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Disoccupazione giovanile italiana infernale: record al 36,5%

da Redazione

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L’inferno dei giovani italiani è popolato da 2 milioni è 870 mila giovani. Lo afferma l’Istat: disoccupazione giovanile record al 36,5%. Senza lavoro oltre 2 milioni e 870 mila persone.

Il tasso di disoccupazione giovanile è salito a ottobre al 36,5%: un livello record. Quello generale supera la soglia dell’11%. L’Istat, aggiunge che tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 639 mila e rappresentano il 10,6% della popolazione in questa fascia d’età.

A ottobre il numero dei disoccupati era di 2 milioni e 870 mila, il livello più alto dal quarto trimestre 1992. Secondo l’Istat, il dato registra un aumento del 3,3% rispetto a settembre (+93 mila unità).

Rispetto a settembre la disoccupazione tra i giovani è salita dello 0,6. Rispetto all’anno scorso di quasi 6 punti percentuali.
Il tasso di disoccupazione a ottobre supera la soglia dell’11%, raggiungendo l’11,1%, in rialzo di 0,3 punti percentuali su settembre e di 2,3 punti su base annua. E’ il tasso più alto da gennaio 2004. Guardando alle serie trimestrali è il maggiore dal primo trimestre ’99.

A ottobre gli occupati sono 22 milioni 930 mila, sostanzialmente stabili rispetto a settembre. Su base annua si registra un calo dello 0,2% (-45 mila unità). Secondo l’Istituto di Statistica, a ottobre il numero record di disoccupati deriva da un aumento del 3,3% su base mensile, con quasi cento mila persone in più alla ricerca di un impiego rispetto a settembre (+95 mila), mentre su base annua si contano 644 mila disoccupati in più, con un rialzo del 28,9%.

Il tasso di occupazione è pari al 56,9%, in aumento di 0,1 punti percentuali nel confronto congiunturale, invariato rispetto a dodici mesi prima. Il numero di disoccupati, pari a 2 milioni 870 mila, aumenta del 3,3% rispetto a settembre (+93 mila unità). La crescita della disoccupazione riguarda sia la componente maschile sia quella femminile. Su base annua si registra una crescita del 28,9% (+644 mila unità).

Al di là dei dati sulla disoccupazione, ci sono altri numeri rilevatori della difficile situazione che sta vivendo l’Italia. Sono quelli relativi ai cosiddetti “parti time involontari”: persone che lavorano part time non per scelta, ma perché non riescono a trovare nient’altro. Secondo l’Istat, in Italia nel terzo trimestre si contano 3 milioni 847 mila lavoratori part time: il livello più alto dal terzo trimestre 1993, in base a confronti tendenziali. Di questi oltre la metà (il 58%) è fatto da part time involontario, ovvero da lavori accettati in mancanza di un impiego a tempo pieno.

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