Non siamo giocatori, ma siamo pronti a scommettere che, oltre alla questione dell’antimafia e delle canoniche ritrite priorità, la campagna elettorale non potrà non affrontare il tema casinò. E’ l’eterno dilemma in salsa sammarinese. Al di là della questione “morale”, chiamiamola così, noi giochiamo a carte scoperte. E vogliamo fare in modo che l’eventuale dibattito sia lontano da posizioni fuorvianti.
di Loris Pironi
SAN MARINO – Non siamo giocatori, ma siamo pronti a scommettere che, oltre alla questione dell’antimafia e delle canoniche ritrite priorità, uno dei temi su cui il cammino verso le urne è destinato a infiammarsi sarà ancora una volta la questione del casinò. Gli eterni dilemmi. Sì o no, aperto ai sammarinesi oppure no; in pieno centro storico oppure sul confine. Del resto, i movimenti civici hanno acceso la miccia sulla materia, ora aspettiamo che si pronuncino anche i partiti tradizionali: non mancherà di accadere.
Intanto noi giochiamo a carte scoperte. Almeno questa volta, non ne facciamo una questione morale, ma ci confiniamo al puro pragmatismo. Anche perché il dibattito, a San Marino, oggi, se proprio si volesse essere concreti, non dovrebbe essere casinò sì o no, ma andrebbe semmai legato ai giochi della sorte nel complesso. Siamo ancora più precisi: ci si dovrebbe porre la iniziale questione se sia o meno il caso di chiudere quello che già c’è, e che – non dimentichiamolo – porta una discreta entrata per le casse dello Stato, altrimenti si rimane legati alla solita improduttiva demagogia. E anche qui di fronte ai conti dello Stato che piangono sangue, piaccia o no, non è davvero immaginabile che le coalizioni elettorali possano anche solo iniziare a ragionare su una simile ipotesi.
Dando questa premessa per assodata, quello che temiamo allora è che il dibattito in campagna elettorale si areni su posizioni sterili, banali, semplicistiche e soprattutto fuorvianti. Com’è stato sempre, fino ad oggi. Per questo motivo abbiamo voluto mettere un punto, e abbiamo chiesto un parere assolutamente “tecnico”, su tutta la questione dei giochi, al Direttore della Giochi del Titano, Salvatore Caronia.
Almeno sino allo scorso anno ha fornito alle casse dello Stato ritorni per circa 11 milioni – questo il dato fornito dal Direttore Caronia – tra utili e imposte. Tanto per intendersi, conti alla mano, la Giochi del Titano da sola incide più o meno quanto il provvedimento che ha tagliato le spese produzione reddito di tutti i 6 mila lavoratori frontalieri.
LEGGI L’INTERVISTA AL DIRETTORE DI GdT SALVATORE CARONIA