Home FixingFixing Emanuel Colombini (ANIS) a Fixing: Ora il tavolo istituzionale. E poi la spending review

Emanuel Colombini (ANIS) a Fixing: Ora il tavolo istituzionale. E poi la spending review

da Redazione

A Emanuel Colombini, Presidente dell’Associazione Industriali, oggi che i giochi sono fatti chiediamo se si sente soddisfatto dell’esito di questa tornata elettorale. Elogi all’ingresso in consiglio di giovani e civici, preoccupazione per la mancanza di metodo della politica. “E ora la spending review”.

di Loris Pironi

 

SAN MARINO – La posizione dell’ANIS prima del voto era chiara. È necessario dar vita a un tavolo tecnico pubblico-privato che porti a casa un piano strategico per il futuro e ci sono delle priorità assolute che richiedono tutto l’impegno e tutta la capacità possibili. Solo così si può garantire un domani alla Repubblica di San Marino.

A Emanuel Colombini, Presidente dell’Associazione Industriali, oggi che i giochi sono fatti chiediamo se si sente soddisfatto dell’esito di questa tornata elettorale.
“Queste elezioni hanno portato diversi elementi di riflessione. Il primo, che vedo molto positivamente, è il fatto che in Consiglio Grande e Generale sia entrata una rappresentanza nuova, nata dalla società civile, con un’importante componente giovane. Perché se è vero che i movimenti raccolgono il voto di protesta e di insoddisfazione, oggi hanno l’opportunità di far valere un nuovo modo di ragionare, che va oltre ai vecchi schemi della politica. D’altra parte, la coalizione che si è aggiudicata la vittoria dovrebbe lavorare, almeno in teoria, in un’ottica di continuità. È vero, c’è il Psd in più, ma la squadra è quella. Così si potrà ricominciare a lavorare quanto prima: servono tempi brevissimi per poter ripartire con efficacia da dove eravamo rimasti”.
La Finanziaria è la priorità, poi ci sono le riforme rimaste in sospeso.
“Sì, c’è la legge di bilancio che deve venire approvata quanto prima e nel modo migliore, e poi c’è la riforma tributaria, che si lega, se vogliamo alla Finanziaria. In questo stesso ambito si inserisce tutto il filone del Bilancio dello Stato, l’ingente spesa corrente che grava sul nostro Paese, il tema della macchina pubblica. Su tutto questo noi abbiamo proposto tutta una serie di azioni e iniziative, che richiedono un coordinamento e un impegno serio da parte della politica”.
Si dovrà anche cominciare a parlar seriamente di spending review.
“Sì, forse è il caso di cominciare ad affrontare l’argomento già a partire proprio da questa Finanziaria. Altrimenti significherebbe che questa crisi di governo ci ha fatto perdere tanti altri mesi preziosi. Sono sincero: non so se c’è da parte della nostra classe politica la percezione della reale gravità della situazione. Sentendo i dibattiti o gli interventi in televisione dei singoli politici sembrerebbe di sì, ma non ne sono sicuro. E comunque, a prescindere da tutto, i tempi della politica non possono più essere quelli di una volta. Sono necessari rapidità ed efficacia”.
ANIS, insieme alle altre categorie economiche e agli ordini professionali, ha chiesto di aprire un tavolo pubblico-privato. Che risposta avete ricevuto?
“La disponibilità c’è stata, almeno a parole, adesso vediamo i fatti. La nostra proposta è semplice: sediamoci attorno a un tavolo e portiamo avanti un lavoro che sia condiviso e soprattutto concreto. È una questione di metodo, prima di tutto”.
In che senso?
“A noi piace lavorare con un approccio manageriale, lo facciamo tutti i giorni nelle nostre aziende. Il tema del project management racchiude in sé una vera filosofia. Ci sono tanti libri con cui documentarsi, è una materia che si studia anche all’università, forse è questo l’approccio che è sempre mancato. Innanzitutto è importante avere dei responsabili che ci mettano la faccia, la capacità di fare della sintesi, poi in base a questo, la politica deve prendere le decisioni. Parlando di questione metodologica noi abbiamo fatto una proposta per una riflessione istituzionale sull’introduzione di una figura di maggior spicco rispetto alle altre all’interno del Congresso di Stato. Ma anche il tavolo di lavoro per il progetto strategico che abbiamo proposto, che è già un’iniziativa complessa e che auspichiamo parta il prima possibile, andrà organizzato con un progetto ramificato. Servirà indubbiamente individuare una figura all’interno dell’Esecutivo che faccia da referente per tutto il Governo, dovranno essere creati sottogruppi composti da persone competenti dei specifici settori di pertinenza. Noi, categorie economiche, sin dal principio abbiamo dichiarato la nostra volontà di lavorare insieme”.
Siamo sinceri: di fronte alla vostra richiesta di aprire un tavolo allargato alla società civile la politica ha risposto sì ma in molti si sono subito irrigiditi…
“Deve essere chiara una cosa: non vogliamo scavalcare nessuno, l’abbiamo messo nero su bianco nella premessa del nostro Progetto per San Marino. Noi lavoriamo con un’impostazione improntata alla condivisione, in maniera apolitica vogliamo portare un contributo di esperienza e chiediamo di condividere un percorso. A maggior ragione oggi che ci troviamo guidati da un governissimo, vuoi per questa nuova unione d’intenti che vede piantate fianco a fianco bandiere così diverse (Psd e Pdcs, ndr), vuoi per l’ingresso di nuovi movimenti politici in Consiglio, oggi si dovrebbe ragionare per persone e per programmi, e per la loro capacità di queste persone di portare avanti i propri programmi. L’auspicio è che si volti davvero pagina e si superi la logica della persona, per guardare al bene del Paese”.

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