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Ispettorato, procedure, anti-tangenti. Perché non condividere l’esperienza?

da Redazione

A margine della presentazione dei dati del lavoro irregolare, la scorsa settimana a Palazzo Mercuri, il Direttore dell’Ufficio del Lavoro Loris Francini ha posto qualche paletto rispetto agli abusi evidenziati dalla Commissione Antimafia e che hanno portato a indagare per corruzione due funzionari della pubblica amministrazione.

 

di Loris Pironi

 

A margine della presentazione dei dati del lavoro irregolare, la scorsa settimana a Palazzo Mercuri, il Direttore dell’Ufficio del Lavoro Loris Francini ha posto qualche paletto rispetto agli abusi evidenziati dalla Commissione Antimafia e che hanno portato a indagare per corruzione due funzionari della pubblica amministrazione. È stato spiegato alla stampa che non si tratta di dipendenti dell’Ispettorato bensì dell’ISS ed è stato evidenziato anche che l’Ufficio del Lavoro e in particolare la sezione Sicurezza ha messo in piedi un’organizzazione volta proprio a contrastare anche solo la tentazione di dar corso a fenomeni distorsivi. Nello specifico: esiste un programma settimanale di lavoro sui controlli con estrazione casuale dei COE sottoposti a verifica, gli ispettori escono a coppie che ruotano continuamente; chi immette gli accertamenti nel programma informatico non è la stessa persona che ha eseguito materialmente il controllo. E poi c’è un registro riservato con tutte le segnalazioni e le denunce (mai anonime) che è tenuto dal capo sezione ispettorato che invia direttamente le verifiche. In questo modo, ha spiegato il Direttore Francini, è molto difficile che si possano verificare casi come quelli evidenziati dalla Commissione Antimafia.

Da Fixing allora è sorta spontanea una domanda. Come è possibile che se l’Ufficio del Lavoro ha messo in piedi un meccanismo così efficace nessuno abbia pensato di trasmettere questa “buona pratica” all’ISS? Si sarebbero probabilmente evitati quei casi che hanno fatto parlare, all’estero, di una tangentopoli made in San Marino. La risposta, sincera, di Francini, è stata che effettivamente sarebbe stato utile comunicare tra settori della pubblica amministrazione. E che, una volta che è emerso il problema, “una maggiore collaborazione sarà opportuna”. L’auspicio è che non resti lettera morta.

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