Home FixingFixing San Marino, idati dello sciopero. Sindacati sotto le aspettative

San Marino, idati dello sciopero. Sindacati sotto le aspettative

da Redazione

In attesa di capire quando il sindacato proclamerà un altro sciopero – siamo in tempo in saldi estivi, paghi uno e prendi due -, è scattato il valzer-mattonella sui numeri della discesa in piazza (della Libertà) della manifestazione del 22 giugno. Anche Fixing dà i numeri. E sono bassini…

di Alessandro Carli

 

SAN MARINO – In attesa di capire quando il sindacato proclamerà un altro sciopero – siamo in tempo in saldi estivi, paghi uno e prendi due -, è scattato il valzer-mattonella (un lento decisamente lento) sui numeri della discesa in strada e in piazza (della Libertà) della manifestazione del 22 giugno. I dati ufficiosi dell’Associazione Nazionale Industria San Marino confermano quanto visto in via Gino Giacomini e sul Pianello: poco più di 700 persone (739 per l’esattezza, più uno, il condottiero Scipione l’africano, il vento caldo che ha investito la penisola. CLICCA QUI PER GUARDARE la fotogallery della giornata).

Meno, molto meno rispetto agli ultimi scioperi.

Il grido alto dei Segretari Generali di CSdL e CDLS  – “Il progetto di legge di riforma tributaria è una delle principali tematiche dello sciopero è nostro obiettivo riportare questa fondamentale riforma al testo precedentemente confrontato con il Sindacato, ovvero a prima del passaggio in Commissione Finanze, ove il progetto è stato modificato in senso fortemente peggiorativo: non realizza nessuna equità, arrivando addirittura a diminuire drasticamente o ad azzerare il già esiguo prelievo fiscale per i lavoratori autonomi, a fronte di un sensibile aumento del prelievo per i lavoratori dipendenti, determinando in tal modo una ingiustizia sociale ancor più intollerabile in questa fase di crisi, e non contribuisce per nulla al risanamento del bilancio pubblico e alla destinazione delle necessarie risorse per far ripartire lo sviluppo e per rafforzare lo stato sociale” – smorzato dalla recente risposta dell’esecutivo (che ha promesso che avrebbe messo mano alle richieste avanzate dalla CSU), è finito nell’inevitabile conta delle teste che, complessivamente, hanno fatto arricciare il naso degli organizzatori e creato qualche mal di pancia tra i partecipanti. I dati forniti dall’ANIS parlano chiaro: prese 59 aziende del territorio tra quelle numericamente più rappresentative (per un totale di 2.757 dipendenti, suddivisi in 885 impiegati e 1.396 operai), alla manifestazione hanno aderito, come detto, 739 persone (circa il 27%). Per la maggior parte provenienti dalle zone limitrofe del Titano, come hanno potuto testimoniare le numerose bandiere tricolore, ripescate dai bauli in occasione degli Europei di calcio. E se il numero degli operai è stato abbastanza incisivo (584 unità), decisamente minimale è stata l’adesione degli impiegati, che hanno preferito lavorare. Poiché sul Pianello non c’erano più di 700-800 persone, se ne deduce che molti hanno approfitatto dell’occasione per  crearsi un bel ponte (non pagato) e approfittare del solleone per trascorrere una giornata al mare. Non inganni la marea di persone che si sono piazzate sotto Palazzo Pubblico: nell’agorà del Centro storico anche moltissimi turisti che, sorpresi dagli slogan e dal chiacchiericcio tra le persone, hanno assistito passivamente al corteo, scattando anche qualche fotografia. E mentre nella stanza dei bottoni della CSU si sta discutendo su una nuova manifestazione (che, con ogni probabilità, vedrà tra i partecipanti anche Caronte, il vento africano che si sta muovendo verso l’Italia), sul fronte frontalieri qualcosa bolle in pentola: su Facebook infatti qualche lavoratore italiano ha manifestato qualche perplessità sugli scioperi.

 

Da Fixing n. 26, da oggi in edicola

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento