Home FixingFixing Asset banca: alla nostra economia serve un ritratto che non menta

Asset banca: alla nostra economia serve un ritratto che non menta

da Redazione

Interrogarci sulla questione potrebbe rivelarsi assai utile anche perché significherebbe uscire dal circolo vizioso nel quale l’economia mondiale pare essersi infilata.

 

Due giovani pesci nuotano insieme. Incontrano un pesce più vecchio che nuota in direzione opposta. “Buongiorno ragazzi, com’è oggi l’acqua?”, fa il vecchio. I due continuano a nuotare per un po’, perplessi. Poi uno dei due dice: “E che diavolo è l’acqua?”. Ecco la visione del mondo dei personaggi di Wallace che non sanno guardare al di là del proprio naso. Noi sì? Interrogarci sulla questione potrebbe rivelarsi assai utile anche perché significherebbe uscire dal circolo vizioso nel quale l’economia mondiale pare essersi infilata. Dal tunnel dove si trova ora fatichiamo infatti a vedere la luce, forse semplicemente perché della nostra economia abbiamo una visione distorta e continuiamo a pensarla in maniera statica lasciando che di cambiamento si parli solo nei convegni. Ancora una volta la lezione potrebbe venire da una favola di Oscar Wilde intitolata “Il ritratto che mente” che narra di un re – il più ricco del mondo – che ha la ventura di incontrare un mendicante il quale gli porge la mano dicendo di essere povero e avere fame. Il re fruga nelle tasche del corpetto dell’abito e trova solo una moneta d’oro con la sua effige. Dona allora al povero la moneta d’oro scusandosi per non avere altro con sé che il proprio ritratto. Il povero dopo aver guardato a lungo quel ritratto dice al re “Signore, quando vi ho detto di essere povero, vi ho detto la verità; perché dunque voi volete farmi credere che questo sia il vostro ritratto? Il vostro è un dono da re, e vi ringrazio, ma questo re vi somiglia quanto io somiglio al nostro Santo padre il Papa”. Quando in seguito al mendicante fu fatto capire che quello era veramente il re, egli si mise in ginocchio e chiese perdono ma il re lo pregò di alzarsi e lo ringraziò per avergli fatto dono della verità mentre era circondato da bugiardi bravi solo ad adularlo.

Anche la nostra economia ha bisogno di verità e guai se pensassimo di riparare al torto delle aggressioni subite dal nostro Paese lasciandoci abbindolare da falsi adulatori. Pensiamo piuttosto a un cambiamento possibile avendo sempre in mente il principio della responsabilità sociale dell’impresa. E ripartiamo dal valore irrinunciabile della tutela del lavoro che, se amato, rappresenta una delle migliori forme di approssimazione alla felicità su questa terra.

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