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Commissione Antimafia, Lonfernini (Upr): Si rifiutino le distorsioni

da Redazione

Commissione Consiliare Antimafia, la domanda è d’obbligo: dobbiamo aprire una vera e propria questione morale, a San Marino? Fixing ha chiesto una risposta ai politici dei due schieramenti. La voce di Giovanni Lonfernini (Upr).

di Loris Pironi

 

SAN MARINO – Pur considerando la matrice politica della Commissione Consiliare Antimafia, pur dando per assodato che il risultato è solo parziale per via del poco tempo a disposizione, non possiamo però fare finta di niente davanti allo scenario che è stato delineato. A questo punto la domanda è d’obbligo: dobbiamo aprire una vera e propria questione morale, a San Marino? Fixing ha chiesto una risposta ai politici dei due schieramenti.

Giovanni Lonfernini (Unione per la Repubblica) dopo il dibattito relativo alla commissione d’inchiesta punta il dito contro le criticità del sistema, ma vuole anche provare a vedere positivo: “C’è l’impegno, nel Paese, affinché si rafforzi una coscienza civile che rifiuti le distorsioni emerse nel quadro illustrato dalla Commissione. E ora si devono rafforzare tutte quelle Istituzioni che operano in difesa del Paese, a cui dovranno essere messi a disposizione strumenti sempre più efficaci e mirati”. Però non ci gira intorno Lonfernini: “È emerso un quadro non solo politico ma anche economico, sociale e culturale che è davvero desolante. Mi dispiace che nel dibattito consiliare abbia prevalso una mancata dialettica politica rispetto all’analisi sviluppata dalla Commissione. Anche perché sono emerse distorsioni che confermano l’esistenza di un vero e proprio sottobosco che opera al limite tra la politica e l’affarismo”. In effetti il problema non è solo della politica. “Il lavoro della Commissione deve essere considerato, oggi, un punto di ripartenza, uno strumento per rileggere e aggiornare tutto il nostro sistema economico. Dal lavoro svolto dalla Commissione deve nascere una nuova e maggiore consapevolezza di salvaguardare quella gran parte della nostra economia che è sana. Il nostro non è un Paese di camorra come è emerso dai titoli di alcuni quotidiani italiani, ci sono presidi di legalità sul territorio che rappresentano dei punti fermi e che, in virtù anche del percorso, pur traumatico e imposto dagli organismi internazionali, che abbiamo intrapreso, vanno valorizzati e rafforzati in un’ottica di legittimazione. Ma auspico un vero e proprio salto di qualità da parte dell’intera offerta politica”.

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