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San Marino, ecco la (nuova) verità sul parco tecnologico

da Redazione

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Del progetto di un parco scientifico e tecnologico, a San Marino, se ne parla da tanto tempo. Ora il progetto ha ricevuto una fortissima accelerazione, ed è stato sottoposto anche a diversi cambiamenti rispetto alle idee originarie. Fixing vi dice cos’è cambiato.

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SAN MARINO – Del progetto di un parco scientifico e tecnologico, a San Marino, se ne parla da tanto tempo. Anni, cinque se si guardano gli atti concreti, una decina ormai se si pensa a quando fu gettato il seme dell’idea. Più volte sono state individuate quelle che avrebbero dovuto essere le caratteristiche e che i capisaldi del progetto, ma poi si è sempre e comunque deciso di battere altre strade. E il progetto è rimasto nel cassetto. Finora. Oggi, complice la crisi di governo – un paradosso elettorale – il meccanismo si è velocizzato incredibilmente. Pure troppo, osserva qualcuno. È stato creato un tavolo di lavoro con specifiche commissioni, gli incontri si stanno susseguendo serrati e nei prossimi giorni il progetto verrà presentato ufficialmente.
Forse è il caso di tornare a fare chiarezza. Spiegando da dove si riparte e quali sono gli elementi che caratterizzano il nascituro PST San Marino – Italia che sta prendendo corpo proprio in queste settimane.

 

Il ruolo di APSTI e gli altri attori

APSTI è l’Associazione nazionale dei parchi scientifici e tecnologici; ne raggruppa più di una trentina sparsi per l’Italia. È diventato ufficialmente partner del progetto italo-sammarinese in virtù della sottoscrizione di un accordo triennale di collaborazione sottoscritto lo scorso mese di aprile.
È APSTI che ha preso in mano le redini, realizzando un documento di sintesi e coordinando il lavoro dei vari soggetti seduti al tavolo della concertazione. Ci sono diverse Segreterie di Stato, associazioni di categoria e sindacati sammarinesi, il sistema del credito, la Camera di Commercio di San Marino e quelle di Rimini e Pesaro-Urbino e altri soggetti pubblici delle medesime Province. Sono questi soggetti che il prossimo 30 ottobre sigleranno un documento che rappresenterà il punto di partenza del Parco Scientifico e Tecnologico di San Marino (più tecnologico che scientifico, ma di questo parleremo poi) e che impegnerà il prossimo governo, indicando la strada da seguire. Una strada tracciata ma non dettagliata, tanto che gli elementi principali che dovranno caratterizzare il parco (caratteristiche morfologiche e funzionali della struttura edilizia e dei servizi, la natura giuridica della società di gestione, le imprese che vi faranno parte, eccetera) saranno definite soltanto in una seconda fase.

 

La mission: un parco di terza generazione

L’accordo tra San Marino e APSTI specifica testualmente che il parco italo-sammarinese dovrà evolvere in “un vero e proprio hub internazionale”.
Il documento di sintesi presentato ai partner sammarinesi nelle ultime settimane specifica che si tratta di un “parco di terza generazione”. Il primo concetto si basa sulla possibilità di sommare le peculiarità statuali di San Marino alle potenzialità della rete dei parchi scientifici e tecnologici italiani: un mix che se ben realizzato può permettere di utilizzare l’hub sammarinese come un accentratore di investimenti non solo dalla Penisola. Per parco di terza generazione invece s’intende una struttura capace di interagire e di condizionare il territorio di riferimento in termini di crescita economica e sociale. In pratica, grazie al parco, agli investimenti e alle politiche messe in campo per valorizzarlo, il concetto è che deve essere condizionata in positivo anche l’economia stessa del Paese e chiaramente dei territori limitrofi che ricadono nella sfera d’influenza del parco.


La “parte fisica”? Ritorna in auge

Per lungo tempo si è pensato al futuro e futuribile PST di San Marino (anche) come una sorta di motore immobiliare. Lo diciamo fuori dai denti: nuovi laboratori da impiantare, case e appartamenti per i ricercatori, capannoni… un approccio sciagurato che ha contribuito a rallentare il progetto. Il concetto di pensare al contenuto prima che al contenitore che in più di un’occasione ha espresso Alessandro Giari, Presidente di APSTI, in questo senso calza a pennello. Nel frattempo sul Titano si è passati da un eccesso all’altro: per oltre un anno si è andati ripetendo che di “parte fisica” non c’era bisogno, che il parco sarebbe stato trasversale e spalmato su tutto il territorio.
Oggi anche questa visione è superata. Una “parte fisica” del parco ci sarà, conterrà servizi e richiederà infrastrutture. Ma almeno per il momento non si parla di questo.


Connotazione turistica. Ma non sarà l’unica

È emerso in queste ultime settimane una prima riguardante la caratterizzazione del futuro parco. Poiché la struttura dovrà – necessariamente – guardare alle esigenze del territorio e delle sue imprese, stante la vocazione turistica sammarinese (2 milioni di visitatori annui) e l’imprinting dei territori rivieraschi, si è pensato di partire con un approccio che guardasse al turismo. Anche al turismo, non solo, come specifica chiaramente, nell’intervista qui a fianco, lo stesso Presidente Giari. Tutto questo non preclude altre strade ed altre soluzioni, perché non sarà un parco monotematico. E poi forse bisogna chiarire cosa comprende il turismo. Si parla di tecnologie per la promozione on-line, l’informatica più in generale, le telecomunicazioni, la domotica, tutta la green economy. Anche solo così rientrerebbero tante imprese operanti in Repubblica e nei territori limitrofi. E, a proposito, è quasi scontato ritenere che proprio nella fase di definizione degli ambiti sarebbe importante un coinvolgimento delle imprese, proprio per dare un’impronta significativa all’intero progetto.


La metodologia di lavoro

La prima fase è, appunto, quella della concertazione. Sono state istituite quattro commissioni che hanno lavorato su specifici argomenti. Che sono i seguenti. “Strumento funzionale alla nascita di nuove imprese ad alto contenuto tecnologico e modalità d’uso”.
“La collaborazione con il sistema della ricerca” (per individuare i modelli d’interazione più efficaci tra sistemi d’impresa e tra questi ed il sistema della ricerca e delle azioni tese a favorire la definizione di accordi con il sistema italiano e sammarinesi della ricerca). “Traiettorie di sviluppo per filiere tecnologiche e piattaforme tecnologiche di servizio” (per individuare i modelli organizzativo – funzionali in relazione a specifici settori prioritari per il PST). Infine, “Finanza per l’innovazione” (mirata ad individuare gli strumenti finanziari per la nascita e sviluppo di nuove imprese high-tech). Queste quattro commissioni hanno lavorato nelle ultime settimane fino ad arrivare a realizzare altrettanti documenti di sintesi, attualmente in fase di elaborazione da parte di APSTI, in virtù dei quali si giungerà alla realizzazione del documento che dovrà essere sottoscritto ai primi di novembre e che impegnerà il prossimo Governo di San Marino.

 

PST tab 1

 

PST tab 2

 

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