Home NotizieSan Marino Ci sono nuove prospettive per i diplomati e i laureati sammarinesi?

Ci sono nuove prospettive per i diplomati e i laureati sammarinesi?

da Redazione

Occorrono oggi alle aziende più avvedute uomini di processo, bravi comunicatori, responsabili competenti del personale, delle relazioni interne ed esterne, organizzatori di eventi, esperti di rapporti internazionali, leader di squadre efficaci.

 

C’è modo, anche a San Marino, di riorientare i giovani diplomati e laureati a scegliere strade nuove per il lavoro? Molti di essi lamentano l’enorme difficoltà a mettere in gioco le loro prime competenze. Se poi vengono dall’area cosiddetta generalista ( lettere, psicologia, educazione, scienze politiche, filosofia, diritto…) si sentono dire che il loro titolo è “debole”. L’essersi laureati potrebbe per molti diventare un problema, fino a rischiare una solitudine dannosa e deprimente. Eppure, paradossalmente, oggi nulla è più sbagliato. Occorrono oggi alle aziende più avvedute uomini di processo, bravi comunicatori, responsabili competenti del personale, delle relazioni interne ed esterne, organizzatori di eventi, esperti di rapporti internazionali, leader di squadre efficaci. Nonostante la crisi devastante, mai come in questo momento sono necessarie “teste ben fatte”, gente che sa, ma che sa anche cercare lavoro, fino a mettere momentaneamente in discussione la specificità del titolo per cominciare, intanto, a cercare spazi nuovi, per spendere quel che ha imparato negli studi. In questi tempi difficili chi fa questo non deve avere sensi di colpa, per convincersi che proprio valorizzando la “elasticità mentale”, la capacità di lettura della situazione sociale, la sensibilità culturale di questi laureati, ci si possa spendere anche in altri settori, dove più che altro occorrono competenze generaliste (e non generiche!), debitamente affinate e mirate al fabbisogno. Si pensi al mondo aziendale, ma anche a quello delle istituzioni pubbliche, per un sempre possibile turnover per l’acquisizione di nuove energie e di nuove competenze. Anche a San Marino è possibile dunque reperire giovani preparati …ma occorre favorirli nella preparazione.

“Dove possiamo andare oggi a cercar lavoro?” Se lo stanno chiedendo numerosi giovani e le loro famiglie. E’ stata proprio questa la obiezione più sofferta della recente campagna elettorale sul Titano. Davanti a questo problema che potrebbe pregiudicare le prospettive di tanti giovani occorre solo aprire varchi e proposte nuove di una politica attiva di riorientamento e di riqualificazione dei diplomati e dei laureati. Diversamente rimangono soli, con i loro problemi e le loro delusioni. In questa direzione, l’Università di San Marino e il Dipartimento di Economia dell’ateneo di Urbino, in collaborazione con docenti di altre quattro università, accompagnati da testimonial aziendali, propongono un Corso di Alta Formazione – quasi un Master – sul tema della “Cultura d’impresa e d’innovazione. Management aziendale” con il dichiarato obiettivo di preparare giovani disponibili ed esperti nei processi relazionali delle aziende pubbliche e private. Piace riportare la risposta entusiastica di una decina di aziende sammarinesi all’invito di partecipare come promotori e come membri della cabina di regia del Corso: “siamo colpiti dall’organizzazione di questo corso di Alta Formazione sulla cultura d’impresa ….abbiamo deciso di collaborare con entrambe le possibilità: sia con una borsa di studio che con lo stage aziendale. E’ una bellissima iniziativa per la Repubblica di San Marino e non possiamo non esserci!”. I loro loghi e le loro testimonianze accompagneranno lo svolgimento del corso.

Un’ultima riflessione può essere utile. Il numero considerevole di giovani scesi in campo per le recenti elezioni, pone alcune domande significative alla piccola Repubblica di San Marino: c’è posto per le nuove generazioni nella riorganizzazione della politica e della vita del Paese? C’è la disponibilità degli adulti a confrontarsi con la loro “diversità” culturale, politica, sociale e con la loro voglia di essere insieme “costruttori” di novità per questo Paese? La diversità, appunto, come l’imprevedibilità, la complessità, la contingenza quotidiana, sono i fattori che segnano la nostra epoca e le nuove generazioni l’ avvertono da tempo. Bisogna che gli adulti abbiamo il coraggio di intercettare questo bisogno , ma di saper dire loro che è necessaria anche tanta preparazione da affiancare alla esperienza di chi già è nella vita attiva. Questa attenzione ai giovani non deve rischiare il giovanilismo a tutti i costi, ma deve poter essere disponibile ad un patto di reciprocità sociale che impegni lealmente le parti ad assumersi le proprie responsabilità, in un momento in cui si potrebbe adottare una curiosa espressione (apparentemente contraddittoria) del linguaggio giuridico tedesco: “Il diritto …di sentirsi in dovere…” di rispettare un patto tra generazioni diverse. Sarebbe l’inizio di una nuova stagione socio-culturale anche sul Titano.

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