“Ribadiamo la possibilità di fare sindacato a San Marino e di incidere così sulle tematiche che riguardano tutti i lavoratori”. Così i vertici dell’Unione Sammarinese del Lavoro, che ieri sono stati ricevuti dai Capitani Reggenti. Al centro dell’incontro la questione della rappresentatività.
SAN MARINO – “Ribadiamo la possibilità di fare sindacato a San Marino e di incidere così sulle tematiche che riguardano tutti i lavoratori”. Così i vertici dell’Unione Sammarinese del Lavoro, che ieri sono stati ricevuti dai Capitani Reggenti.
La delegazione, costituita dal segretario generale dell’USL, Francesco Biordi, e dai segretari confederali Francesca Busignani (Industria e artigianato), Giorgia Giacomini (Pubblico impiego), ed Emidio Troiani (Servizi e commercio), è stata ricevuta appunto dai Capitani reggenti, Maurizio Rattini e Italo Righi.
Al centro dell’incontro la questione della rappresentatività. Usl ha chiesto garanzie sul proprio ruolo per il futuro, sottolineando l’importanza di essere il terzo sindacato del Titano. “Va rispettata e tutelata la nostra presenza all’interno delle commissioni istituzionali”, ha sottolineato il segretario generale Biordi. L’udienza si è poi concentrata sul tema del contratto per il settore Industria firmato da Associazione nazionale dell’Industria sammarinese e Centrale sindacale unitaria, che andrà al vaglio di un referendum tra i lavoratori del comparto. L’auspicio espresso dal sindacato è che “i Capitani reggenti vigilino sull’accordo che pone dei limiti alla rappresentatività e quindi un ulteriore sbarramento al nostro riconoscimento giuridico. E che siano garanti del buon andamento della consultazione sul contratto che coinvolgerà circa 6.000 lavoratori”.
“Servono dunque – ha aggiunto Francesca Busignani, segretario della federazione Industria – criteri giusti che permettano a tutti di potere esprimere liberamente la propria opinione e regole trasparenti sullo spoglio”.
Su questi temi Unione Sammarinese dei Lavoratori, chiederà un incontro anche ai nuovi Capitani reggenti, Teodoro Lonfernini e Denise Bronzetti, subito dopo il loro insediamento e ai capigruppo dei partiti in Consiglio grande e generale.
