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Il Parco Tecnologico? Nei programmi non esiste…

da Redazione

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Il 6 novembre si firma, ma partiti movimenti e coalizioni si sono “dimenticati” del progetto.

 

di Loris Pironi

 

Il prossimo 6 novembre è prevista la firma, da parte di tutti i “potenziali sottoscrittori”, dell’Accordo di Concertazione che rappresenterà la prima pietra virtuale del futuro Parco Scientifico e Tecnologico San Marino – Italia. Lo abbiamo raccontato sullo scorso numero di Fixing (chi se lo fosse perso può rileggersi tutto quanto nei dettagli sul nostro sito, www.sanmarinofixing.com): il documento rappresenta la road map per la costruzione del Parco, il “progetto definitivo” in attesa del “progetto esecutivo”.

Ora, abbiamo raccontato che negli ultimi due mesi è stata impressa al progetto “un’accelerazione supersonica”. Questo sia per l’intervento di APSTI (l’Associazione Italiana dei Parchi Scientifici e Tecnologici), da qualche mese partner del Titano in quest’avventura e coordinatore operativo dei lavori, sia la contingenza temporale pare evidente, in virtù delle imminenti elezioni politiche sammarinesi. Un piccolo inciso: i detrattori sostengono che si tratta del tentativo di mettere in piedi l’ennesimo taglio (simbolico) del nastro in fase pre-elettorale, di fatto questo passaggio è e resterà importante perché mette dei paletti volti a impedire di tornare indietro e ripartire ancora una volta da zero, come è stato fatto troppe volte in questi ultimi dieci anni. Sarà sufficiente? Lo scopriremo.

Intanto però diciamo che se qualcuno è convinto di poter mettere bandierine sopra il nascente PST, per come si è evoluta la situazione, si troverà a fare i conti con una chimera. Il Parco non appartiene più alla sfera politica ma è diventato cosa pubblica: del mondo economico, dell’università, delle associazioni di categoria, dei sindacati, di chi ci crede veramente ed è pronto a scommettere sul futuro. Un progetto condiviso insomma, i cui meriti – se e quando partirà – saranno sicuramente condivisi tra maggioranza e opposizione, tra politica e società civile.


Chi è che non vuole il Parco Tecnologico?

 

Chi è che non vuole il Parco Tecnologico? La domanda, posta così, è un po’ tendenziosa, lo ammettiamo. Forse, meglio ancora, è più provocatoria che tendenziosa. Perché se la coalizione San Marino Bene Comune, spinta dal movimento Noi Sammarinesi, Segretario all’Industria (uscente) in testa, il PST lo mette tra i punti qualificanti del programma, altre liste e coalizioni non fanno altrettanto.

Dunque cosa succederà nel caso in cui a vincere fossero Intesa per il Paese (PS, UPR, MS) o Cittadinanza Attiva (SU e Civico 10)? Le liste civiche in questo caso non le possiamo contare perché nessuna ha il numero minimo di candidati sufficiente per poter ottenere la maggioranza dei seggi. La domanda non è scontata, e le risposte neppure.

L’Unione per la Repubblica, nel suo programma di governo, non prevede un rigo dedicato al Parco Scientifico e Tecnologico. Abbiamo chiesto lumi a Pier Marino Mularoni, ex Segretario di Stato (si parlava già di PST quando lui era personalmente al Governo). “Non c’è il Parco Scientifico e Tecnologico nel nostro programma? In realtà noi crediamo fortemente nel Parco, ma non come è stato portato avanti fino ad oggi. Si è data un’accelerata più elettorale che di sostanza al progetto, e così si rischia di bruciare un’iniziativa che invece è molto importante”. E ancora: “Noi, la nostra coalizione, crediamo che un Parco Scientifico rappresenti un ambito per favorire la ricerca, per creare conoscenza e portare ricchezza. Però è fondamentale che si tratti di un progetto ben strutturato e collegato con l’Università, e mi pare che questo aspetto stia passando in secondo piano. E poi che sia creato in modo da avere accesso a contributi comunitari, per poter crescere e svilupparsi”.

Sempre all’interno della stessa coalizione, il Partito Socialista nel proprio programma dedica quattro righe al progetto: “Intesa per il Paese ritiene che debba essere portata a compimento la realizzazione del Parco scientifico e tecnologico, da ormai troppi anni rimasto solo una enunciazione, al fine di poter rilanciare una collaborazione sempre più necessaria fra l’ateneo e il mondo dell’impresa e della ricerca”.

Altra coalizione, altra prospettiva. Ma sempre zero riferimenti al PST nel programma elettorale. Francesco De Luigi, candidato indipendente nelle fila di Sinistra Unita, la questione la conosce direttamente, se non altro nei panni di giornalista (collabora con il sito Libertas.sm). “Nello stilare il programma non abbiamo ritenuto il Parco una necessità per lo sviluppo economico del Paese. Sono altre le necessità, e poi per come è stata impostata, la linea del progetto non ci sembra delle migliori. Noi avremmo coinvolto di più la cittadinanza, e più attivamente”. Tipo con un referendum? “Con un referendum, o magari con ‘laboratori di cittadinanza’, in cui i cittadini si possono confrontare ‘alla pari’ con gli esperti”. Però la firma annunciata per il 6 novembre vede la cosiddetta società civile in primo piano. “È vero – spiega De Luigi – che i sindacati, le categorie economiche e gli altri soggetti coinvolti fanno parte della società civile, ma la nostra è una diversa prospettiva, una sorta di terza via, insomma”.


I movimenti civici: “Altro che PST”

 

Dando uno sguardo a volo radente ai movimenti civici, anche qui non pare esserci entusiasmo nei confronti del progetto. E dire che ora che c’è una condivisione sul piano della società potrebbe anche fare comodo.

Comunque sia la posizione di San Marino 3.0 la riprendiamo da uno dei mille comunicati stampa che intasano la posta elettronica delle redazioni in questi giorni: “Altro che parco tecnologico, si dovrebbe piuttosto pensare a sviluppare il mondo dei fondi di investimento. Così facendo si potrebbero creare centinaia di posti di lavoro”. Almeno c’è la proposta di un’alternativa, anche se in realtà un’idea non esclude l’altra.

Rete nel suo programma non dice una parola sul Parco pur parlando di sviluppare alcuni settori tecnologici in particolare legati al ciclo dei rifiuti e alla green economy. E infine Per San Marino parla di valorizzazione della ricerca scientifica e cita i parchi solo come aree ricche di erba e di alberi.


Così parlò Marco Arzilli

 

Interpellato da Fixing, il Segretario di Stato all’Industria, Marco Arzilli, parla del progetto e di questa accelerazione improvvisa. “La Legislatura si sta chiudendo in maniera anticipata, dunque abbiamo dovuto velocizzare il percorso per poter mettere un punto fermo, per evitare che con il nuovo governo, chiunque lo comporrà, si riparta da capo come è stato fatto in passato. L’imminente firma del Protocollo sigillerà il progetto e garantirà continuità”. In questi anni si è perso del tempo, è innegabile, per questioni interne ma anche per elementi esterni (in Italia ad esempio si sono alternati tre Ministri per lo Sviluppo Economico in due anni). “Però ora c’è stata una svolta: il progetto è ripartito dal basso, dalla concertazione, c’è grande partecipazione e grande entusiasmo, anche fuori da San Marino. Abbiamo posto un freno alla speculazione immobiliare che rappresentava un freno non indifferente all’intero progetto. Ora finalmente il Parco Scientifico e Tecnologico ha le proprie gambe per camminare per conto proprio”.

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