Home FixingFixing San Marino, crisi politica: al Palazzo l’assalto dei delusi. La società civile insorge

San Marino, crisi politica: al Palazzo l’assalto dei delusi. La società civile insorge

da Redazione

delusione

 

Ancora. Ancora una crisi politica, che a questo punto della legislatura a molti, a tanti, a troppi tra i cittadini elettori, sembra un clamoroso autogol. La politica segue i suoi riti cannibalici, la società civile ed economica assiste attonita. Su Fixing in edicola questa settimana il parere di Manuel Micheloni, Pier Paolo Fabbri, Marino Albani, Pier Giovanni Terenzi e Francesco Biordi.

delusione

 

di Alessandro Carli
e Saverio Mercadante

 

SAN MARINO – Ancora. Ancora una crisi politica, che a questo punto della legislatura a molti, a tanti, a troppi, tra i cittadini elettori, sembra un clamoroso autogol per il Paese.
La politica segue i suoi desueti riti cannibalici, la società civile ed economica assiste attonita. Tante riforme al palo, dunque, in attesa, che i 60 decidano le loro sorti e quelle della Repubblica.
San Marino Fixing ha interpellato alcuni esponenti delle professioni, dell’industria, dei movimenti, delle banche, per farci raccontare le loro prime reazioni e soprattutto quale sarà il futuro del Paese, dopo l’ennesimo clamoroso “fermi tutti” della classe politica.
Umori neri in prevalenza, privi di speranze. L’indice di fiducia ridotto ai minimi termini.

 

Manuel Micheloni
“La crisi di governo ha fermato certamente il percorso della riforma fiscale – fa notare l’avvocato Micheloni – ma anche legge sul notariato per la prima volta regolamentava a San Marino questa importante materia con tutte le conseguenze negative che interessano i provvedimenti disciplinari nei confronti degli iscritti all’ordine. E’ una situazione di strettissima attualità in relazione ai noti fatti di cronaca. La crisi viene da lontano, è un sistema che non funziona più. Non credo che le elezioni anticipate possano risolvere granché. La questione di fondo è che questo governo non si è reso conto dello stato di estrema gravità in cui versa il Paese. La cosa pubblica viene gestita senza avere il coraggio di prendere provvedimenti antipopolari come il contenimento della spesa pubblica ridimensionando fortemente alcuni settori, tagliando spese inutili e cattiva gestione. Vige la mancanza di organizzazione, l’assenza di armonizzazione delle spese e centri di controllo. Non vi è dubbio che la mancanza più grave di questa classe politica”.


Pier Paolo Fabbri
“La stabilità di governo è uno dei presupposti fondamentali – afferma il presidente dell’Associazione bancaria sammarinese – affinché il sistema San Marino possa tentare di progredire. Non vi è dubbio. Ci auguriamo sempre che tutto questo, le crisi governo, non succeda. La continuità nell’azione governativa è decisiva. Senza entrare nel merito delle conseguenze politiche della crisi della maggioranza, però come ho potuto rimarcare in più occasioni è talmente enorme il lavoro ancora da svolgere per procedere ad un rilancio del sistema che, ripeto, che la stabilità di governo è una delle componenti fondamentali. Auspico, dunque che venga ritrovato al più presto un equilibrio per riprendere l’azione di innovazione per rilanciare la Repubblica. Non ci sono mai limiti al miglioramento, anzi dovremo individuare una modalità che ci consenta un continuo miglioramento del sistema. E non vi è dubbio che questa crisi di governo non favorirà i rapporti con l’Italia e l’uscita dalla black list così decisiva per tutto il sistema economico”.

 

Marino Albani
“Vi erano in discussione leggi molto importanti. Oltre la riforma fiscale – commenta Marino Albani (nella foto a destra), presidente della Commissione Nazionale delle Libere Professioni – quella sul notariato, ad esempio. Ancora: la riforma sulle licenze in direzione della sburocratizzazione e il nuovo approccio legislativo sui revisori, opera di una collaborazione tra il nostro ordine e la Segretaria di Stato all’Industria. Anche sulla riforma fiscale c’è stata collaborazione sino al mese di febbraio. Poi si è interrotta. E ci siamo trovati di fronte a un’impostazione completamente diversa da quella concordata: sono passati dal sistema proporzionale a quello progressivo. Recentemente avevamo chiesto insieme alle altre associazioni di categoria un incontro ai capigruppo per perorare la causa del ripristino del proporzionale e soprattutto di non approvare l’accordo tra governo e sindacati assolutamente inaccettabile. Non è possibile che si faccia un accordo con una sola parte sociale a discapito delle altre. Veramente, grida vendetta. Ma credo che il problema della riforma fiscale non sia alla base della caduta del governo, è una crisi tutta interna alla politica. Si fa molta fatica a capire questa crisi. Noi guardiamo al bene del paese e del sistema. Al di là della valutazione specifica sui motivi, certamente in questo momento non ci voleva una crisi di governo di questa portata. La politica prima di andare alle elezioni avrebbe dovuto portare avanti tutta una serie di riforme, per non parlare del rapporto con l’Italia. E affrontare il tema della spesa pubblica che rimane un nodo centrale del futuro dello stato. Lo scollamento tra la politica, la società, e il sistema economico, è incolmabile. Soprattutto sembra che non ci sia la capacità di capire sino in fondo che l’economia sammarinese rischia di morire”.

 

Pier Giovanni Terenzi
“La caduta del governo, per la Repubblica di San Marino, rappresenta senza dubbio un momento di difficoltà, con una serie di ricadute a pioggia, anche in vista della visita dell’OCSE, prevista per la fine dell’estate – riflette il Presidente della Camera di Commercio di San Marino (a sinistra) -. Il Titano era in attesa dei risultati della riforma fiscale: verrà portata a compimento? Senza poi dimenticare la finanziaria, che solitamente viene varata a novembre. Le imprese del territorio hanno bisogno di tutto, tranne di una crisi di governo. Al valico infatti c’è anche la spinosa questione legata alla black list italiana: dopo la firma di giugno sulle doppie imposizioni fiscali, il sistema produttivo della Repubblica aspetta la conclusione dell’iter e la ratifica dell’accordo con Roma per poter tornare a operare sui mercati. La crisi dell’esecutivo potrebbe incidere, dal punto di vista dei tempi, sul rilancio delle aziende”.  

 

Francesco Biordi
“Le cause della crisi di governo – evidenzia il segretario generale dell’Unione Sammarinese Lavoratori, Francesco Biordi (foto al centro) – vanno ricercate negli accordi mancati e non tanto nella sostanza della riforma tributaria. Riforma che per noi è fondamentale. Quella che è stata presentata è lontana dalla nostra idea e non ha nulla a che vedere con il rilancio dell’economia. Credo inoltre che non si possa affrontare una serie di problemi nuovi attraverso vecchi metodi. Con ogni probabilità, si andrà alle elezioni anticipate. Chi governerà, dovrà senza dubbio mettere al centro della sua azione un vero progetto di bene comune per il Paese. Dovrà fare alcune scelte coraggiose, anche impopolari. La congiuntura negativa che sta stritolando l’intero sistema internazionale, ha messo in difficoltà anche la nostra piccola Repubblica, per cui occorre rilanciare il sistema  partendo  da una politica economica attrattiva rivolta gli investitori esteri. Oggi, anche in virtù degli scenari internazionali, è necessario aprirsi, permettere cioè a nuovi imprenditori di poter operare e fare impresa a San Marino”.

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