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San Marino può privarsi del voto di tanti suoi cittadini?

da Redazione

Marco Tura: “La partecipazione alla “Consulta dei Sammarinesi all’Estero” è uno dei nuovi ed appassionanti impegni, che mi riserva il ruolo di segretario generale della CDLS. Quello che sembrava un appuntamento solo formale, si è rivelato un momento estremamente interessante per i contenuti dibattuti. Ciò che mi ha particolarmente colpito è stata la grande generosità di persone che hanno affrontato grandi sacrifici per aiutare il nostro Paese a risollevarsi dalle difficoltà dell’immediato dopoguerra, e che, ancora oggi, sono sensibili alle problematiche sociali di San Marino. Ma si deve amaramente constatare che tale grande generosità sembra essere una prerogativa dei soli cittadini sammarinesi residenti all’estero, nonostante siano stati nel recente passato discriminati dalla politica del nostro Stato. Mi riferisco chiaramente al mancato diritto, di esprimere il voto di preferenza alle consultazioni politiche per il rinnovo del Consiglio Grande e Generale. Le motivazioni che hanno portato a quel tempo la politica a prendere tale decisione, oggi sono ampiamente superate, basti pensare alla rivoluzione del web che ha portato alla globalizzazione dell’informazione. E se il problema era la lotta al voto di scambio, cosa peraltro ancora in vigore all’interno della Repubblica, lo si potrebbe affrontare in altro modo, senza togliere un diritto a cittadini che non sono di serie B. Se invece il problema era di natura economica, si potrebbero adottare diverse soluzioni alternative, già collaudate in altre parti del mondo.

Allora mi chiedo: perché alcuni nostri giovani, cresciuti a San Marino, che per scelta o per necessità si sono dovuti trasferire recentemente all’estero e che potrebbero fra qualche anno rientrare in patria, devono essere costretti a non votare persone, magari coetanee, che conoscono benissimo e delle quali si fidano?

Perché limitare un diritto ai cittadini residenti all’estero, obbligandoli a dare un voto ad una lista, dando così un vantaggio a tutte le persone appartenenti a quel partito, anche se non si apprezza la loro opera?

Perché umiliare alcuni cittadini, disprezzandone la dignità, i quali comprendono correttamente la differenza tra dare fiducia alle persone di buona volontà oppure gratificare gruppi formati sulla base di interessi particolari?

Temo che la risposta a tutte le mie domande risieda nell’egoismo che attanaglia la gran parte dei cittadini residenti. Egoismo che si rispecchia nel tassare di più lavoratori non residenti e mutilare diritti democratici a cittadini non residenti. Se continuiamo così dov’è il limite?

Mi rivolgo quindi a tutti i candidati, per invitarli a riscoprire i valori fondamentali del nostro Paese, affinché non si distingua per le differenze che sa creare tra le persone ma, piuttosto, per la valorizzazione dei differenti talenti che le stesse possono esprimere.

Mi rivolgo in modo particolare a quei candidati che hanno deciso di aderire alla coalizione “San Marino Bene Comune”. Il nome che avete scelto per la vostra coalizione non è solo uno slogan, ma è un preciso impegno che vi siete assunti nei confronti del Paese e di tutti i suoi cittadini. Il Bene Comune è il più importante obbiettivo della dottrina sociale, scritta da persone ispirate, presa a riferimento da tutti nel mondo e basata su valori fondamentali come la libertà, la solidarietà, la giustizia, l’altruismo e la gratuità.

Insomma, Bene Comune ha un significato ampio e denso di valori e non può essere inteso solo come benessere comune e speso superficialmente in qualche comizio.

L’uso strumentale dei valori alimenta l’egoismo, poiché spesso vengono declinati in base alle proprie convenienze, mentre i valori hanno un confine preciso. Questi confini devono rappresentare un punto di riferimento più alto delle promesse elettorali. Si deve allora ridare la dovuta dignità alle persone, pensando che vengano prima di qualsiasi conflitto politico.

Io sono a vostra disposizione per confrontarmi con ognuno di voi, sempre che lo vogliate”.

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