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Bugiardi sociali: primi gli italiani

da Redazione

Bugiardi sociali: primi gli italiani. La ricerca è promossa dal colosso americano dei microprocessori Intel. Indagine in 9 Paesi. Dalla Polonia alla Spagna, dal Regno Unito agli Emirati Arabi.

E’ una figura vecchia come il mondo. Come il bar e prima ancora l’osteria. Stefano Benni, il mitico scrittore di “Bar Sport”, potrebbe scrivere sul tema un altro capolavoro. Stiamo parlando dello sborone, colui che fa il bello, il fico, ovvero il classico gradasso. Una ricerca serissima, promossa dal colosso americano dei microprocessori Intel, e condotta da Redshift Research in nove Paesi (Regno Unito, Polonia, Spagna, Italia, Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Turchia, Egitto ed Emirati Arabi Uniti), conferma che la figura dello sborone rimane ancora tra i primati della gens italica. L’italiano, è dimostrato statisticamente, almeno tra i paesi presi in esame, è campione del mondo di vanterie e fanfaronate, mezze verità o innocenti menzogne dichiarate, forse, forse, in buona fede. Eppure il fenomeno interessa una persona su due. Il cinquanta per cento delle donne 50% punta sulle foto come moltiplicatore estremo di bellezza. Ah, cosa si può fare con un po’ di foto shop. L’altra metà del cielo invece, gli ometti, si arrampica sugli specchi per mostrarsi al mondo intero super divertente e quanto mai brillante , molto, ma molto di più di quanto lo sia nella realtà triste e devastante della crisi mondiale. Dunque la foto con ritocco allegato è il must delle signorine. Gli uomini, si sa devno essere brutto, e deve “addà puzzà”, come dicevano una volta i nostri con somma ironia, punta parzialmente sull’estetica, la bellezza dell’immagine, solo uno su quattro, preferendo buttarla sulle sue dote straordinarie e fascinatorie di seduttore (sic!).

Se quindi una attenta selezione delle immagini, meglio ancora se con qualche ritocco, è il vezzo femminile per eccellenza, solo un uomo su quattro punta sull’estetica, preferendo evidenziale le sue doti (presunte) da seduttore. Stringi, stringi, il piano A, il piano B, il piano Z, servono solo e soltanto ad unico scopo: attrarre l’attenzione dell’altro. Lo scopo della battaglia a tutto campo è quello. E i bugiardi sociali sono il 50% di quelli presi in considerazione. Nelle donne codesta epidemia sociale è meno dilagante.: soli il 33%. Le cosiddette bugie bianche, una volta c’erano le vedove bianche, cioè quelle donne che sceglievano di non avere rapporti con gli uomini dopo averne avuti di devastanti o averne avuti raramente per motivi psicologici, una variante dello zitellaggio. Altri buoni motivi per dire piccole bugie: catturare l’attenzione di amici e conoscenti (55%) e nascondere le proprie insicurezze (40%).

Per non parlare delle infinite varianti del narcisismo e di uno degli obiettivi primari di quell’ex primate che è l’uomo: esercitare forza di attrazione sul datore di lavoro. E sono molte anche qui le varianti sul tema. Il corpo e la mente si gonfiano si gonfiano a dismisura e quivai con il liscio. Ci si abbellisce in tempo reale e quindi più intelligenti e colti ( il 22%), più radical chic, taggandosi in luoghi ed eventi ad alto valore aggiunto ( il 18%). Naturalmente vantare un imponente score di avventure femminili ha sempre il suo bel peso. E come capita sempre nelle migliori famiglie della psiche umana, la finzione diventa realtà. E sia l’uomo che la donna vuole sempre di più assomigliare al suo avatar. Il 53% degli italiani (al contrario del 27% degli olandesi, ma meno del 76% degli egiziani) lotta strenuamente con la sua realtà quotidiana cercando il continuo miglioramento per avvicinarsi a quell’immaginario se stesso che non c’è. Una variante umana dell’isola che non c’è. Il bello reale della vita soffoca tutto il resto. Dunque più foto, e più foto condivise. Si accresce esponenzialmente la propria curiosità saccheggiando libri e tv. Vietatissimo farsi trovare impreparati in Rete. Cura ossessiva del corpo e restyling del vestiario. Tra i giovani, sale il desiderio di partecipare ad eventi cool accanto a personaggi cool. Ah, che bello, essere accanto al tronista semisconosciuto, o al partecipante al Grande Fratello dell’undicesima edizione, delle settima e della quarta edizione. Lo smartphone è d’ordinanza per coltivare la serra della pianta umana in terra di finzione in collegamento con il mondo intero su mobile.

E comunque le bugie hanno le gambe corte. Anche in Rete.

Il 50% del campione sa riconoscere le bugie, dai veri fake alle menzogne più piccole. Il troppo storpia, la perfezione troppo perfetta mette sul chi va là. Poi c’è quel 18% che non riesce più a distinguere tra bugie e realtà.

O tra quelle persone che aggiornano troppo spesso lo status, sono volgari , si lamentano troppo, e non sanno scrivere in un buon italiano. l’80% vorrebbe una netiquette per una convivenza virtuale più civile.

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