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Elezioni a San Marino, i programmi / 1. Tutti d’accordo: serve l’IVA

da Redazione

San Marino Fixing ha messo a confronto i programmi elettorali delle coalizioni e delle liste non coalizzate. Qui sotto potete leggere una sintesi dei vari programmi per la specifica parte economica.

di Loris Pironi

 

SAN MARINO – San Marino Fixing ha messo a confronto i programmi elettorali delle coalizioni e delle liste non coalizzate. Qui sotto potete leggere una sintesi dei vari programmi per la specifica parte economica. Praticamente tutti si dicono a favore dell’introduzione dell’IVA e di una riforma tributaria che riporti equità (pur ammettendo che le aliquote vanno ritoccate verso l’alto); fa eccezione San Marino 3.0 che si dice contraria in partenza all’applicazione delle tasse e vuole abolire la patrimoniale. Altro elemento comune: la necessità di ridurre gli sprechi e di intervenire con una razionalizzazione della pubblica amministrazione.

San Marino Bene Comune
(Pdcs-Psd-Ap-Ns)

Il sistema – è sottolineato nel programma di San Marino Bene Comune – ha bisogno di una immissione di risorse finanziarie straordinarie. Come? Tramite una “diversa e più articolata gestione del patrimonio”, tra massimizzazione del rendimento dei cespiti patrimoniali e l’emissione di titoli di partecipazione basati su una parte del patrimonio dello Stato.
Per quanto concerne il sistema delle imprese, a cui è dedicato uno specifico capitolo, la coalizione retta dall’asse Pdcs-Psd sottolinea l’importanza della soluzione dei problemi con l’Italia, fattore che va sommato ad una eliminazione della burocrazia nella fase di rilascio delle licenze (meno filtri preventivi più controlli successivi) e stimolando la partecipazione delle imprese sammarinesi agli appalti, anche in forma di associazione temporanea d’impresa.
Tornano alla ribalta inoltre vecchi cavalli di battaglia come l’Agenzia per gli Investimenti Esteri e la riforma della Camera di Commercio, la riforma del mercato del lavoro con tanto di testo unico della materia, il riordino dell’ufficio del lavoro e quant’altro, tutti lavori lasciati a metà nella Legislatura chiusa anticipatamente. Capitolo a parte anche per il Parco Scientifico e Tecnologico, con la costituzione dell’ente gestore, una revisione delle normative fiscali indispensabili per attirare investimenti e la realizzazione delle infrastrutture a sostegno della struttura “fisica” del PST.

 

Intesa per il Paese
(Upr-Ps-Ms)

Per la coalizione Intesa per il Paese, l’obiettivo è “avviare una fase di crescita sostenibile e di reperire fonti di entrata, individuando nuovi mercati e avviando le procedure per il recupero della gestione delle dogane sammarinesi”. Insieme alle associazioni di categoria e alle forze sociali, viene specificato, la coalizione intende affrontare la sfida del cambiamento.
Venendo alle misure economiche, Upr, Ps e Moderati si propongono di “definire un sistema fiscale improntato su criteri di equità e trasparenza” (la riforma fiscale stoppata in Commissione Finanze?) l’introduzione del Sistema IVA entro il 1 gennaio 2014 (ma con specifiche aliquote), la riforma del collocamento, specifiche iniziative mirate allo sviluppo di politiche energetiche e legate al ciclo dei rifiuti (autosufficienza entro 24 mesi) e politiche autonome di prezzo per i carburanti.
Intesa per il Paese si dà un obiettivo preciso e stringente: “fare uscire San Marino dalla recessione e riportare entro 24 mesi l’economia a crescere”.

 

Cittadinanza Attiva
(SU-C10)

In una visione palesemente pessimistica che emerge dal programma (“Il Paese è all’emergenza economica” e non tutti i cittadini l’hanno capito) per Cittadinanza Attiva la prima condizione è uscire dalla black list italiana. Sinistra Unita e Civico 10 propongono dunque un “programma dell’emergenza” che dice no al ricorso a capitali stranieri per colmare il crescente debito pubblico e preveda di conseguenza misure straordinarie. Si parte dal risparmio, con un controllo e una maggiore efficienza della spesa pubblica che comprenda tutti, dal più alto dirigente fino all’ultimo dipendente della PA. Facendo leva sull’orgoglio dei dipendenti pubblici, Cittadinanza Attiva auspica che si riesca a smentire i pregiudizi: l’obiettivo è recuperare quegli “ampi margini di risparmio” che esistono. Altro fattore: una “moderata ed equa intensificazione del prelievo fiscale”. A proposito, anche SU e C10 propongono un rapido passaggio al sistema IVA. Con più tasse e più risparmio, si può puntare a introiti per 80-100 milioni di euro all’anno. Tra le altre priorità: la revisione urgente del Testo Unico delle Leggi Urbanistiche ed Edilizie, l’attivazione di un’Agenzia per lo Sviluppo e la promozione degli investimenti esteri, l’istituzione dello Sportello Unico per le imprese. E infrastrutture, infrastrutture, infrastrutture. Un cablaggio in fibre ottiche (non privato ma di Stato) per sviluppare le Tlc, una maggiore partecipazione nella gestione dell’Aeroporto di Rimini e tanto altro ancora.

 

Per San Marino

Il Movimento Per San Marino “propone la definizione di un progetto decennale da revisionare ogni anno”, impostato su un nuovo modello economico caratterizzato dalla trasparenza e dalla legalità.  Per calibrare gli interventi è opportuno basarsi su un rapporto completo sullo stato della finanza pubblica e privata.
Per fermare il “declino dell’economia” sammarinese, va impostato un piano delle attività produttive e dei servizi, l’istituzione di un Fondo di Investimento pubblico/privato destinato alle start-up,
Per San Marino ritiene prioritario intervenire sulla “disastrosa finanza pubblica” con uno sforzo per il ridimensionamento della spesa corrente.  Per quello che riguarda la PA, viene proposto il raggruppamento degli uffici “in poche direzioni generali altamente professionalizzate”, con un minimo di 100 dipendenti, l’azionariato popolare (40% del totale) per l’Azienda Autonoma dei Servizi. In ambito fiscale viene auspicata una riforma e il passaggio dalla Monofase all’IVA.

 

Rete

Il movimento civico Rete parte da un presupposto: in questi anni il sistema economico di San Marino non si è rinnovato. Serve dunque una “sostanziale modifica del tessuto economico”, trasparente e che punti sulla qualità, con un lavoro “culturale e formativo” mirato alla legalità e al rispetto dell’ambiente. È quasi filosofia, dunque, se non che la situazione richiede “misure nette e tempestive”. Dopo aver agito sulle “anomalie” (l’ingerenza della politica sulla magistratura e sulla Pa, una fiscalità non equità), si deve puntare su 8 punti. Tra questi segnaliamo la riduzione degli sprechi e della spesa pubblica, la tutela del territorio e delle tradizioni, il sostegno del Made in San Marino, una più equa tassazione che porti alla “emersione del sommerso” eccetera. Parlando di PA, a Rete non piace affatto la riforma firmata da Valeria Ciavatta, tanto che nel suo programma propone di eliminarla per giungere ad un nuovo testo che vada a diminuire “sensibilmente” le figure dirigenziali per poi eliminare “le voci accessorie sugli stipendi della PA”. In materia fiscale, anche Rete propone il passaggio al sistema IVA e aggiunge l’abolizione del sistema forfetario, oltre al rimborso parziale delle spese effettuate sul territorio (con la SMaC Card).

 

San Marino 3.0

Il programma “rivoluzionario” di San Marino 3.0, rispetto a tutti gli altri ha il vantaggio della sintesi e della chiarezza. Venti punti, alcuni improbabili, altri improntati al buon senso. Il concetto di partenza è che per riportare il benessere a San Marino occorre intervenire per reperire nuove entrate. E per 3.0 i sistemi, sulla carta, ci sono: apertura di un casinò che faccia concorrenza a quelli italiani, l’apertura delle case chiuse (prostituzione di Stato, con uno stimato ingente gettito per l’erario), referendum sulla liberalizzazione delle droghe leggere. Così si potrà giungere a “ridurre a zero” le tasse, attrarre nuovi investimenti e consentire nuove assunzioni, nella pubblica amministrazione ma anche nel settore privato.
Tra le altre proposte il blocco delle assunzioni di frontalieri, lo snellimento della burocrazia e l’abolizione della patrimoniale (“Siamo contrari all’applicazione delle tasse”). Oggettivamente è difficile considerare quello di San Marino 3.0 un vero e proprio programma di governo (anche perché il movimento non ha matematicamente la possibilità di governare), ma nei fatti è una proposta che va oltre gli schemi. Per far diventare San Marino “grande, opulenta e ricca”.

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