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Diario della crisi del 5 ottobre

da Redazione

Molti istituti bancari tedeschi nei formulari prestampati per i clienti hanno introdotto una clausola che fissa le regole per il cambio dell’euro con il marco.

 

di Saverio Mercadante

 

La Germania già si prepara a un possibile abbandono dell’euro. Molti istituti bancari tedeschi nei formulari prestampati per i clienti hanno introdotto una clausola che fissa le regole per il cambio dell’euro con il marco.

E una legge stabilisce che in caso di addio alla moneta unica sarà garantito l’importo depositato.

L’Europa vuole che gli istituti di credito costruiscano una profonda trincea che divida le attività più tradizionali da quelle di trading e ad alto rischio. Era già successo nel 1933 negli Stati Uniti d’America dopo la Grande Depressione. Si chiamò Glass-Steagall Act. In Italia si operò nello stesso modo nel 1936 con la Legge bancaria. L’obiettivo anche oggi ai tempi della Lunga Crisi è quello di limitare i rischi per i risparmiatori ed evitare di far gravare su di loro gli effetti di eventuali nuovi tracolli.

“E’ necessaria una separazione legale”, si legge nel Rapporto del gruppo di alto livello di esperti guidato dal governatore finlandese Erkki Liikanen affinché il settore del credito possa diventare più trasparente e più facile da vigilare. Ha vigilato anche la telecamera del parcheggio dove aveva posteggiato nel posto per i disabili la sua Jaguar Antonio Piazza, presidente dell’Aler di Lecco (Azienda lombarda per l’edilizia residenziale). Costretto a spostare l’auto dai vigili urbani chiamati dal disabile, si è vendicato bucando le gomme della macchina del portatore di disabilità una volta che gli agenti si erano allontanati. Non hanno vigilato invece su “Tributi Italia spa”. Riscuoteva le tasse per 400 comuni. Sono stati sottratti illegalmente 100 milioni che sarebbero dovuti tornare al netto del servizio ai comuni. Il suo ad Giuseppe Saggese attraverso artifici contabili se ne è intascati altri 20. Doveva essere, secondo alcuni, l’alternativa comunale “buona” ad Equitalia. Dalle ruote bucate da Piazza alle tasche bucate di Saggese l’Italia affonda tutta nella melma.

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