Dopo la lettura della relazione della Commissione d’inchiesta il processo mediatico è già iniziato. Gabriele Gatti e Fiorenzo Stolfi sono finiti (più di tanti altri), nel tritacarne e ieri pomeriggio, in aula, si sono difesi con le unghie e con i denti. Gatti: Sono stato chiamato in causa in modo vigliacco e strumentale. Stolfi: Mai frequentato Vallefuoco.
SAN MARINO – La seduta del Consiglio grande e generale ieri pomeriggio è ripresa con il dibattito sulla relazione conclusiva della commissione consigliare sul fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata con funzioni d’inchiesta sulla vicenda Fincapital. Sono 40 gli interventi in programma, andati avanti anche durante la seduta notturna di ieri.
CLICCA QUI per scaricare il testo integrale della relazione antimafia
CLICCA QUI per guardare la diretta streaming del dibattito in consiglio
Di seguito un riassunto del dibattito del pomeriggio.
Gabriele Gatti, Pdcs: “Sono quel Gabriele Gatti ripetutamente citato nella relazione, anche se mi sembra che si parli di un’altra persona. Quasi tutto non corrisponde alla verità. Sono allibito, anche perché non sono stato ascoltato. Mi pongo anche delle domande sul metodo e le dinamiche della commissione. La ricerca della verità va raggiunta rispettando la libertà dei cittadini e va basata su prove. Sono stati ascoltati solo dei testimoni segreti, violando il cardine dei diritti costituzionali. Siamo di fronte a un imbarbarimento del diritto, sembra di essere ripiombati nei tempi dei giacobini. Sono stato chiamato in causa in modo vigliacco e strumentale.
Non ho mai frequentato Vallefuoco, non ho fatto footing con lui, ma vogliamo scherzare? Si parla di pressioni per risolvere problemi a Chiesanuova, ma non so di cosa si parla. Chi sono gli omissis è evidente.
Chiedo alla Reggenza di avere accesso al fascicolo integrale dei lavori della commissione. Entro domani i miei avvocati presenteranno denuncia penale e civile contro i testi. La giustizia farà ciò che non ha fatto la commissione. E farò denuncia anche verso la commissione. Sono state dette delle cose gravi e inammissibili. Valuteremo anche azioni legali in tribunali italiani e per acquisire tutti gli atti della Dia di Napoli. Voglio sapere cosa ho fatto, la mia coscienza è tranquilla, ma vedo il dolo, un disegno politico. Non c’è stato nulla, ma la lotta politica ha avuto il sopravvento sulla verità. I tribunali faranno chiarezza su questo mostro di falsità giuridiche. E chi ha orchestrato deve pagare direttamente ”.
Fiorenzo Stolfi, Psd: “Non ho mai conosciuto o incontrato Vallefuoco. E nella relazione non c’è nessuna testimonianza concreta. Nemmeno sul presunto incontro con Romano Zanotti, Vallefuoco e l’avvocato Annetta. E non hai mai frequentato l’Ises. Si è costruito un ipotetico collegamento con Vallefuoco, si parla di voci e di sentito dire. Perché non sono stato ascoltato? Perché non sono stati richiesti i tabulati telefonici? Non sono mai stato a casa o a cena con Bacciocchi, se non per un rogito. Non ho mai avuto azioni in Fincapital e sono illazioni che abbia partecipato all’aumento di capitale. Sui lotti di Valdragone ha indagato il tribunale e ha archiviato tutto.
Non c’è stato diritto alla difesa, si è fatto cannibalismo politico. E non ci sto, non ho niente a che fare con questa situazione. Ma non finisce qui. Per interessi politici si piegano le istituzioni. Così i parlamentari trattano i loro colleghi, certo non facciamo una bella figura a livello internazionale”.
Luigi Mazza, Pdcs: “Tutti abbiamo chiesto chiarezza su fatti gravi. La commissione ha avuto delle difficoltà a lavorare, ma lo ha fatto nella segretezza. Ma serve più lavoro e più tempo per andare fino in fondo. La relazione svela aspetti molto pericolosi, ci sono giudizi pesanti su comportamenti e collegamenti. In alcune parti ci sono conferme, ma gli interessati andavano sentiti, per togliere dubbi. Per esempio quando vengo citato la testimonianza non è attendibile, conosco bene chi l’ha fatta.
Il quadro è ampio e chiaro ma non c’è solo il caso Fincapital. Così il Pdcs conferma il suo impegno ad andare fino in fondo su tutte le situazioni sul connubio politica-affari-malavita”.
Paolo Crescentini, Psrs: “Il lavoro della commissione va nella direzione della trasparenza e il quadro che emerge è inquietante e interessante. Sono però tirati in ballo consiglieri che di fatto non c’entrano nulla. Tutti andavano ascoltati. Se il tribunale aprirà un’indagine avranno la possibilità di difendersi. Mi ha fatto venire i brividi il fatto che alcuni dipendenti della Pa non svolgano il loro lavoro, è gravissimo. Sono in linea con il collega Mazza, la magistratura deve fare il suo corso e appurare le responsabilità. La politica deve fare chiarezza sul connubio con la malavita. Oggi non ci si deve fermare, occorre fare luce su tutti i casi, a partire da Criminal minds”.
Roberto Giorgetti, Ap: “Vorrei ringraziare sentitamente la commissione nella quale sono rappresentate tutte le forze politiche. Un’unica relazione e la sua articolazione è testimonianza della serietà del lavoro svolto. La commissione non è il tribunale, non deve emettere sentenze. Il contraddittorio poteva articolarsi in tanti modi, ma non c’è un soggetto giuridico che doveva esprimere una sentenza. Questo va ricordato. E’ legittimo che chi è stato coinvolto in prima persona faccia presente le sue ragioni, ma non bisogna sconfinare nelle intimidazioni. Nel 1993 Caponnetto disse che San Marino era vulnerabile alle infiltrazioni della criminalità organizzata. All’epoca forse non c’era la sensibilità necessaria per cogliere l’importanza del messaggio. Nessuno si è reso conto dei tanti buchi neri del Paese? In un percorso durato anni si è arrivati a creare questo. Alleanza popolare da sempre ha sottolineato che la dimensione etica viene prima di tutto. Nella legislatura precedente per far passare la legge sul giusto processo Ap ha dovuto subire una crisi di
governo. Fincapital non è l’unico soggetto, ma di certo è uno dei rappresentativi di questo tipo di sistema. E’ la punta dell’iceberg. Alleanza popolare dà la massima disponibilità, vuole sostanziare l’autentico rinnovamento del nostro Paese”.
Alessandro Rossi, Su: “Per persone sensibili,che amano questo Paese, che credono in un modello differente, ascoltare questa relazione penso sia stato un colpo al cuore. Non si prospettava non da ieri, non dall’altro ieri, ma da molti anni. Che la deriva di valore etico non fosse al limite della recuperabilità si sapeva. Il lavoro di otto cittadini sammarinesi, otto consiglieri che fanno parte della commissione, con i loro limiti e le loro capacità, credo che segni uno spartiacque netto tra ciò che è stato della repubblica e ciò che può diventare. Credo che al di là di alcuni eccessi, di alcune imprecisioni, di alcuni elementi non legati prettamente all’oggetto della commissione, lo sforzo che hanno fatto mantenendo il silenzio, che è cosa molto difficile in questo paese, operando sotto traccia, riportando elementi concreti, riscontri oggettivi,sia stato un lavoro encomiabile. Era
sotto gli occhi di tutti questa situazione. Al di là dei nomi queste cose le sapevamo tutti. E’ inutile che ci stupiamo oggi. Spetta alla politica cambiare passo e dare un altro futuro a questa Repubblica.
Non ho mai sentito né un ‘mea culpa’ né la volontà di dare vita a una Repubblica diversa.
Commettiamo un errore gravissimo. Le responsabilità erano diffuse. Non ha fatto male il nome delle personalità politiche coinvolte, ma il dato che per 500 euro la nostra pubblica amministrazione si è lasciata corrompere.
L’elemento principale è la trasparenza, poi serve costruire un percorso di autonomia e di regole che devono essere rispettate primariamente all’interno della Repubblica. La nostra autonomia sta nel rispetto delle regole che riusciamo a darci. Bisogna prendere la relazione come elemento forte di indagine, con quella capacità di indagine che probabilmente manca anche al nostro settore giudiziario.
Nadia Ottaviani, A&L: “Ritengo di dover intervenire su questa relazione. Sono emersi dati importanti, ma necessitano approfondimenti. in alcuni passaggi si cita anche il mio nome e sento di doverli chiarire. Avrei preferito farlo durante un contraddittorio. Il diritto alla difesa è fondamentale e le responsabilità vanno accertate. Vista la professione che svolgo da sempre di agente immobiliare posso dire di avere lavorato con diverse imprese edili, finanziarie e privati cittadini. Mi sono risentita citare nei lotti di Valdragone. Ribadisco che questo è un falso. Ho fatto una perizia di valutazione su quei lotti. Nel 2002 il signor Roberto Zavoli era un onesto cittadino e ci ho avuto a che fare solo perché eravamo entrambi dello stesso ramo. Non si possono confondere le acque, voglio essere chiara. Il contratto di Villa Bruschi, io non c’entro niente. Non ho mai fatto questa compravendita. Mi sono anche preoccupata di veder chi fosse questo omissis, che si è tolto dei sassolini della scarpa. L’omissis è stato condannato dal nostro Tribunale per false dichiarazioni davanti all’autorità giudiziaria, misfatto continuato di evasione fiscale, di false comunicazioni sociali e di associazione a delinquere. Quando i testi sono di questa portata bisogna dare il diritto di replica”.
Alessandro Mancini, Psrs: “Non è vero. Io non ho mai conosciuto Vallefuoco. Non so che faccia abbia, non so se è alto se è basso, e non mi interessa nemmeno saperlo. Voglio altresì ringraziare la commissione per aver sentito altri testimoni e avergli fatto la stessa domanda, cioè se io conoscevo il Vallefuoco, e loro hanno risposto di no. Ed è vero. Non l’ho conosciuto e spero di non conoscerlo mai. Sono completamente estraneo a qualsiasi tipo di fatto. Ma non mi basta. Sarebbe stato un
mio diritto essere stato ascoltato dalla commissione. Farò di tutto perché ciò possa essere fatto valere in altre sedi”.
Vanessa Muratori, Su: “Abbiamo un territorio cementificato e la Fincapital godeva di protezioni politiche, mentre i clan si mobilitavano perché non fossero intaccate. E’ difficile dire che non ci sono, favori sono stati fatti. C’è stato un attacco al territorio, giravano valigette piene di soldi. Faccio un rilievo alla commissione sugli omissis. Ma la camorra voleva questo sistema, di contrasto ai controlli, di cementificazione del territorio e di alti costi immobiliari. Diversi politici si sarebbero avvantaggiati, c’è una documentazione e io chiedo un risarcimento. Spero che le indagini continuino, ma temo per la gestione del prossimo piano regolatore, per il mega hotel e per la concessione di residenze”.
Clelio Galassi, Pdcs: “E’ un lavoro parziale, chiedo gli atti integrali per chiarire la mia posizione. Nel 1989 Bacciocchi mi ha denunciato per abuso di potere e sono stato condannato. Con Sansovini ho presentato negli anni scorsi un odg per evitare lo scempio della villa a Fiorina. Se fossi stato convocato avrei parlato dei miei rapporti con lo studio Bacciocchi, come cliente e commercialista. Ho seguito l’operazione Symbol solo per quanto riguarda l’acquisto del terreno, non ho mai fatto pressioni su quella o su altre operazioni nella commissione Urbanistica o in quella delle Politiche territoriali. Sono stati dati dei nomi in pasta all’opinione pubblica e ci dobbiamo difendere dalla gente. Questa non è la politica che mi hanno insegnato chi dignitosamente è stato in quest’Aula. Se si vuole fare fuori la Dc o una classe politica io non ci sto. Se ci dobbiamo difendere posso anche rivedere la mia posizione di non candidarmi”.
Federico Pedini Amati, Psrs: “Ringrazio i membri della commissione, che hanno fatto un lavoro corposo in tempi stretti. Sostengo le commissioni Antimafia, ma perché i coinvolti non sono stati convocati? Da tre anni, spesso solo perché qui siete quasi tutti morti, dico che il tribunale non fa il suo lavoro. Ma in Aula ci sono politici vigliacchi. Io sono figlio dell’86, della commissione che ha messo in galera mio padre. E altri sono morti. Non dimentichiamoci delle famiglie, come è stato fatto con la mia. Molti qua dentro hanno gestito nel tempo commissioni d’inchiesta. Di fronte alle elezioni sono stati spiattellati dei nomi in una relazione dove c’è di tutto e di più. Senza la possibilità di spiegare. Io sono stato nello studio di Bacciocchi, faccio l’agente immobiliare e per questo vengo messo alla gogna? Abbiamo perso la bussola e il tribunale non ha fatto nulla. Io e altri non andavamo inseriti, questa non è ricerca della verità, gli scopi sembrano diversi. Non mi devo difendere di niente, questo modo di gettare ombre sulle persone è un modo basso di fare politica. Servono indagini serie. Non ho mai fatto nulla e continuerò a fare politica in modo legale”.
Alberto Selva, Ap: “Al di là delle persone noi sammarinesi dobbiamo essere consapevoli che tra i nostri concittadini ci possa essere un dialogo in cui si danno reciprocamente della puttana! Io sono costernato. Questi nostri otto consiglieri non possono essere paragonati ai magistrati, persone di raffinato pensiero e conoscenze. La commissione consiliare deve valutare solo la responsabilità politica. Non confondiamo i due piani. Quando ho sentito leggere la relazione, devo togliermi tanto di cappello. Mi pare che nessuno possa sostenere che questi signori, di otto forze politiche diverse, non abbiano fatto un lavoro eccezionale. Dobbiamo valutare la portata della relazione e giudicare gli elementi venuti fuori. Vi ringrazio tantissimo. Faccio fatica ancora a capire vedendo quest’Aula come si sia potuta creare un’alchimia simile. Sotto a un profilo squisitamente ermeneutico avete avuto un rigore notevole. Potete essere giudicati anche in maniera negativa, questa è la
politica. Tutti subiamo critiche, ma fa parte del gioco. Alcuni sono giustizialisti, altri garantisti. Penso che voi della commissione possiate affrontare le reazioni con tutta la serenità nel cuore. E’ stata convincente Nadia Ottaviani, anche Alessandro Mancini, mi convince un po’ meno dire andavo nello studio perché faccio l’immobiliarista. La classe politica negli anni passati la politica si è macchiata di cose gravi,la strada è lunghissima, vi rendete conto che nei Paesi vicini non esitano a farsi da parte e cercare di capire la propria posizione. Spero vivamente che le prossime elezioni politiche ci diano la carica per ripartire”.
Nicola Selva, Upr: “Non voglio fare un intervento minaccioso, né alzare il tono di questo dibattito. Ho ascoltato la relazione e gli interventi che si sono susseguiti oggi. Credo che la relazione sia importante, ha raccolto una serie di elementi, ha fatto un lavoro enorme, ha raccolto dati che possono essere affrontati dal punto di vista giuridico. Detto questo, io sono sconcertato dalla fase che la nostra Repubblica sta attraversando. Il sistema che si è sviluppato intorno a Fincapital e che ha coinvolto la politica è il punto. Non voglio giudicare nessuno, il problema non sono solo le persone, ma la politica stessa che si è fatta coinvolgere dagli eventi. Ritengo che questa possa essere la condizione per fare un nuovo lavoro, per cambiare e fare il bene del Paese. Fare chiarezza sull’intreccio tra politica e affari è un dovere. C’è in gioco la sopravvivenza del Paese e il futuro dei
nostri figli”.
Claudio Podeschi, segretario di Stato per la Sanità: “C’era grande attesa per gli esiti di questa commissione di inchiesta. Tutte le commissioni di inchiesta hanno sempre portato grande tensione. Io non mi ricandiderò più. Vi tranquillizzo. Abbiamo sempre sentito grandi pressioni nelle commissioni di inchiesta, immagino le abbiano avuti anche i membri di questa, ma a memoria d’uomo non ricordo che non ci sia stato il contraddittorio. Ci deve essere una verità, noi dobbiamo credere nel tribunale. Bisognava sentire le altre parti, far portare i documenti, dare la possibilità di difendersi. Un minimo di dignità nei confronti di chi è stato chiamato in causa!
Diciamo pure che i testi sono tutti credibili, ma perché dover subire quest’umiliazione di dover spiegare qui perché è stato citato? In un minuto solo di difesa. Sono andato 2 volte in 25 anni di politica nello studio di Livio Bacciocchi. E alzi la mano chi c’è stato meno di due volte! Io sono andato per fare un rogito per la famosa casa di Serravalle, che non la voleva nessuno e l’ho dovuta prendere io. Voglio spiegare una occasione, invece a sentire la relazione sembrava ci fossi andato mille volte perché lo stesso episodio era ripetuto più volte. Io nemmeno lo sapevo di aver mai incontrato Vallefuoco. Ero al ristorante, mi si è seduto vicino un uomo con una ragazza, mi ha detto che voleva offrirsi come società per recupero crediti, io gli ho dato il numero della segretaria. Punto. Poi non l’ho più né visto né sentito. E per questo io domani rischio di essere in qualche modo fotografato così dall’opinione pubblica, dopo 10 anni da capogruppo della Democrazia
cristiana”.