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Asset banca, riflessioni sulla cultura della ricchezza

da Redazione

Diceva il grande economista liberale Ludwig Von Mises che è assurdo che il consumatore abbia invidia per la ricchezza delle persone che egli ha fatto ricche, perché ha preteso i loro servizi.

 

Siamo ormai ben convinti che la soluzione dei conflitti che caratterizzano il nostro tempo debba essere suggerita dalla bussola di una lucida direzione intellettuale. E che senza lo studio del passato non potrà esserci avvenire. “Il popolo misero sa della storia propria poco o nulla: quasi figliuolo illegittimo, ignora il nome e le opere de’ suoi genitori. E siccome il passato gli è chiuso, così l’avvenire gli è vuoto e buio”. Sono parole di Niccolò Tommaseo il linguista scrittore e patriota italiano nato in Dalmazia nel 1802. Della sua Dalmazia – di cui era originario anche il nostro Santo Marino – scriveva “sola sei, piccola e poveretta, tra l’acque tue, fra’ tuoi sassi. Non sai degli altri popoli scegliere il meglio, e porre la stima laddove s’addice e a te e ad altri. Da tutti puoi qualcosa imparare, tutti qualcosa hanno meglio di te. Tutti convien che tu ami, e con tutti stringa vincoli sacri di maschia fratellanza e di nobile utilità. Può anche il commercio essere paraninfo d’amore”. “Eppure il commercio è debole e malato – seguita a osservare Tommaseo già alla fine del 1800 – in quest’arte più grave e rischiosa d’altre molte, taluni si figurano che ci bisogni né probità né intelletto, non altro che mani e ugne. Ma sinattanto che non s’accompagni al commercio sapere e beneficienza, né utilità vera avremo, né dignità”. Così sin dalla notte dei tempi chi ha accumulato ricchezze grazie ai commerci ha anche cercato di restituire qualcosa alla società. Senza questo bisogno di restituzione infatti non avremmo ereditato molti dei capolavori nati nel fiorire culturale che accompagnò quello economico. Ciascuno ha l’obbligo di ripagare alla società i benefici ricevuti. E la pietà per i fratelli è utile a tutti, più che dovere è bisogno perché ciò che accade agli altri accade alla nostra società, quella nella quale viviamo. È vero però anche il contrario e in una società non deve mai accadere che si sviluppino sentimenti di invidia verso le altrui ricchezze. Diceva il grande economista liberale Ludwig Von Mises che è assurdo che il consumatore abbia invidia per la ricchezza delle persone che egli ha fatto ricche, perché ha preteso i loro servizi. Chi invidia la ricchezza del proprietario dei grandi magazzini, dovrebbe per coerenza accontentarsi di acquistare merce più scadente pagandola di più. Il consumatore infatti è – o dovrebbe essere – colui che domina l’economia capitalistica.

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