Dopo una lunga, intensa e niente affatto scontata riunione, venerdì scorso il Comitato di Indirizzo Strategico ha dato il via libera a quello che, sarà il testo che i vari organismi che fanno parte dello stesso Comitato andranno a firmare il prossimo 6 novembre.
di Loris Pironi
SAN MARINO – Dopo una lunga, intensa e niente affatto scontata riunione, venerdì scorso il Comitato di Indirizzo Strategico ha dato il via libera a quello che, a grandi linee, sarà il testo che i vari organismi che fanno parte dello stesso Comitato andranno a firmare prossimamente. Non il 30 ottobre come preventivato in un primo momento bensì la settimana successiva, verosimilmente il 6 novembre, a causa della necessità tecnica di far approvare il testo – quando sarà definitivo, ovverosia nei prossimi giorni – dai rispettivi organismi direttivi.
Dicevamo che il testo dell’Accordo di Concertazione è “quasi” definitivo nel senso che in questi giorni si è lavorato per gli ultimi emendamenti, integrazioni, ritocchi al documento che è la sintesi dei quattro documenti scaturiti dalle rispettive Commissioni specifiche che si sono riuniti più volte nelle ultime settimane (per questo su Fixing della scorsa settimana abbiamo parlato di “parco a velocità supersonica”).
Il risultato finale è un documento di una dozzina di paginette che rappresenta non il “Progetto operativo” bensì il “Progetto definitivo” (i cui dettagli, esclusiva di Fixing, potete leggere nella pagina a fianco). Qui si gioca sul filo delle definizioni ma il concetto in soldoni è il seguente: con questo documento il Comitato di Indirizzo Strategico pone i paletti dentro cui ci si dovrà muovere e in particolare entro cui dovrà muoversi il prossimo governo.
Si tratta però – come ha spiegato venerdì scorso all’ampia platea dei membri del Comitato riuniti nella sede dell’Università Alessandro Giari (nella foto), Presidente di APSTI (l’Associazione Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani), incaricato di coordinare il lavoro in questa fase così delicata – di un progetto che delinea ma che non comprende tanti aspetti fondamentali per la nascita del parco. Parliamo in particolare di quali saranno i partner, i membri del Comitato sono gli animatori dell’iniziativa, ma ad esempio potrebbero anche non essere tutti interessati a rientrare nella società di gestione. Parliamo appunto della stessa società di gestione del futuro Parco Scientifico e/o Tecnologico di San Marino e Italia (anche la sfumatura legata alla percentuale più o meno alta di vocazione scientifica e tecnologica ancora non è stata delineata). E poi c’è la parte fisica del parco; le agevolazioni per chi vuole investire. Tutta la parte enormemente importante e delicata del venture capital: chi e come se ne occuperà? Sarà una società esterna o il settore finanziario sammarinese riuscirà ad organizzarsi per offrire al Parco e alle società interessate ad investire un prodotto finanziario estremamente settoriale di cui finora non si è parlato, nel concreto, a San Marino?
Insomma, gli interrogativi sono tanti, il progetto su cui costruire quella che dovrà rappresentare una fetta considerevole del futuro dell’economia sammarinese è ancora in divenire. Per il momento non sono ancora iniziati gli scavi per le fondamenta, ma si cercherà, il prossimo 6 novembre, di delimitare il perimetro del progetto più ambizioso e positivo che il Titano ha messo in piedi da decenni a questa parte.
Le perplessità
Ve le abbiamo anticipate sul numero scorso di Fixing, non è tutto così semplice e scontato. Gli imprenditori di ANIS ad esempio hanno evidenziato come, in questa fase così di corsa, si rischia di lasciare indietro qualcosa, ed è un rischio che oggi non si può correre. Ricordiamo, detto così, fuori dai denti, che l’accelerazione è sì stata imposta da APSTI, che ha preso in mano le redini della diligenza, ma che è facile supporre, per così dire, una casualità che va per lo meno evidenziata tra questa accelerazione e le elezioni del prossimo novembre. Insomma, chi fa impresa ed è abituato a ragionare e lavorare su basi concrete, è preoccupato che dopo anni (quasi un decennio) di tira e molla, di avanzamenti e ripensamenti, per una contingenza elettorale si rischi di fare passi avventati che possano compromettere un progetto che piace e che rappresenta un’opportunità assai preziosa per il Paese. Chissà se le rassicurazioni del Presidente Giari in questa fase possono bastare. Sicuramente ANIS e gli imprenditori che hanno fatto parte delle quattro Commissioni qualche osservazione o emendamento lo presenteranno prima della stesura finale del testo, slittata dal 30 ottobre al 6 novembre.