Home FixingFixing Krisìs d’altri tempi: separazione e decisione

Krisìs d’altri tempi: separazione e decisione

da Redazione

In una recente intervista l’ex presidente del parlamento europeo, Jerzy Buzek, ha proposto una riflessione sul fatto che per ironia della sorte la parola crisi ci viene dagli antichi greci.

In una recente intervista l’ex presidente del parlamento europeo, Jerzy Buzek, ha proposto una riflessione sul fatto che per ironia della sorte la parola crisi ci viene dagli antichi greci.

Originariamente infatti Krìsis rimandava al duplice significato di separazione e scelta/decisione/giudizio. Volendo poi approfondire si scopre che il termine era radicato nella medicina ippocratica che intendeva la crisi come un notevole e improvviso cambiamento in senso favorevole o anche sfavorevole. Cambiamenti che a loro volta richiedevano scelte e decisioni da prendere con una certa velocità. In passato furono dunque prima di tutto i medici ad occuparsi di crisi. Li immaginiamo impegnati a cercare soluzioni proprio nella vicina Rimini, dove risiedeva una delle più importanti scuole mediche di cui il mondo antico abbia lasciato traccia.

Lo testimoniano, oltre ai numerosissimi strumenti chirurgici restituiti dalla cosiddetta casa del chirurgo – il corredo più completo al mondo – le raffigurazioni di divinità salutifere tra le quali un bell’Orfeo che campeggia al centro di uno dei mosaici conservati all’interno della domus di piazza Ferrari. Anche Orfeo come Asclepio è divinità guaritrice e in certo senso egli guarisce il corpo, grazie al canestro con le erbe medicamentose recuperate durante la spedizione degli Argonauti dopo che la maga Medea lo aveva perduto, ma anche l’anima. A questo proposito si ricorda come la stessa tradizione cristiana abbia in qualche modo sovrapposto la figura di Orfeo con quella di Gesù Cristo. Orfeo infatti grazie al suono della sua cetra è ammaliatore di belve feroci ma è anche capace di resuscitare dalla morte.

Ce lo dice, tra gli altri, Ovidio nelle Metamorfosi che alludono, appunto, ad un cambiamento. Sappiamo che quando Orfeo si sarà saziato di piangere la sua Euridice, morta per aver calpestato una serpe, farà un tentativo anche nel regno delle ombre, osando discendere fino allo Stige e attraversando la porta Tenaria dove convincerà Persefone a ritessere le fila del destino della moglie, spezzate anzitempo. Sappiamo anche che purtroppo nel ricondurla alla vita Orfeo, a un passo dall’esserci riuscito, commetterà un errore che sarà fatale ad Euridice, costringendo gli amanti a nuova e più terribile separazione. La lezione di Orfeo, precipitatosi all’inferno pur di riprendersi Euridice, è però preziosa e ci dice che a fronte di un cambiamento ha senso cercare soluzioni e mettere in campo strategie anziché aspettare che il pianto – che ormai dura da tempo – ci sazi.

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