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Pubblica Amministrazione, si possono fare grandi risparmi

da Redazione

È un dato di fatto che la spesa corrente nel nostro paese sia sopra le righe, ma non è soltanto fatta dagli stipendi dei pubblici dipendenti. Anzi diciamo che l’incidenza di questi ultimi è tra il 20 e il 25% della stessa spesa corrente: sulla restante percentuale si possono fare molte riflessioni. Una spesa oculata sicuramente è possibile; anzi, tanto più in una situazione di sofferenza del Bilancio dello Stato come quella attuale, direi che è senz’altro doverosa, ma da dove cominciare?

Un settore dove sicuramente si possono fare risparmi consistenti, ad esempio, è l’organizzazione del territorio. Quasi sempre nelle aree di nuova urbanizzazione lo Stato insegue il privato. Mi spiego meglio: lo Stato interviene dopo che le concessioni edilizie sono state rilasciate e gli immobili sono già stati edificati, e non sempre seguendo gli stessi criteri (ad esempio le quote, che sono a discrezione dei progettisti, non sempre coincidono tra i vari progetti). Di norma lo Stato interviene in base alle richieste dei singoli di volta in volta; solo ad area completata provvede al completamento delle infrastrutture.

Questo modo di operare è un enorme spreco di risorse pubbliche; fare interventi singoli di volta in volta per poi intervenire successivamente ad urbanizzazione completata, il più delle volte significa riprendere o modificare opere già fatte, con grande dispendio di risorse oltre che disagi per la cittadinanza.

Mentre il modo più corretto sarebbe, per ogni area urbana, preparare prima le infrastrutture comprese di tutti i servizi con la contribuzione dei privati che vogliono urbanizzare l’area, e solo successivamente rilasciare le concessioni edilizie, come d’altronde avviene nel circondario, in cui l’urbanizzazione viene realizzata dai privati su progetto pubblico, e solo a opere complete di tutti i servizi, compresi di pubblica illuminazione e marciapiedi, vengono rilasciate le concessioni edilizie. Non dobbiamo inventarci nulla…

La pianificazione del territorio può essere una notevole fonte di risparmio, assieme anche ad una più attenta valutazione delle convenzioni che lo Stato stipula con i privati, convenzioni che il più delle volte non sono a vantaggio dello Stato, e cioè di tutta la collettività. A questo propositivo, le convenzioni che lo Stato stipula con i privati devono essere rese pubbliche e consultabili da tutti, per una maggiore trasparenza.

Le associazioni di categoria, da parte loro, spesso lamentano il costo della Pubblica Amministrazione, che in effetti non è basso, ma non si lamentano affatto delle tante commesse che le aziende private richiedono/ricevono dallo Stato.

Non è un caso che la maggior parte dei cantieri per opere pubbliche aperti negli ultimi tempi, sono principalmente appalti dello Stato ad aziende private. Non so se sia giusto o sbagliato, non è uno scandalo se in momenti di crisi lo Stato interviene a sostegno dell’economia, ma quanto meno gradiremmo un po’ meno demagogia da parte delle associazioni di categoria, mentre sarebbe auspicabile che invece chiedessero maggiore efficienza alla burocrazia della Pubblica Amministrazione.

L’efficienza della PA, aspetto poco trattato nel pacchetto di legge di riforma recentemente approvato, crea risparmi, non solo a se stessa, ma anche a vantaggio di tutta la collettività, comprese le categorie economiche. Ma su questo punto non si sono sentite grandi richieste da parte degli imprenditori.

 

Raniero Cavalli (membro Segreteria FUPI-CSdL)

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