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Calcio, Zico: il ko del Brasile nell’82 fece male al pallone

da Redazione

Zico

 

Per tutti è stata LA partita. Spagna 1982, Italia- Brasile 3-2. Non ci soffermiamo sulla cronaca del match – anche se consigliamo di vedere l’omonimo spettacolo teatrale messo in scena da Davide Enia – ma raccogliamo le fresche parole di Zico, asso del Brazil. Il fantasista ricorda la partita del Sarrià a Barcellona: “Il Brasile aveva una squadra fantastica, riconosciuta in tutto il mondo, e ovunque andiamo la gente ci ricorda quel team del 1982. Se avessimo vinto quella partita il calcio probabilmente sarebbe stato differente. Invece, dopo di allora cominciammo a mettere le basi per un calcio nel quale bisogna conseguire il risultato a qualsiasi costo, un calcio fondato sulla distruzione del gioco avversario e sul fallo sistematico. Quella sconfitta non fu positiva per il mondo del calcio. Se quel giorno avessimo segnato cinque reti, l’Italia ne avrebbe segnate sei, perché trovavano sempre il modo di capitalizzare i nostri errori”. Zico poi parla della fisicità del calcio di oggi. “Il Brasile è una terra fertile per i calciatori, ma dobbiamo cambiare la mentalità nelle squadre giovanili dei club. Sono sicuro che se facessi oggi un provino per una squadra, sarei scartato perché troppo poco prestante, e basso di statura”.

Non si è fatta attendere la risposta dell’eroe del Sarrià, Paolo “Pablito” Rossi, oggi commentatore televisivo. “Il 3-2 inflitto al Brasile dall’Italia al Mondiale dell’82 fu una lezione per la quale ci dovrebbero ringraziare e darmi un premio. Una sconfitta dalla quale impararono molto, soprattutto a giocare più coperti. Tanto è vero che poi hanno vinto altre due edizioni. Zico naturalmente si lancia in un paradosso e non penso che a quella vittoria si possa attribuire un peso così grande. E’ vero, invece, che da allora il loro approccio è cambiato, è diventato più guardingo, si sono europeizzati. Anche perché tanti brasiliani hanno conosciuto i campionati del nostro continente. Eppure vederli giocare è sempre uno spettacolo. Pur evolvendosi, il loro calcio è rimasto lo specchio di un paese dove lo spettacolo resta importante”.

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