Home FixingFixing Aziende con sgravi fiscali? A San Marino ne sono rimaste solo 2 (2 alberghi)

Aziende con sgravi fiscali? A San Marino ne sono rimaste solo 2 (2 alberghi)

da Redazione

La domanda che San Marino 3.0 ha posto a Fixing è la seguente: “Potete dirci quante aziende sopra i 50 dipendenti a San Marino hanno l’esenzione fiscale? O meglio quante non ce l’hanno?”. La risposta è che sopra o sotto il tetto di 50 dipendenti sono due. Due alberghi. All’interno approfondiamo l’argomento.

di Loris Pironi


SAN MARINO – San Marino 3.0, in risposta al nostro invito alle forze politiche e ai movimenti civici di considerare la politica come una cosa seria (o almeno di provarci) ha lanciato “una simpatica provocazione” a noi, “amici di Fixing”.  Il movimento, il cui programma politico può essere sintetizzato nello slogan “sesso, droga e rock&roll” (nello specifico case chiuse pubbliche, referendum sulla cannabis e una politica di grandi eventi), ci ha fatto una domanda. Insinuando che, non si sa per quale motivo, non avremmo avuto tanta voglia di rispondere. Invece l’argomento è interessante, e l’abbiamo approfondito volentieri.  
La domanda che ci è stata posta è la seguente: “Potete dirci quante aziende sopra i 50 dipendenti a San Marino hanno l’esenzione fiscale? O meglio quante non ce l’hanno?”
Abbiamo fatto una rapida ricerca ed è emerso che per il 2012 ci sono due sole aziende che vantano esenzioni fiscali, e nella fattispecie – sorpresa! – non si tratta di aziende produttive bensì di due strutture alberghiere. In pratica, a quanto emerso in virtù di questa nostra prima rapida verifica (se approfondendo verranno fuori elementi discordanti ve lo faremo sapere), oggi non esistono più esenzioni fiscali per le aziende industriali. Siamo comunque andati a ritroso e abbiamo appurato che nel 2011 erano 5 le aziende con esenzioni fiscali, nel 2010 erano 9 e nel 2009 le aziende con un abbattimento quasi totale delle aliquote (l’80-90%) erano 14.  Per fare un po’ di chiarezza, a San Marino più di una decina di anni fa fu portata avanti una politica di incentivazione dello sviluppo delle imprese che prevedeva l’abbattimento quasi totale delle imposte per chi investiva. Può piacere o meno una politica di sgravi per chi produce nuova occupazione, ma questa è la storia. Solo che, di fatto, oggi che San Marino 3.0 si è svegliato, conti alla mano, stiamo parlando appunto di storia, non di cronaca. Cosa vecchia, insomma. Già in più occasioni, negli ultimi anni, anche sulle colonne di Fixing, i vertici dell’Associazione Industriali hanno dichiarato che alla vecchia politica degli incentivi a pioggia è assai preferibile mettere in cantiere politiche di investimento in info-infrastrutture, oppure dare vita a normative che sburocratizzino il mercato del lavoro. Questo per offrire una base solida agli investimenti delle aziende sammarinesi o quelli eventuali italiani ed esteri.  Detto questo, un governo che non guardi con attenzione alle esigenze delle proprie aziende più grandi e importanti, incapperebbe non solo in un grave errore di valutazione fiscale (non si vive di sole imposte dirette, anzi) ma dimostrerebbe di non avere a cuore neanche i propri cittadini-lavoratori.
Se si vuole parlare di politiche fiscali, sempre per correttezza di informazione, dobbiamo aggiungere che la pressione fiscale a San Marino è in linea generale molto più bassa rispetto a quella di oltre confine. Non solo quella rivolta alle imprese ma anche  ai redditi da lavoro dipendente, per i quali ci si attesta attorno al 3%, senza contare gli eventuali abbattimenti per i carichi familiari che la possono ridurre addirittura a zero. Se fosse passata, e Fixing ha portato avanti una vera e propria battaglia affinché passasse, la riforma tributaria, pur con tutti i suoi limiti, avrebbe assicurato un passo avanti per quello che concerne l’accertamento dei redditi. E questa dovrebbe essere una sfida che le forze politiche, anche le più,  dovrebbero far propria.

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