Successivamente il Parlamento italiano deve provvedere a varare una legge ordinaria che risolva in maniera strutturale e definitiva il problema della doppia imposizione fiscale.
Dopo che sarà ratificato l’accordo, il Parlamento italiano deve provvedere a varare una legge ordinaria che risolva in maniera strutturale e definitiva il problema della doppia imposizione fiscale.
Riportiamo integralmente l’intervento di Davide Siliquini.
Vista la complessità e l’attualità delle problematiche, come lavoratore frontaliero della struttura sindacale di una delle aziende più importanti della Repubblica, nelle scorse settimane ho inviato una lettera al Ministro per gli Affari Esteri Giulio Terzi per richiamare l’attenzione rispetto alla situazione dei lavoratori italiani occupati a San Marino e per sollecitare adeguate e strutturali risposte da parte del Governo italiano.
Con mia grande soddisfazione ho ricevuto una risposta scritta dal Ministero degli Affari Esteri, affidata al Ministro Plenipotenziario Alessandro Pignatti (Vice Direttore Generale per l’Unione Europea), che ritengo molto significativa e meritevole di essere portata a conoscenza di tutti, se non altro per la serietà e l’attenzione mostrata da parte di questa istituzione.
La mia missiva, nel sottolineare l’importanza del lavoro frontaliero a San Marino (che, è giusto ricordare, rappresenta comunque la realtà occupazionale più importante dell’area), e nel rilevare il significativo ruolo svolto in questi anni dall’Ambasciatore italiano nella RSM, ha nuovamente cercato di evidenziare le principali “criticità” che gravano sui lavoratori italiani del Titano; dalla doppia imposizione fiscale e\o concorrente alla tassa etnica, fino al tema dei diritti. Ho quindi ritenuto opportuno portare all’attenzione del Ministro degli Esteri la preoccupazione di molti lavoratori italiani e delle loro famiglie per il fatto che rispetto al trattamento fiscale previsto in territorio italiano questo potrebbe essere l’ultimo anno “coperto” dalla franchigia, nonché per l’odiosa tassa etnica applicata a San Marino che da due anni decurta una significativa fetta di retribuzione.
Al contempo, più in generale, ho espresso il mio auspicio affinché si possano produrre tutti gli sforzi propedeutici a far superare ogni difficoltà nelle relazioni bilaterali tra Italia e San Marino, per ripristinare un quadro di rapporti proficui di amicizia e collaborazione a vantaggio di entrambi gli Stati e del territorio. La risposta pervenutami, a firma del Ministro Plenipotenziario Alessandro Pignatti, ha inteso rassicurare sul fatto che la situazione degli oltre seimila frontalieri è oggetto di particolare attenzione da parte dello stesso Ministro Giulio Terzi e del Governo italiano nel suo insieme, anche nelle sue implicazioni fiscali.
Il Ministro Plenipotenziario ha quindi ricordato la firma dell’accordo contro le doppie imposizione avvenuta lo scorso 13 giugno, evidenziando che tale accordo sarà ratificato da entrambi gli Stati, “unitamente alla Convenzione bilaterale contro le doppie imposizioni firmata a Roma il 12 marzo 2002, volta a favorire l’integrazione dell’economia sammarinese con quella italiana, a beneficio anche del frontalierato italiano.”
In tal senso, accolgo con favore tale notizia – ribadita in questi giorni anche sugli organi di stampa – della volontà del Governo italiano di ratificare con celerità l’accordo che finalmente diventerà pienamente operativo visto che San Marino ha già provveduto alla ratifica, creando così le condizioni per un rilancio di tutto il comparto economico sammarinese.
È però indispensabile che dopo la ratifica dell’accordo bilaterale, il Parlamento italiano provveda rapidamente a varare una legge ordinaria – impegno che discende dall’accordo firmato nel 2002 – che risolva in maniera strutturale e definitiva il problema della doppia imposizione fiscale, tenendo conto che il 2012 è l’ultimo anno in cui è prevista la franchigia (peraltro abbassata a 6.700 euro), e che dal 2013, in assenza di tale legge ordinaria le tasse in Italia si pagherebbero sul 100% dell’imponibile, con un forte aumento della tassazione che metterebbe in ginocchio buona parte dei lavoratori frontalieri. Questo è un pericolo che va assolutamente scongiurato, non procrastinando più l’approvazione da parte del Parlamento italiano di una legge ordinaria che preveda una congrua quota di abbattimento.
Al contempo la missiva contiene la rassicurazione che “l’impegno del Governo italiano per sensibilizzare le Autorità sammarinesi circa la situazione dei lavoratori frontalieri proseguirà con la stessa intensità anche in futuro”. Ha quindi ricordato a titolo esemplificativo “che il 7 maggio scorso il ministro del lavoro Elsa Fornero ha incontrato il suo omologo sammarinese ottenendo da quest’ultimo rassicurazioni circa l’intenzione di San Marino di reintrodurre lo sgravio fiscale a favore dei lavoratori non fiscalmente residenti a San Marino nella prossima finanziaria”, per metter fine a questa intollerabile disparità di trattamento.
Si auspica quindi che dopo le elezioni del prossimo 11 novembre, l’Esecutivo che si assumerà la responsabilità di governo intraprenda le opportune iniziative volte a ripristinare condizioni di uguaglianza ed equità, perché solo non prescindendo da questi elementi si può uscire prima e insieme dalla crisi. Mi auguro quindi che tali auspici possano tradursi in atti concreti; naturalmente se arriveranno dei risultati occorrerà anche riconoscere l’importanza del ruolo svolto nel tempo dal CSIR San Marino, Emilia Romagna-Marche e l’impegno profuso dai parlamentari eletti nelle zone limitrofe che si sono concretamente impegnati.