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Intervista a Carlotta De Biagi (Per San Marino): i giovani e la politica, i movimenti civici

da Redazione

Carlotta De Biagi 026San Marino Fixing ha intervistato Carlotta De Biagi, una dei 364 candidati alle prossime elezioni (per la lista Per San Marino). Al di là dell’intervista in sé ne è uscito uno spaccato interessante dell’approccio dei giovani alla politica e della realtà dei movimenti civici sul Titano. Un’intervista tutta da leggere.

Carlotta De Biagi 026

 

di Loris Pironi

 

SAN MARINO – Attenzione: questa su cui avete posato gli occhi è un articolo su due diversi livelli di lettura. Entrambi interessanti.

Il primo mette a fuoco le aspirazioni di una ragazza sammarinese che si è candidata alle prossime elezioni in una delle liste civiche. È una dei 364 candidati in lizza e, come tutti gli altri, ha qualcosa da dire e buone chance di entrare in Consiglio (essendo 60 i posti, ha dunque 1 possibilità si 6: è semplice matematica).

Il secondo livello di lettura riguarda l’approccio dei candidati più giovani, e delle liste civiche in generale: vizi, virtù, limiti, aspirazioni. In questo, l’avventura di Carlotta De Biagi può essere considerata emblematica.

Poi c’è il backstage di questa intervista, che di solito non viene scritto ma che invece vale la pena raccontare, perché è simpatico ma soprattutto perché dà il senso a tutto. E da qui noi partiamo.

 

IL BACKSTAGE: TRA FACEBOOK E SIMPATICI COCKER

Su Facebook un’amica (vera, non virtuale) di Carlotta De Biagi “spamma”, come oggi si dice in gergo, una videointervista artigianale a un’infinità di (veri o presunti) conoscenti. Tra questi c’è anche Fixing. “È in gamba e determinata, gli date una mano?” è il messaggio di accompagnamento. Incuriositi, la contattiamo e le spieghiamo che la porta della nostra redazione è aperta a tutti, candidati e non: se ha davvero qualcosa di interessante da dire…

Segue uno scambio di e-mail e di telefonate: occhio, le diciamo, le interviste di Fixing sono ‘toste’, si prepari bene. L’amica in risposta ci chiede, per questione di tempi, di non fare l’intervista in redazione ma al maneggio dove lavora con i ragazzi disabili… Un chiaro tentativo di corrompere la giuria, ma noi non ci facciamo intenerire.

Arriviamo subito al punto in cui Carlotta De Biagi si presenta in redazione. L’accompagnano due amiche e uno splendido cocker. Simpatico ma un po’ troppo easy-way per un candidato. Noi però non siamo soliti guardare alle apparenze, e la mettiamo subito alla prova; la “spremiamo”. L’intervista, con tanto di pubblico vociante, da tenere simpaticamente a bada, dura quasi due ore, serrate. Durante le quali scopriamo che Carlotta De Biagi è una ragazza “tosta”, con tanto entusiasmo, un pizzico di utopica ingenuità e la voglia di far politica in maniera seria (“informandomi, studiando, ci sono abituata”, ci ha detto), ma che non riesce a nascondere un pizzico di sconforto quando viene messa davanti all’enormità delle sfide che attendono la Repubblica.


L’INTERVISTA, FINALMENTE

Chiediamo a Carlotta De Biagi di presentarsi.

“Ho 28 anni, quasi 29, sono laureata in scienze naturali, lavoro in un maneggio a Rimini perché non ho trovato lavoro a San Marino. Mi sono candidata perché il periodo in cui viviamo mette in difficoltà me, i ragazzi come me, tutti i cittadini cosiddetti ‘normali’”.

Perché ha scelto Per San Marino e non un’altra qualsiasi delle liste civiche in corsa per il Consiglio Grande e Generale?

Mi sono candidata con Per San Marino perché ho sposato con passione il programma e le aspirazioni per un futuro migliore prospettate all’interno del movimento. Un movimento dove ci sono persone normali, che si impegnano. Alcune di queste hanno anche un’esperienza politica alle spalle, che per me è importante (Carlotta ci racconta subito che la candidatura le è stata proposta dallo zio, Paolo De Biagi, ndr). I giovani infatti devono fare politica ma c’è bisogno che ci siano al loro fianco, persone oneste e pulite, che possano portare la propria esperienza”.

E perché non ha scelto invece di candidarsi in un partito tradizionale? Fino a prova contraria c’è posto anche lì per una giovane che ha voglia di rimboccarsi le maniche.

“La fiducia nei partiti oggi è praticamente nulla. Sono personalmente a conoscenza del fatto che tra i movimenti giovanili dei singoli partiti non c’è realmente la possibilità di emergere. Ti chiedono di impegnarti, ma non hai modo di venire fuori. E poi c’è una completa omologazione ai vecchi schemi”.

Cosa pensa degli altri movimenti civici venuti alla ribalta in questi mesi? Sente di avere punti di contatto con loro? E quali sono le differenze?

“Rete si fa pubblicità dicendo che non vuole politici al proprio interno, io invece ritengo che una certa esperienza sia necessaria. Apprezzo molto Civico 10 e, sono sincera, se non avessi optato per Per San Marino li avrei appoggiati: li trovo veramente interessati e preoccupati, inoltre leggo un programma che mi dà fiducia. Poi c’è San Marino 3.0… beh, loro sono dei grandi. Hanno avuto un exploit ma c’è un po’ di ingenuità nelle loro proposte. Diciamo che forse sono arrivati troppo presto per il momento in cui siamo: oggi abbiamo bisogno di maggiore concretezza. Però apprezzo il loro raggrupparsi e anche di averlo fatto contro tutto e contro tutti. Va reso merito a chi si mette in gioco e ci mette la faccia: il discorso vale per tutti”.

Lo sa che, al di là dei voti che prenderete, non potete vincere queste elezioni? Il limite di questa esperienza dei movimenti civici è che non sono riusciti ad accorparsi, a coalizzarsi. Questo malgrado una visione spesso molto simile e tanti punti in comune.

“Lo so. Noi ci abbiamo provato, a cercare una coesione con gli altri movimenti. Ognuno purtroppo sta pensando a fare la sua parte mentre forse era più utile continuare ognuno a fare il proprio, ma tutti quanti insieme. Non era una cattiva idea: è l’unione che fa la forza”.

Però nei fatti questa è una dimostrazione del fatto che neanche chi si butta oggi in politica riesce a far meglio di chi c’è da una vita. Divisioni, divisioni, divisioni. Tutti contro tutti, anche tra chi ha idee simili o una matrice comune. Ma cambiamo argomento. Lei ha detto che non ha fiducia nella vecchia classe politica. Personalmente, auspica una “rottamazione” di stampo renziano?

“Io sono più per usare il termine rinnovamento che rottamazione. A San Marino c’è bisogno di una legge che impedisca di stare una vita in Consiglio Grande e Generale, altrimenti questo è un meccanismo che genera corruzione. È ora che si lasci spazio alle persone competenti, a chi lavora in maniera corretta, nella totale legalità. E poi, altro discorso, non capisco proprio perché alle Finanze c’è un professore e non un economista e così via. È una questione di ruoli e di professionalità”.

Parliamo in termini più generali. Come sintetizza la situazione che sta vivendo il Paese?

“Siamo in black list, gli imprenditori italiani sono costretti a tornare in Italia, dove peraltro già non si sta bene, e questo dice chiaramente qual è la situazione da noi. Abbiamo un grave debito come Paese. Io a 28 anni so che non prenderò mai la pensione, il lavoro nero è una realtà concreta, se sei cittadino sammarinese e vai all’estero c’è da vergognarsi. Parlo per me, in quanto persona costretta a lavorare fuori San Marino tutto il giorno e anche la sera”.

Piccolo inciso: come pensa di riuscire a conciliare il lavoro e l’eventuale attività politica?

“Esattamente come faccio adesso, o come ho fatto fino all’anno scorso, quando lavoravo con i cavalli fino la sera e nei week end lavoravo nei bar. Rispetto a questo posso fare anche di più. Sono laureata, sono abituata a studiare. Adesso mi interessa il discorso politico: serve una formazione, dunque mi formerò e mi informerò”.

Iniziamo a scendere nel dettaglio dei problemi. Risollevare le sorti dell’economia sammarinese è un’operazione assai complessa.

“Infatti occorre innanzitutto essere onesti e non andare a raccontare ai cittadini che in sei mesi si riporta la situazione verso la normalizzazione. Onestà è dire che ci serviranno anni per risanare il debito pubblico riportando a San Marino investitori, e per riuscire a tornare a un livello di benessere per tutti. Poi noi siamo un Paese piccolo, se ci impegniamo magari possiamo riuscire a ottenere risultati concreti in un tempo più contenuto, però non ci vengano a raccontare che dal giorno dopo le elezioni torneremo a vivere tutti felici e contenti”.

Ha parlato di risanare il debito, di portare investitori. Ha idea di come fare?

“La ricetta, è ovvio, non ce l’ho. Ma si può fare piazza pulita di tante situazioni poco chiare, di tutta la corruzione diffusa, con leggi giuste e fatte bene. Con Per San Marino stiamo portando avanti una proposta di legge di iniziativa popolare per modificare il codice penale e introdurre il misfatto di associazione mafiosa e estendere le pene e le sanzioni per i misfatti di malversazione, corruzione e concussione. Il primo punto è riportare un clima di fiducia. E far tornare le persone ad avere fiducia, appunto, nella politica. A quel punto si potranno cercare investitori, a loro volta onesti e competenti. A San Marino è possibile creare un polo del tempo libero e del divertimento, un polo scientifico. È possibile anche creare fattorie didattiche incentivando l’ecoturismo. Io poi sono per abbattere alcune delle brutture architettoniche costruite negli anni: perché no, fosse per me…”.

Però, parliamo seriamente, il nodo non è solo legato alla classe politica. C’è un problema d’approccio e di mentalità generalizzato. A proposito, le hanno già chiesto che cosa darà in cambio a chi le offre il proprio voto?

“Per fortuna no, a me non l’ha ancora chiesto nessuno. Però è vero che c’è un problema. Il benessere diffuso ha portato le persone a pretendere tutto dallo Stato, c’è il mito del lavoro sotto la pubblica amministrazione. In generale ci sono tante cose che non vanno. Ma oggi non può essere più così. Nella PA ad esempio ci sono troppi dipendenti, vanno ricollocati, spostati nel settore privato dove vanno creati nuovi posti di lavoro. Si può favorire l’apertura di nuove attività ai sammarinesi, cosa che oggi è disincentivata. Si deve rinnovare il centro storico, far diventare davvero la nostra Università, di cui fra l’altro i ragazzi sono contenti, un centro studi rinomato e di qualità, introducendo nuove facoltà. Quali? Giurisprudenza, perché no, oppure scienze naturali, o medicina: abbiamo un Ospedale di Stato che può essere utilizzato per sviluppare una facoltà del genere…”.

Ma lo sa che in tutte queste proposte ha detto una cosa estremamente impopolare? Guardi che un politico non dovrebbe mai fare certe affermazioni.

“A che cosa si riferisce?”

Che vuole ricollocare i dipendenti della PA nel settore pubblico. Significa che vuole licenziarli e farli riassumere con molti meno benefit e uno stipendio sensibilmente inferiore… Così rischia di perdere migliaia di voti.

“Questi sono argomenti più grandi di me, sicuramente. Io utopicamente immagino un Paese dove c’è tanto lavoro e dove si possano ricollocare i dipendenti, che oggi lavorano sotto lo Stato, in settori in cui possono servire. Sarà anche impossibile, ma quello che invece oggi tutti devono capire è che tutti dobbiamo accettare dei compromessi. Non siamo più nella Serenissima Repubblica dove tutto è bello e facile. Se ti devono togliere 100 euro dallo stipendio è uno sforzo che tocca fare: non ci sono più soluzioni diverse. Il fatto però è che i governi mettono giù questa cosa in maniera brutta. Se fossero meno chiusi in quell’Aula con sessanta sedie e andassero più in giro a parlare con le persone, le cose forse sarebbero diverse. Se lo Stato fosse rappresentato da persone oneste e trasparenti, che lavorano per il bene di tutti e non si adoperano per favorire gli amici o ricercare il consenso alla vecchia maniera, io dico che quando andranno a chiedere al cittadino un aiuto per risollevare il Paese, il cittadino gliela darà. Ma finora tutto questo è stato fatto male e per fini che non erano quelli giusti”.

Tutto molto chiaro. Ci sarebbero un’infinità di altre questioni da affrontaer, ma è giunto il momento di chiudere. Quindi un’ultima domanda, una soltanto. Perché un cittadino sammarinese dovrebbe dare il suo voto proprio a lei e non a un altro candidato?

“Intanto è importante che la gente vada a votare. Non importa chi, l’importante è che si approcci al voto con una coscienza politica pura onesta, con un altro modo di ragionare. Poi possono votare me o un altro candidato, non importa. Personalmente preferirei che venissero scelti i movimenti con le persone più giovani, per dare un bello scossone alla classe politica. Che ci sia un ricambio, che in Consiglio l’età media sia 40 anni. L’importante è che si riesca a creare un sistema libero dalla corruzione”.

 

E’ GIUNTA L’ORA DI TIRARE LE SOMME

Carlotta De Biagi ci saluta, assieme alle sue due amiche. L’intervista è troppo lunga per essere pubblicata integrale sul nostro settimanale San Marino Fixing, dove ci limitiamo a rilanciarla. Per fortuna c’è il web. Così abbiamo lo spazio necessario per fare qualche riflessione.

La prima riguarda la capacità di utilizzare la comunicazione. I nuovi media offrono opportunità impensabili fino a qualche tempo fa, che oggi non tutti sanno mettere a frutto nel modo migliore. Carlotta De Biagi è un esempio lampante di questa facilità così naturale di comunicazione. Con l’aiuto di un’amica su Facebook è riuscita a farsi conoscere, perfino a farsi intervistare da noi di Fixing (a proposito, meglio un amico vero che crede in te, candidato, del più professionale dei portaborse. Per tacer del cane…). Poi del resto già aveva fatto parlare di sé prendendo l’elenco del telefono, partendo dalla lettera A e incominciando a chiamare tutti i cittadini (“dove arrivo, arrivo”, ci ha detto): questo le avrà anche scatenato qualche polemica e antipatia, ma l’importante è ritagliarsi uno spazio, e la missione l’ha compiuta in pieno. I movimenti civici più in generale hanno questa forza, che i partiti tradizionali malgrado la buona volontà non riescono oggettivamente a mettere pienamente a frutto.

Nella candidata che abbiamo intervistato, e più in generale nel movimentismo che ha preso piede in questi mesi, sono evidenti la passione, l’entusiasmo, la voglia di cambiare il mondo e le persone. Ma è palese anche il fatto che questo sia tutt’altro che facile. La politica nasce dall’utopia, ma con l’utopia non si rilancia l’economia. E difficilmente si cambiano anche le persone.

Poi, come dicevamo, c’è la tendenza alla disgregazione politica, l’incapacità di unire le teste e i cuori per giungere a un obiettivo condiviso. Ci sono quattro liste civiche che si presentano a queste elezioni: ognuna corre per sé. Quanti seggi “regaleranno”, in questo modo, ai partiti tradizionali, ai quali seguendo queste logiche si avvicinano peraltro così tanto (e forse li sorpassano addirittura in negativo)?

Le elezioni presto consumeranno il proprio rito. Ci sarà un nuovo governo, una nuova maggioranza. Chi riuscirà a superare la soglia di sbarramento, chi ce la farà a entrare in Consiglio, ma soprattutto chi non ci riuscirà, tutti quanti dovranno rimboccarsi le maniche e continuare sul percorso iniziato, facendo tesoro di questa esperienza. La strada è lunga. E l’obiettivo – contribuire alla rinascita morale ed economica del Paese – è assai meritorio. Un obiettivo che a prescindere dall’Aula di Palazzo Pubblico, si può e si deve perseguire a maggior ragione nella vita di tutti i giorni.

 

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Nella foto in alto: Carlotta De Biagi. Sotto, la candidata di Per San Marino, al centro, assieme alle amiche (e al cane) che l’hanno accompagnata all’intervista per Fixing. Foto Alessandro Carli

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