Home FixingFixing Gestione dei rifiuti. Autoveicoli fuori uso: cosa è recuperabile e cosa no

Gestione dei rifiuti. Autoveicoli fuori uso: cosa è recuperabile e cosa no

da Redazione

Spinterogeno, spazzole rotanti, cinghie di distribuzione, albero di comando, semiasse, airbag. Sono solo alcuni nomi dei pezzi che compongono un autoveicolo, e che vengono pronunciati dai meccanici quando portiamo l’auto a far riparare.

 

di Mirkare Manzi

 

Spinterogeno, spazzole rotanti, cinghie di distribuzione, albero di comando, semiasse, airbag. Sono solo alcuni nomi dei pezzi che compongono un autoveicolo, e che vengono pronunciati dai meccanici quando portiamo l’auto a far riparare. E, se il mezzo ha già un po’ di anni e di chilometri percorsi, può accadere di sentirsi rispondere: “Non è riparabile”, oppure “l’intervento è più costoso del valore commerciale della macchina”. Con un po’ di malinconia (ci si affeziona anche agli autoveicoli, è chiaro), si è costretti ad acquistare un nuovo quattro ruote. Su quello che abbiamo dovuto abbandonare cade una sentenza senza appello, che suona come un martello: è fuori uso. Cosa fare adesso? Le opzioni sono due: o ci si dirige verso un’autoconcessionaria, si lascia il vecchio mezzo e si acquista un veicolo nuovo (o usato), oppure si rottama la vecchia auto. Nel primo caso, il concessionario che ritira il vecchio mezzo diventa detentore dello stesso, e provvederà a rottamarlo in un centro autorizzato. Nel secondo caso invece il privato si reca in un centro di demolizione autorizzato (la ditta Beccari srl si occupa anche di auto) portando con sé la carta di circolazione, una copia delle revisione e le targhe. Il demolitore rilascia a questo punto un documento che servirà per radiare il veicolo dal registro automezzi.


Dentro l’auto

 

Ma da cosa è composta una quattro ruote? Quali le percentuali di materiali? Presa a modello un veicolo di segmento C, il 75% è composto da materiali ferrosi e non ferrosi, il 5% da gomme, il 15% da plastica e tessuti, il 5% da miscele e fluidi (ad esempio l’olio, l’acqua, eccetera).        

 

Recupero

 

Con il passare degli anni, il comparto legato alle automobili si sta sempre più adattando all’ambiente. Se anni fa un’auto di segmento C pesava 1.100 kg, oggi lo stesso modello pesa 990 kg e in futuro arriverà a un peso di 750 kg. Il motivo è subito spiegato: sono state introdotte leghe sempre più forti, leggere e riciclabili. Così si è passati da un’auto che aveva al suo interno 695 kg di acciaio e 350 kg di alluminio a mezzi che in futuro saranno costruiti con 220 kg di acciaio e 190 kg di alluminio. Con la diminuzione del peso (-350 kg, da 1.100 kg a 750 kg), calano anche i rifiuti. Le case automobilistiche stanno spingendo l’acceleratore sull’ambiente: l’obiettivo è quello di arrivare a creare una serie di auto con un’alta percentuale (80%) di materiali provenienti dal riciclo.

 

Italia

 

Infine, due dati curiosi. In Italia non esiste un numero preciso di demolitori. Le stime parlano di poco meno di 2.000 centri, che gestiscono circa un milione e mezzo di tonnellate di automezzi (circa 1 milione e mezzo di veicoli). Circa il 60% dei demolitori è ubicato nel nord Italia, il 15% nel centro Italia e il 25% al sud.

Per avere un’idea della portata del settore, può essere indicativo leggere i seguenti dati: da un milione di autovetture demolite (quindi si parla di circa un milione di tonnellate di materiali) si ricavano 130 mila tonnellate di componenti di recupero, 620 mila tonnellate di materiali ferrosi, 250 mila tonnellate di residui non metallici, che andranno smaltiti nei centri autorizzati.

Nella prossima rubrica, il primo venerdì di novembre, parleremo di rifiuti provenienti da attività di costruzione e demolizione di edifici industriali e civili.

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