Fixing vi dice tutta la verità sul settore dei giochi della sorte a San Marino. Come funzionano, quanto portano allo Stato, il rapporto con l’Italia. In un’intervista, il Direttore di Giochi del Titano Salvatore Caronia parla anche di casinò a San Marino, on-line o “live”.
di Loris Pironi
In principio c’erano la Sisal, l’estrazione settimanale del Lotto, quattro casinò sparsi ai confini della penisola e praticamente null’altro. Poi, negli ultimi vent’anni il mondo del gioco “legale” è cambiato radicalmente ed ha “sfondato” la linea, irrompendo nei bar, nelle sale bingo, addirittura nei salotti delle case in virtù del boom dell’on-line. Malgrado le false rassicurazioni del governo italiano (vedi le promesse sbandierate e poi rimangiate, contenute nel cosiddetto Decreto Sanità del Ministro Balduzzi), all’erario italiano fanno troppo comodo i circa 10 miliardi di euro annuali. Questa drastica trasformazione dovrebbe riguardare anche la realtà di San Marino, che dopo aver rinunciato al casinò, parliamo davvero di un’altra epoca, oggi deve cominciare a ragionare sul futuro di questo settore.
A San Marino quando ci si riferisce a questo comparto (che in Italia viene chiamato “gioco lecito”) si parla della Giochi del Titano, società per azioni di proprietà pubblica. Le sale della struttura di Rovereta ospitano 222 macchine slot, la nuova Poker room (inaugurata lo scorso aprile) e una sala bingo.
Il Direttore Salvatore Caronia (nella foto) non ci porta a fare il classico tour della struttura, ma ci accoglie direttamente nel suo ufficio, tra fiches, portacenere a forma di roulette e libri sulla normativa antiriciclaggio.
Più o meno quello che ci aspettavamo, insomma.
“È importante che sia una proprietà pubblica per la società che gestisce i giochi a San Marino – afferma Caronia – come è importante che venga accentuata la natura privatistica per lo strumento di gestione, una gestione improntata alla managerialità con un occhio di riguardo alla clientela. Attività come la nostra rappresentano un settore di confine tra il mondo finanziario e quello del divertimento, dunque occorre prestare la massima sensibilità a tutto quello che riguarda la normativa antiriciclaggio. Ecco perché sottolineo l’importanza della proprietà pubblica, che rappresenta in questo senso una grande garanzia per il giocatore ma anche per quello che riguarda i rapporti internazionali”.
CONCORRENZA SPIETATA
Ritenete che la proprietà lasci sufficiente campo libero al management? Oppure ritenete di avere in mano armi spuntate per affrontare una concorrenza spietata?
“Rispondo in assoluta sincerità: devo dire che ci è stata data la possibilità di lavorare nella maniera migliore. rafforzando questa cultura. Naturalmente ci sono elementi di scontro e contrapposizioni ma mi pare che questo faccia parte della vita. In senso assoluto, da parte della proprietà non abbiamo mai ricevuto ingerenze sul piano della gestione, e c’è una linearità perfetta tra proprietà, consiglio di amministrazione e management. C’è forse c’è un po’ di timidezza sotto la parte legislativa, questo è vero, mentre l’Italia è molto più ‘vivace’, in questo senso. Se posso permettermi, dovremmo osare di più per poter anticipare meglio l’evoluzione legislativa italiana. La linea è chiara, per San Marino questa dovrebbe essere una gara di anticipo, non di rincorsa”.
Gli affari sono affari, il settore offre ingenti entrate e il legislatore italiano è parecchio attivo. E non è solo il legislatore che non resta con le mani in mano. Caronia si fa portare un pacco di fogli fotocopiati dai giornali italiani: è la rassegna delle pagine pubblicitarie dei competitor: “Come vede sono pagine e pagine – dice – E si tratta solo dell’ultima settimana”. Senza contare le altre forme di promozione più o meno ‘corrette’, compresa la distribuzione di depliant dei concorrenti proprio fuori dal Centro Diamond che ospita le sale sammarinesi.
“Noi puntiamo a distinguerci, e soprattutto guardiamo anche ad un altro target di clientela. E poi chiariamo una cosa: la nostra realtà è e resta leader rispetto a ciascuna singola sala di quelle che ci circondano. Però tutte insieme rappresentano una massa critica difficile da contrastare. Ecco perché dico che è importante non stare fermi ma continuare a portare avanti una gestione dinamica capace di stare al passo con le tante novità della concorrenza. Su questo mercato o ci stai alle condizioni giuste oppure non ci stai”.
San Marino corre davvero questo rischio?
“L’unica cosa certa è che una situazione di immobilismo nell’offerta non ci farà durare tanto tempo. Se saranno due, tre, quattro o cinque anni non lo posso dire: in larga parte dipende dalla crescita dei competitor sui territori limitrofi. Che oggi sono sì ‘aggressivi’, ma sono anche dei neofiti in questo mercato, e quando accumuleranno altra esperienza saranno ancora più pericolosi. Per la cronaca, dai dati forniti dalla Giochi del Titano risulta che appena l’8% della clientela è sammarinese. Del restante 92% di clientela italiana, tre clienti su quattro (il 75%) quattro proviene dalle Province di Rimini, Pesaro-Urbino e Forlì-Cesena.
LA FOTOGRAFIA
“Se si considera che in Italia il casinò che perde meno sullo specifico settore delle slot (quello cioè che riguarda anche la GdT, ndr) perde circa il 20%, tutto sommato possiamo dire che noi al contrario stiamo mantenendo un buon profilo. Quest’anno infatti, a tutt’oggi, siamo a -4,77% rispetto all’anno precedente, con due settimane di ‘vuoto’ causato dalla nevicata di febbraio (perdita che Caronia misura in circa un 3% su base annua, ndr). Per la nostra struttura l’attività principale è assolutamente quella delle slot, che per noi da sola vale oltre il 90%. Da qualche tempo a questa parte abbiamo aperto una Poker room che già oggi ha un conto economico positivo, pur con la limitazione di praticare attività pokeristica in modalità esclusiva di torneo. Come è regolato il poker in Italia? In Italia per ora le poker room sono state licenziate da un punto di vista legislativo, in attesa del decreto dell’Agenzia dei Monopoli di Stato che a breve suggellerà l’apertura di un migliaio di sale. On-line intanto è consentita anche la modalità cash. Cosa deciderà di fare l’Italia in futuro? Posso immaginarlo ma non ho certezze. Come dicevo prima, senza fare pasticci San Marino forse potrebbe precorrere i tempi e essere pronta a implementare la propria offerta”.
E ORA, PARLIAMO DI CASINÒ
Già a inizio intervista avevamo chiarito che saremmo arrivati a parlare di casinò a San Marino, ma a posteriori possiamo dire che il filo del discorso ci avrebbe portato comunque a questa conclusione.
L’evoluzione del mercato può portare a pensare al casinò come una strada percorribile per San Marino?
“Non voglio che la mia risposta sia interpretata in chiave politica ma penso che anche considerato lo stato delle relazioni con l’Italia non sia obbligatorio, oggi, pensare alla soluzione di un classico casinò. In termini generali, e senza voler dare un giudizio di merito, nel caso si volesse prendere in considerazione l’idea di un casinò in Repubblica, potrebbe sì essere considerato uno dei supporti economici per lo Stato, ma non certo l’unico. E non sarebbe neppure corretto e giustificato da un punto di vista strategico puntare solo su questo”.
Avete dei suggerimenti in proposito?
“Come è giusto che sia, alla proprietà abbiamo già provveduto ad avanzare tutta una serie di proposte di innovazione tecnologica e di novità per i giocatori che riteniamo valide per affrontare un mercato che vede l’incessante crescita della concorrenza. Alla politica sono stati chiariti i nostri suggerimenti ma anche i rischi dell’immobilismo: i tempi della politica, e non solo nel nostro settore, non possono che essere coincidenti con quelli dell’economia. Anche perché partendo da una buona posizione come quella di oggi se sappiamo agire con tempestività, potremo continuare ad apportare il nostro contributo allo Stato e continuare ad immaginare investimenti in assoluta autosufficienza, cosa che in caso contrario potrebbe non verificarsi più, in futuro”.
Vogliamo scendere più nel dettaglio?
“Noi riteniamo che possa valere la pena puntare sul poker in modalità cash, e su slot machine che abbiano una sempre maggiore identificazione ai giochi tradizionali delle case da gioco, videogame più vicini ai giochi da tavolo verde, per intendersi. E poi con puntate adeguate”.
Un ultimo luogo comune da sfatare. Cosa è il caso di rispondere a chi sosterrà che, non essendo praticabile la strada del casinò vero e proprio è il caso di puntare sul mercato on-line?
“Possiamo dire che per San Marino si tratta di un mercato già chiuso, che richiederebbe impieghi notevoli e oggi certo non ipotizzabili. San Marino è in fortissimo ritardo per confrontarsi con il mercato del gioco on-line, per una questione di normative europee. Si tratta di un ritardo che obiettivamente non è pensabile di poter recuperare. Inoltre, ma questa è una mia opinione personale, non sarebbe una strada percorribile senza creare ulteriori difficoltà e imbarazzi nei rapporti con l’Italia. Oltretutto si andrebbe incontro a problemi di natura giuridica per quanto concerne il controllo, parlo delle questioni legate all’antiriciclaggio e al gioco responsabile. L’unica possibile vera espansione è nel mondo live ma, appunto, anche senza pensare ad un vero e proprio casinò”.