vero che il tema
della legalità e della sicurezza sono priorità per ridare credibilità internazionale al Paese, questa scelta va in controtendenza. Inoltre, manifesto perplessità anche sull’accorpamento di Turismo ad Affari esteri per qualche mese. Il rilancio del sistema economico, lo hanno ribadito tutti i programmi elettorali, passa per la riqualificazione dell’offerta turistica. Invece così perderemo 4-5 mesi nella programmazione. L’accorpamento denota scarsa sensibilità quindi rispetto a un settore strategico per la nostra economia. Ritengo che una riflessione in Aula sulla bontà del funzionamento della legge elettorale e sulle riforme istituzionali debba essere avviata, anche se le priorità sono altre. Istituzioni efficienti sono infatti fondamentali per dare risposte al Paese.
Il dibattito di oggi rappresenta un’opportunità per il Paese. Prendo atto favorevolmente dell’analisi preliminare. Oggi la situazione del Paese ha caratteristiche emergenziali, questo è il punto di partenza per impostare la legislatura. Di fronte all’emergenza, la politica deve reagire con azioni straordinarie. In questo senso, Intesa per il Paese propone un tavolo di lavoro pubblico-privato per definire un piano strategico per il risanamento e il rilancio del Paese. Se al termine della sessione consiliare ci sarà un voto favorevole per l’istituzione di questo organismo, credo sarebbe un primo segnale di grande maturità e autorevolezza che verrebbe apprezzato dai cittadini.
Ps e Upr intendono affrontare la legislatura pienamente consapevoli del clima di pesantezza della crisi in cui versa il Paese. Vigileremo sull’attività di governo senza fare sconti, non cercheremo un posto al sole, dimostreremo un atteggiamento responsabile. I problemi su cui dobbiamo ragionare fin da subito sono l’indebitamento pubblico e la recessione economica. Dobbiamo individuare una politica che permetta il riequilibrio dei conti dello Stato e la ripresa. Metto sul tavolo proposte concrete su come ridurre la spesa pubblica. Esternalizziamo servizi non strategici e incentiviamo la cooperazione, allineiamo le condizioni del lavoro pubblico e privato, infine, rivediamo la normativa degli appalti. Speriamo che l’apertura di oggi della maggioranza sia confermata dai fatti”.

Lorella Stefanelli, Pdcs: “La legislatura si apre all’insegna della straordinarietà. O ci sarà una svolta nella conduzione della cosa pubblica o ci aspettano anni bui. Nel programma sono indicati molti settori di intervento strategici. Il riposizionamento internazionale, la messa in sicurezza del bilancio e della liquidità dello Stato, il lavoro, l’economia, la Pa e la giustizia. Occorre rafforzare la lotta agli effetti distorsivi della nostra economia e avere una presenza qualificata nei consessi internazionali. Il corpo diplomatico deve garantire prestigio ma anche investimenti.

Dobbiamo razionalizzare la spesa pubblica, senza tagli lineari, ma puntando su equità e solidarietà. Il rilancio economico e l’occupazione passano per scelte coraggiose, per la riduzione della burocrazia, per nuovi strumenti finanziari. Dobbiamo puntare sulle eccellenze del sistema scolastico e formativo, su un nuovo contratto di apprendistato per una formazione mirata, anche per creare una classe dirigente sammarinese. La Pa deve essere una risorsa, servono certezza del diritto e valorizzazione delle risorse umane. Sulla giustizia occorre affidarsi a un maggiore utilizzo della tecnologia, i giudici devono essere indipendenti e imparziali. Va creato un percorso verso un nuovo modello economico che contrasti i gruppi di interesse che tanto danno hanno fatto alla Repubblica”.

Giovanni Lonfernini, Upr: “Non posso che riconoscermi nella scelta votata all’unanimità nella difesa delle regole del gioco, avere rispetto delle istituzioni significa essere responsabili e non chiudersi in un fortilizio. San Marino Bene Comune si è trovata pienamente a suo agio: si è rivolta a tutti, per tutti ha avuto una promessa e una parola carina. Suggeriamo di aggiungere lo slogan della Rai: “di tutto di più”. Dentro Bene Comune c’è posto per chi tifa per la Palestina e per chi decide di astenersi, per chi vuole San Marino nell’Ue e chi no. e’ una coalizione che prende a modello l’arca di Noè, solo che da noi non c’è il diluvio universale e non ci sembra che abbiano la saggezza che guidava allora Noè. Il problema oggi non è cosa fare, ma come fare le cose. Dissento quando stamani si è cercato di imbrattare la passata legislatura dipingendo un’opposizione buona e una cattiva. In più di un frangente la maggioranza è stata capace di mettersi contro tutti, i sindacati, le associazioni e addirittura la stampa. Il rapporto deficit Pil del 18%, il debito pubblico e la liquidità dello stato avrebbero suggerito un atteggiamento diverso: serviva un percorso credibile. Vogliamo il sistema fiscale basato su equità, trasparenza, e poi l’abolizione delle tasse introdotte nell’ultima legislatura. La minimum tax ha fallito, l’addizionale Igr è punitiva, chi perde reddito è fortemente penalizzato. Il cuneo fiscale è cresciuto da 29, 5 a 30, 5, bisogna lavorare per ridurlo. Lavoreremo dall’opposizione. Il quoziente familiare lo proporremo, da venerdì il nuovo inquilino piano terra di palazzo Benni si troverà in una situazione complessa. Nessuno può sfoderare bacchetta magica, tantomeno in sei mesi. Finora si è sempre scelto di glissare sui conti pubblici. Vediamo se ci sarà controtendenza. Dobbiamo e dovete avere l’onestà di riconoscere che una soluzione rapida non c’è. se si procederà per inerzia ci sono scarse probabilità di riuscita. I prossimi anni saranno in salita. L’Upr è all’opposizione, inflessibile e senza sconti. Ci batteremo per la formazione di una classe dirigente sammarinese. Sono stati dati troppi ruoli nevralgici a forensi, che comunque ringraziamo. Ma ora quei posti vanno occupati da personalità sammarinesi. Bisogna poi riconoscere l’emergenza, che non è un’arma politica per demolire la maggioranza di turno. Serve un passo verso la serietà e l’operosità”.

Francesca Michelotti, Su: “Dalle elezioni è arrivato un segnale forte, ma non abbastanza perché non si ricreasse l’asse Dc-Psd confermando di fatto un governo deludente. In politica conta il consenso, invece è stato determinante il fattore tempo. Sia per la fine di legislatura anticipata, perché Dc e Ap avevano stretto un’alleanza intempestiva con un altro partito. Le elezioni anticipate sono sempre un fallimento, non un momento di rilancio. Sia per la mancanza di tempo che ha portato la grande colazione a uscire perdente dalle elezioni. Dc, Psd e Ap avevano 38 seggi nella passata legislatura. E certo Dc e Psd non hanno avuto grande coraggio a lasciare fuori certi esponenti, ci sono stati quasi costretti. Mentre Ns sono stati accolti e premiati come un figliol prodigo. La rovina è imminente ma un sistema non cambia con uno schiocco di dita e quello vecchio ha solide ramificazioni in Consiglio.

Questo non è il momento per grandi riforme istituzionali, ma la vittoria di Bene comune, con la collaborazione del Psd, decreta il fallimento della legge elettorale, per l’inadeguatezza della formula di governo di legislatura, perché non si parla più di democrazia dell’alternanza e perché il premio di maggioranza stride in un contesto di consociativismo. La formazione del governo è stato un parto difficilissimo, con 20 giorni di discussione e ognuno rivendicava la propria libbra di carne. Non c’è stato spazio per il ragionamento logico che ci si aspettava, di fare fronte comune con le persone giuste nei posti giusti. Così si sposta un segretario di Stato in odore di rischio clientelare laddove potrà fare più clientelismo. Creare un organismo indipendente per i risparmi mostra che c’è poca fiducia. E sfiducia totale c’è nel progetto di riforma della Pa.

Diminuire le segreterie di Stato, solo per non darne due ad Ap, è una scelta sconsiderata. E’ il momento di dire basta alle storie per coprire capziosi equilibrismi, serve un governo d’azione, deve cambiare il clima. Sono preoccupata per l’accorpamento del Turismo agli Esteri e contraria a quello della Giustizia agli Interni”.

Guerrino Zanotti, Psd: “Ci sono molte difficoltà per le famiglie e per le imprese, e chi non sente ancora la crisi vive comunque nell’incertezza. Bene comune non ha vinto con grandi margini, ma il governo deve dare risposte alle aspettative della cittadinanza. Ci sono impegni gravosi: l’Italia, l’Ue, l’economia, la tutela del lavoro, il bilancio, la lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione, il reperimento di risorse. Dobbiamo valorizzare l’economia reale e i lavoro, sviliti per troppi anni. Molto importanti sono anche la Pa, la valorizzazione delle risorse umane. In politica estera esprimo amarezza per l’astensione sulla Palestina e spero che in future vengano prese scelte coraggiose.

La salvaguardia dello stato sociale, il diritto alla salute, all’istruzione pubblica, le tutele sociali per anziani e disabili sono aspetti fondamentali. Occorre coinvolgere il Consiglio, le parti sociali e la cittadinanza nelle scelte future ”.

Mimma Zavoli, Civico 10: “Speravamo che il tempo impiegato per l’indicazione dei nuovi membri di governo fosse tradotto in qualcosa di nuovo. Ma sono un’eccezione i volti nuovi, cui lasciamo linea di credito, e non c’è neppure un volto femminile a dimostrare l’assoluta mancanza di cambiamento in questa maggioranza. Se è il nuovo che avanza, poveri noi. In tre settimane gli interessi di bottega hanno prevalso sul Paese. Abbiamo assistito agli exit pool dei toto-segretari e alle fumate grigie. La maggioranza avrebbe dovuto trovare la quadra il 13 novembre, ma il vostro impegno è stato volto ad assicurare pupari e bottegai. Il cambio di passo si è limitato al giochino del cambio di poltrone, a non deludere i burattinai che fuori di qui tengono le fila. Ora avete l’obbligo di traghettare il Paese, i segretari di Stato dovranno dimostrarsi degni rappresentanti di tutta la comunità sammarinese. Ci aspettiamo che mettiate in campo subito trasparenza negli atti, legalità nelle scelte, giustizia sociale e nuovi meccanismi che permettano il sostegno del mondo del lavoro e di chi non ha lavoro, un’economia giusta e sostenibile per le nostre dimensioni. Esprimo perplessità per l’accorpamento della segreteria di Stato alla Giustizia, la situazione imponeva una scelta diversa. Un comparto basilare per il futuro é stato messo in secondo piano. C10, insieme a Su, ha proposto un programma che sarà il nostro portolano. Filtreremo le proposte della maggioranza e le peseremo con estrema attenzione, consci delle difficoltà del momento. C10 farà la sua parte e si adopererà perché nel Paese ci sia un nuovo modo di fare politica, coinvolgendo i cittadini. La vostra volontà di tenerli lontani dalle decisioni vi ha punito, C10 non lo permetterà più”.

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