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San Marino 3.0: Processi per direttissima ma non per i sammarinesi

da Redazione

Il problema sollevato da San Marino 3.0 è reale, ma la soluzione proposta è di quelle che fanno accapponare la pelle ai giuristi e, soprattutto, a chi desidera ardentemente mantenere (o portare, dipende dalla prospettiva) San Marino in una salda posizione all’interno del consesso internazionale.

di Loris Pironi

 

SAN MARINO – Il problema è reale, la soluzione proposta è di quelle che fanno accapponare la pelle ai giuristi e, soprattutto, a chi desidera ardentemente mantenere (o portare, dipende dalla prospettiva) San Marino in una salda posizione all’interno del consesso internazionale. La proposta è lanciata da San Marino 3.0, lista che si presenterà alle prossime elezioni politiche, ed è una sparata.

Il concetto è questo. Ci sono stranieri che delinquono a San Marino e non sono puniti. “La notizia di sabato – scrive in una nota 3.0 – è che due stranieri (rumeni) sono stati condannati dal nostro Tribunale ad un anno e sette mesi per prelievi con carte bancomat clonate alla Banca Agricola Sammarinese di Dogana”, ma di carcere faranno zero giorni. Basta che non rimettano più piede nell’angusto territorio della Repubblica e non subiranno le conseguenze dei propri gesti. E allora ecco la proposta: San Marino 3.0 si dice favorevole ai processi per direttissima ai forensi colti in flagranza di reato.

Solo per i forensi, non per i sammarinesi, in barba al consolidato del diritto internazionale (e della civiltà occidentale) dell’uguaglianza tra le persone.

Il concetto di San Marino 3.0 è che è ingiusto e pericoloso che chi commette reati in un piccolo Paese può cavarsela semplicemente oltrepassando il confine di Stato (un porto franco al contrario), “in quanto se si sparge la voce tra gli sbandati ed i delinquenti saremo subissati di reati, tanto questi non vengono puniti nella realtà, e quindi hanno tutto l’interesse a commettere delitti”. E la proposta, per “cambiare registro”, è quella di “fermare con l’arresto immediato i forensi che sono colti in flagranza di reato, processarli per direttissima in modo tale che possano scontare la pena e quindi che questa sia certa. E’ importante soprattutto che si sappia che se si viene a San Marino per delinquere poi si scontano i propri reati. Tutto il contrario di adesso”.

Anche la chiusa della nota solleva, qui, in redazione, almeno un’altra perplessità (oltre a quella già sviscerata sulla disparità di trattamento, su cui più non ci dilunghiamo): “Con San Marino 3.0, unica lista fatta da cittadini sammarinesi non politici, non sarà più così! Chi sbaglia deve pagare, e se straniero subito, immediatamente, in modo che non possa più fuggire e non scontare la sua pena”. Ma come ci si può presentare alle elezioni, come si possono proporre leggi – per quanto discutibili – dicendo nel contempo di non essere politici? Le chiacchiere da bar sono una cosa, l’impegno civico è tutt’altro. Con tutta la simpatia possibile, ci permettiamo dunque un suggerimento per la comunicazione: visto che adesso è ufficiale che vi presentate alle elezioni, dite che in lista non avete politici di professione o gente che ha esperienza in Consiglio o nei partiti. Magari è più corretto nei confronti di chi vi deve votare…

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