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San Marino, malattie da lavoro: una piaga sociale

da Redazione

L’Istituto per la Sicurezza Sociale ha presentato il report per l’anno 2011. Claudio Muccioli: “Amplieremo la sorveglianza sugli ex esposti all’amianto”.

 

di Alessandro Carli

 

Un termometro prezioso, utile per capire lo stato di salute dei lavoratori sammarinesi. La fotografia scattata dall’Istituto per la Sicurezza Sociale sulle malattie professionali per l’anno 2011 presenta dati di spessore.

 

Claudio Muccioli

 

“Il report 2011, anche se possiede numeri piccoli, è piuttosto importante sia per impostazione che per qualità: sviscera i rapporti tra i fattori di rischio, l’esposizione lavorativa e i problemi di salute dei lavoratori in maniera prospettica. Uno strumento assai utile per definire una serie di interventi di prevenzione. Per quel che concerne l’anno 2011, spiccano senza dubbio i costi diretti dell’ISS, poco più di 2 milioni e mezzo di euro, ma anche i giorno di perdita di lavoro. Sono stati evidenziati otto casi di persone che negli ultimi cinque anni hanno fatto oltre 456 giorni di malattia. Giorni che vengono annoverati come ‘costi indiretti’. Nel documenti poi emergono i giudizi di idoneità di mansione specifica, elaborati dai medici del lavoro delle aziende” sottolinea Claudio Muccioli, direttore dell’Unità Organizzativa Complessa di Sicurezza sul Lavoro del Dipartimento Prevenzione dell’ISS.

Muccioli poi si sofferma sui fattori di rischio causa del maggior numero di inidoneità: “Il rumore con 182 certificazioni e la movimentazione manuale dei carichi con 107 certificazioni. Per quanto riguarda le inidoneità totali si segnalano 7 casi relativi allo stato di gravidanza che hanno determinato l’applicazione dell’astensione anticipata dal lavoro a tutela delle lavoratrici e 5 casi relativi alla richiesta di applicazione dei benefici previsti dagli ammortizzatori sociali.

La medicina del lavoro, infine, “amplierà il programma di sorveglianza sugli ex esporti ad amianto” attraverso una serie di “linee guida più precise” in grado di “segnalare gli stati morbosi correlati al lavoro”.  

 

Report 2011

 

Lo studio parte dall’analisi complessiva del mondo del lavoro: il numero totale delle aziende attive nel 2011 risultano 5.608 (330 aziende in meno rispetto al 2010); il numero totale dei lavoratori dipendenti e indipendenti – a fine 2011- sono di 20.935 unità (di cui 16.938 nel settore privato e 3.997 nella P.A.), con una lieve diminuzione di occupazione (meno 472 unità lavorative rispetto al 2010). Circa il 61% dei lavoratori è di “sesso maschile “rispetto al 39% dei lavoratori di “sesso femminile”.

Lo scorso anno sono state inoltrate alla Commissione degli Accertamenti Sanitari Individuali (C.A.S.I.), 32 richieste (-39% rispetto l’anno precedente) di riconoscimento di pensione privilegiata per malattia professionale, di cui 19 riconosciute (60%) e 13 non riconosciute (40%) in quanto patologie comuni. Delle 19 richieste riconosciute, 4 hanno raggiunto la percentuale del 15% per cui sono state indennizzate, le restanti 15 non hanno raggiunto la soglia di indennizzabilità. Merita segnalare che 3 delle 4 denunce riconosciute come patologia professionale sono relative all’esposizione alle fibre di amianto. Ben due di queste con un invalidità dell’80% per “cancro bronchiale per asbesto”.

Con l’aggiunta dei nuovi casi del 2011, il totale delle pensioni privilegiate indennizzate per malattia professionale, raggiunge la quota di 201 unità con un costo economico per l’ISS pari a oltre 810.000 euro/anno (con un risparmio di circa 30.000 euro rispetto al 2010). Se a questa già significativa somma, si aggiungono i costi della mancata sicurezza relativa agli infortuni sul lavoro e al riconoscimento della pensione privilegiata per i superstiti, il costo totale che l’ISS ha sostenuto nel 2011 per indennizzare i lavoratori che hanno subito un danno di salute a causa del lavoro è pari a 2.713.022 euro. A questi già elevati costi diretti relativi alla mancata sicurezza si devono aggiungere i costi indiretti relativi all’astensione temporanea dal lavoro per malattia o infortunio.

Un indicatore particolarmente sensibile dello stato di salute dei lavoratori, utile anche ai fini della programmazione degli interventi di prevenzione e di vigilanza, è rappresentato dall’obbligo di segnalazione da parte del medico del lavoro aziendale degli stati morbosi riconducibili all’attività lavorativa che comprendono, sia le malattie professionali che le patologie correlate al lavoro (Legge 31/98). Tale obbligo di segnalazione è previsto anche per tutti i medici sia pubblici che privati.

Nel corso del 2011, sono pervenute all’Unità Organizzativa, solo 9 segnalazioni di stato morboso correlato al lavoro rispetto a oltre il doppio di denunce di malattia professionale. Nel corso della revisione triennale per la rivalutazione dello stato di salute dei lavoratori che hanno già ottenuto il riconoscimento di malattia professionale sono stati sottoposti a revisione, da parte della Commissione per gli Accertamenti Sanitari Individuali, 55 persone fra lavoratori ed ex lavoratori, in un caso si è riscontrato un peggioramento della patologia già in essere.

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