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San Marino, il Paese è impaurito. Muto. E impotente

da Redazione

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Due, tre ore,  girando a vuoto, girando come dentro un labirinto, cercando una voce fuori dal coro che non esprima puro sdegno, indignazione. Poi qualcuno parla. Ma San Marino pare un Paese muto, rassegnato, indignato.

di Saverio Mercadante

 

san-marino-panorama-emilia-romagnaSAN MARINO – Due, tre ore,  girando a vuoto, girando come dentro un labirinto, cercando una voce fuori dal coro che non esprima puro sdegno, indignazione.  Quella parola, schifo, che rimbalza da una persona all’altra, una lugubre litania che riempie di impotenza anche i giornalisti che vagano  sempre più esausti, perché quella stanchezza, quell’impotenza è entrata anche dentro di loro.  Capire che cosa c’è dentro il Paese a poche settimane dalle  elezioni  è stato un viaggio dentro un territorio muto. Che si rifiuta di avere un qualsiasi dialogo su cosa sente, su come si potrebbe ripartire, sulla semplice idea del dopodomani.  Oggi, forse domani, solo questo interessa. E’ un Paese impaurito. E’ qualcosa che va oltre il qualunquismo di quella che una volta si chiamava la maggioranza silenziosa. E’ frustrazione, assuefazione al malaffare e alla mala-politica, paura di perdere tutte le certezze e le ricchezze che San Marino ha creato in questi ultimi decenni. E’ il sogno sammarinese divenuto realtà  che è andato in frantumi:  nelle teste più che nei portafogli. E sembra che faccia ancora più male. Solo qualche scheggia di voce: il futuro dei figli che sicuramente andranno via dal proprio Paese, trent’anni di lavoro buttati, quell’aggrapparsi all’ossessione di un tg dopo l’altro dalla mattina alla sera per non perdere di vista il mondo almeno in televisione e coltivare in qualche modo un’antica passione per la politica adesso spazzata via. Poi la mano alzata per dire basta, non voglio parlare. Andate via. Ma qualcuno che ha accettato di parlare, di ragionare, alla fine l’abbiamo trovato. Qualcuno che ha spezzato la crosta della rabbia sorda e muta.

 

“Riqualificare il centro storico”

“Uno dei temi della prossima campagna elettorale dovrebbe essere una vera riqualificazione del centro storico. Dobbiamo introdurre  – afferma Enzo Campagna, antiquario del centro storico –  grandi tematiche storiche e culturali per essere all’altezza della lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco di cui facciamo parte, e per incentivare in altro modo il turismo di sosta. Non è possibile fare riferimento  ancora alla vecchia offerta museale del centro storico come il ‘Museo delle curiosità’ o quello degli spiriti. Per attrarre un nuovo tipo di turista dobbiamo creare collezioni, musei di altro prestigio. Bene, per esempio, le grandi mostre organizzate dalla Fondazione San Marino. Io, per mestiere giro il mondo e  credo che possa essere un buon esempio quello che succede a Londra durante le sessioni della grandi case d’asta come Sotheby’s  Christie’s, Dorotheum.  Arrivano da tutto il mondo compratori che, in quello che si chiama il pre-asta, determinano il tutto esaurito nei quartieri intorno alle sedi delle aste.  Già una settimana prima sono a Londra, girano, spendono, fanno shopping. Insomma, si crea un indotto di grande interesse  economico intorno a quel grande evento.  D’altronde,  ci sono 300, 350 aste al giorno, ci sono ottimi motivi per rimanere a Londra. Ecco, questo sarebbe un settore d’eccellenza  da creare e incentivare: potrebbe portare un grande contributo ad una realtà come la nostra. Direi che gli introiti potrebbero essere paragonabili a quelli di un casinò.  Dobbiamo puntare anche a una riqualificazione della nostra categoria commerciale. Non possiamo andare avanti vendendo gadget prodotti in Cina. Il prossimo governo dovrebbe investire sulla formazione per convincerli che si può vendere ben altro ai turisti. E’ necessario che viaggino, i commercianti, che vedano cosa c’è nel resto del mondo. Potrebbe essere interessante per contribuire alla crescita della loro professionalità mandarli nelle dieci fiere più importanti del mondo. E dobbiamo tornare ad essere competitivi: bisogna ristabilire un forte vantaggio nell’acquistare  a San Marino. Il differenziale fiscale con l’Italia è troppo stretto, dovrebbe essere molto più largo per tornare ad essere veramente  competitivi.  Siamo un pochino meno esosi dell’Italia, ma non basta. Un Paese come il nostro deve puntare con più determinazioni su questi fattori trainanti. Nel rispetto naturalmente della piena legalità e nel range di defiscalizzazione permesso dall’UE.  C’è stata la fuga dei capitali dalle banche di San Marino, ma i sammarinesi i loro capitali li hanno lasciati qui nel Paese: mediamente sono 200.000 euro per cittadino. Insomma, certamente c’è grande indignazione nel Paese,  ora la politica deve dimostrare di  avere programmi chiari, non deve giocare con i numeri. E senza nessun dubbio dobbiamo adeguarci a quello che ci chiede l’Europa e l’Italia”.

 

La campagna elettorale corre sul web

“Ho seguito questa prima parte della campagna elettorale specialmente su internet, sui social forum – dichiara Nico Macina, informatico specializzato in 3D, studio in via Giacomini -, meno negli appuntamenti tradizionali o nelle lettura completa dei programmi elettorali.  In questo momento ho ancora una certa confusione rispetto a questi nuovi movimenti che si presenteranno alle prossime elezioni.  Ma l’affacciarsi sulla scena politica di altri protagonisti è sempre un fattore positivo. Non sono del tutto convinto però se rappresenteranno veramente il  rinnovamento della politica e se saranno capaci di determinare il futuro del Paese. Credo, anche perché faccio parte di quel settore, cioè del terziario avanzato, che sia importantissimo puntare  sul Parco scientifico e tecnologico. Le peculiarità che ha questo Paese potrebbero essere le più adatte per trasformarci in un crocevia importante dell’innovazione non solo in Italia ma anche su scala internazionale. Vanno fatti passi importanti per attrarre player prestigiosi. E io preferirei che  in quel tipo di realtà ci fosse più sviluppo e meno produzione. La spesa pubblica è un nodo che va sciolto senza esitazione e con coraggio. Ci dovranno essere scelte difficili ma indispensabili. Non possiamo sempre essere solo noi  imprenditori a pagare i costi così eccessivi della macchina statale. E quei risparmi dovrebbero  essere dirottati verso il mondo delle imprese per far nascere nuove realtà imprenditoriali tra i giovani sammarinesi. Altrimenti l’economia rimarrà soffocata.  Internet sarà probabilmente importante anche per la nostra campagna elettorale. Non quanto lo è stato per quella di Barack Obama che proprio sull’uso straordinario della Rete ha compiuto il salto di qualità. Ma sul fronte degli indecisi, gli elettori più arrabbiati, la Rete può avere un  ruolo vitale”.

 

“I movimenti cavalcano l’onda del malcontento”

“Il passato governo ha fatto scelte condivisibili – afferma William Pruccoli, titolare di un’armeria nel centro storico -, altre invece non le ho assolutamente approvate. Con la segreteria al commercio di Marco Arzilli c’è stato un rapporto di grande cordialità e collaborazione. Siamo riusciti ad aggiustare alcune cose. Aggiustare, però, non vuol dire che le scelte fatte siano state perfette. Speriamo che con il tempo si  possa arrivare alle soluzioni migliori. Arzilli conosce molto bene i problemi della nostra categoria  ma per forza di cose è stato troppo prudente. Tocchi da una parte ma scontenti qualcun altro. Aveva una coperta troppo corta. C’è bisogno di un giusto compromesso. Riqualificare il centro storico è una bella parola ma non è fattibile perché i commercianti non sono commercianti. Sono contro il commercio. Perché un vero commerciante fa come faccio io. Chiude alla sette e mezzo, non alle sei. A quell’ora il centro sembra un deserto. Siamo in quattro, cinque a tenere aperti. E’ una vergogna. Poi ci lamentiamo che la gente non viene? La politica comunque ha molte, molte responsabilità. Ma non confondiamo il politico con la politica. E’ la persona  singola che ha le vere responsabilità di questo stato di cose. Se si ruba non ruba il partito socialista o quello democristiano, ruba l’esponente di quel partito che noi avevamo votato e che ha deluso. Non delude il partito come istituzione. Ho letto i programmi dei nuovi movimenti ma non condivido. Stanno cavalcando l’onda, non basta metterci la faccia e dire quello che la gente vuole sentirsi dire.  Dobbiamo invece combattere una crisi che c’è e può diventare irreversibile. Ci vorrebbe il vero politico che noi non abbiamo come non ce l’ha l’Italia. Ci vogliono delle persone che abbiano un’idea complessiva del Paese: non basta dire voglio il casinò, la prostituzione di Stato, o la pista di Formula 1 o il motomondiale. I sondaggi dicono che i voti che perderebbero socialisti e democratici cristiani andranno verso i nuovi movimenti o le liste civiche. Uno si alza, dice una fregnaccia e prende quattro consiglieri. Per me non è così, non ci credo. Tre idee sulle quali si potrebbe lavorare: limare verso il basso i livelli alti delle pensioni con un tetto massimo di 3 mila euro, eliminare gli sprechi dando efficienza alla pubblica amministrazione,  e  riqualificazione del centro storico. Non si possono aprire doppi sensi di circolazione nel centro storico. Certe vie andavano chiuse del tutto. Siamo patrimonio mondiale dell’Unesco. E’ stata un’altra pagliacciata”.

 

Scontento generale Programmi  sconosciuti

“Essere apolitici in questo momento – afferma Marco Tentoni, titolare di un’ attività in via Giacomini, galleria d’arte e negozio di alto artigianato specializzato in cornici –  sarebbe un grave errore. E’ vero lo scontento è generale. Ci sentiamo presi in giro, derubati e maltrattati in qualche modo. Io risiedo da circa 12 anni a San Marino, sono arrivato proprio nella fase di declino della politica. In famiglia quando parlo con mia moglie, sammarinese, siamo, come dire, dispiaciuti. Come è stato possibile che una piccola realtà di trentamila anime possa essere finita così nel baratro?  Questo Paese poteva essere veramente una piccola gemma. E’ orribile quello che sta succedendo. La politica ha certamente le sue enormi responsabilità ma anche noi cittadini abbiamo fatto la nostra parte stando zitti oppure avendo comportamenti  da censurare assolutamente. Non c’è mai stata innovazione, progetti che portavano evoluzioni dell’attuale situazione, la cultura l’hanno massacrata, a parte qualche episodio positivo. Eppure a San Marino qualche anno fa si facevano iniziative molto interessanti. E’ veramente un peccato. I programmi dei partiti li abbiamo letti poco o niente. La presenza di nuovi schieramenti  rimane comunque un segnale positivo, specialmente se portati avanti da giovani che vogliono cambiare il Paese.  E non mi ha meravigliato questa infiltrazione mafiosa quando vedi la crescita senza fine delle case come se fosse il gioco del Lego e immagini subito che ci sia  qualcosa sotto  di molto losco. Io con la mia attività che ho voluto fortemente dedicata all’arte e all’artigianato cerco di portare il mio contributo nel cambiare il paese non facendo scomparire mestieri come questo che salvano la vita in un certo senso. Bisogna aprire le menti anche con iniezioni di bellezza”.

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