T&A Il baseball è il simbolo di come una minuscola roccaforte sportiva possa fare grande una Repubblica come quella del Titano e rappresentare per essa, nel contempo, un simbolo di successo da esportazione.
SAN MARINO – In un lembo di terra, la penisola, dove conta soltanto il calcio, ci sono in realtà tanti altri sport che emozionano, che coinvolgono, che rappresentano le piccole o grandi realtà territoriali. Il baseball, per esempio, è il simbolo di come una minuscola roccaforte sportiva possa fare grande una Repubblica come quella del Titano e rappresentare per essa, nel contempo, un simbolo di successo da esportazione. Un modo in più, insomma, per far conoscere la realtà di San Marino a tutti quegli sportivi (da poltrona) che la associano solo alle goleade calcistiche in campo internazionale o, nella migliore delle ipotesi, ai gran premi motoristici disputati sempre e comunque oltre confine.
La T&A San Marino è per la terza volta campione d’Italia. In una serie finale decisamente tecnica ed emozionante ha piegato la resistenza dei grandi rivali di Rimini. Si tratta del secondo scudetto consecutivo: se vincere non è mai facile, ripetersi è ancor più da considerare un’impresa. Infatti una doppietta tricolore riuscì l’ultima volta oltre dieci anni fa, negli anni 1999 e 2000, e la misero a segno proprio i Pirati riminesi. Per il batti&corri del Titano questo scudetto è stato un trionfo tutt’altro che scontato. La stagione non era iniziata proprio bene e una sfilza incredibile di infortuni ha complicato, e non poco, la vita al manager Doriano Bindi. Poi la rimonta, le prove di carattere nel round robin, il girone di semifinale, e infine questa lunga serie di finale contro il Rimini, che a un certo punto sembrava destinata a finire all’ultimo tuffo di gara-7.
Questo scudetto “è una soddisfazione immensa” per San Marino, per riprendere le parole del manager Doriano Bindi, da tanti anni ormai il perno attorno al quale ruota il progetto di questa T&A delle meraviglie. Un miracolo di coesione e caparbietà che ha permesso la riconferma ai massimi livelli. “La squadra era cambiata rispetto al 2011, anche più forte sul monte” ha commentato a caldo l’allenatore dei titani, che punta sulla caparbietà dei suoi uomini. “Questa è una squadra che non molla davvero mai, lo abbiamo dimostrato anche in gara-6”, quando in vantaggio per 4-0 la T&A è stata raggiunta dal Rimini sul 4-4 al settimo inning, con l’inerzia a vantaggio dei rivali rivieraschi, prima di riuscire a annullare la grande rimonta all’ultimo inning. Ma il simbolo di questo trionfo è sicuramente Francesco Imperiali, nettunese che ha sposato il Monte Titano per scelta di vita e che è stato l’MVP della finale: “Un’emozione incredibile, siamo felicissimi. Qui c’è tutto per vincere, dominiamo perché questa è un’isola felice. Questo scudetto è per il pubblico di San Marino”. Non ci dimentichiamo infine la vittoria della T&A nell’edizione 2011 della massima competizione europea per club, che sta lì a confermare che San Marino c’è: le scelte fatte con criterio e una programmazione intelligente possono permettere di portare a casa gli exploit e di restare in auge a lungo. Chissà che un simile modello non possa venire esportato anche in settori non sportivi…