LAVORO: MINISTERO, E’ LEGGE RIFORMA LUNGAMENTE ATTESA – E’ legge una “riforma lungamente attesa dal Paese, fortemente auspicata dall’Europa e ampiamente discussa con le parti sociali”. Cosi una nota del ministero introduce una lettura guidata alla riforma del mercato del lavoro approvata oggi in via definitiva dalla Camera.
I TRE PUNTI ESSENZIALI
Una riforma che agisce su tre punti essenziali del mercato del lavoro, dice il ministero: “una distribuzione più equa delle tutele dell’impiego, attraverso il contenimento dei margini di flessibilità progressivamente introdotti negli ultimi vent’anni e l’adeguamento all’attuale contesto economico della disciplina del licenziamento individuale”; “un più efficiente, coerente ed equo assetto degli ammortizzatori sociali e delle relative politiche attive; “l’instaurazione di rapporti di lavoro più stabili, attraverso la conferma del contratto di lavoro a tempo indeterminato come contratto prevalente e meccanismi di valorizzazione e premialità per la stabilizzazione dei contratti di apprendistato e a termine”.
MENO CONTRATTI
La prima, relativa alla razionalizzazione degli istituti contrattuali esistenti. “La riforma ne preserva gli usi virtuosi, limitando quelli impropri”, sottoliena la nota. ” I contratti più flessibili o parasubordinati vengono infatti mantenuti nelle loro accezioni più favorevoli a lavoratori e datori di lavoro contestualmente, ove si utilizzino per settori o segmenti che premino flessibilità e professionalità”. Il nuovo provvedimento inoltre attribuisce massimo valore all’apprendistato che diviene il ”trampolino di lancio” verso la maturazione professionale dei lavoratori. “Si introduce, per questo, un meccanismo che collega l’assunzione di nuovi apprendisti al fatto di averne stabilizzati una certa percentuale nell’ultimo triennio. Se ne prevede una durata minima, ferma restando la possibilità di durate inferiori per attivita’ stagionali, ampliandone la possibilita’ di utilizzo attraverso l’innalzamento del rapporto tra apprendisti e lavoratori qualificati”, ricorda ancora la nota.
LICENZIAMENTI
La seconda area di intervento riguarda le tutele del lavoratore nel caso di licenziamento illegittimo. Per il ministero, “a fronte di una invarianza delle tutele a favore del lavoratore in caso di licenziamento discriminatorio e in alcuni casi di infondatezza del licenziamento disciplinare”, con la riforma si riduce l’incertezza che circonda gli esiti dei procedimenti eventualmente avviati in caso di licenziamento per motivi economici. Si introduce infatti, una precisa delimitazione dell’entita’ dell’indennita’ risarcitoria eventualmente dovuta e si eliminano alcuni costi indiretti dell’eventuale condanna ,ad esempio le sanzioni amministrative dovute a fronte del ritardato pagamento dei contributi sociali. “Grazie a questi provvedimenti il costo sostenuto dal datore di lavoro in caso di vittoria del lavoratore è ”svincolato” dalla durata del procedimento”, annota ancora il ministero.
AIUTI AL SISTEMA DEL LAVORO
La terza area di intervento prevede “un concreto collegamento fra vari aspetti del sistema lavoro”, dal sostegno del reddito alla formazione e riqualificazione del personale, dagli incentivi alle assunzioni ad altre politiche di attivazione, “terreno su cui si colloca l’ampia revisione del sistema degli ammortizzatori sociali e degli strumenti di tutela del reddito”. Ed il ministero evidenzia “la principale novità del sistema degli ammortizzatori sociali, che consiste nell’ introduzione dell’Assicurazione sociale per l’impiego (ASpI) in sostituzione dell’indennita’ di mobilita’, di disoccupazione agricola non ordinaria, di disoccupazione con requisiti ridotti e dell’indennita’ di disoccupazione speciale edile”. C’e’ poi ii potenziamento dell’istituto dell’assicurazione contro la disoccupazione, estendendone l’accesso ai più giovani, a coloro che sono da poco entrati nel mercato del lavoro e alle tipologie d’impiego attualmente escluse (ad esempio gli apprendisti). Resta ferma la normativa in materia di cassa integrazione ordinaria, “finalizzata a fornire alle aziende uno strumento di gestione degli eventi di carattere temporaneo ed episodico che rendono necessaria la riduzione o sospensione dell’attività lavorativa” mentre viene rivisitata la normativa in tema di Cassa integrazione straordinaria, con l’esclusione dalle possibili causali dei casi di procedura concorsuale con cessazione di attività. La riforma infine , spiega ancora la nota, “crea una cornice giuridica per gli esodi con costi a carico dei datori di lavoro”. A tal fine, è prevista la facoltà per le aziende di stipulare accordi con i sindacati maggiormente rappresentativi, finalizzati a incentivare l’esodo dei lavoratori anziani.
EQUITA’ E AUMENTO DEL TASSO DI OCCUPATIBILITA’
La quarta area, ricorda ancora la nota del ministero del lavoro, “è quella dell’equità di genere” con l’obiettivo di diminuire il divario tra uomini e donne. L’ultima area di intervento infine, riguarda le politiche attive, i servizi per l’impiego e la formazione professionale. In questa area, che prevede un forte concerto tra Stato e Regioni, ci si propone di rinnovare le politiche attive, adattandole alle mutate condizioni del contesto economico e assegnando loro il ruolo effettivo di accrescimento dell’occupabilità dei soggetti e del tasso di occupazione del sistema. Con riguardo al servizi per l’impiego, si prevede l’individuazione di livelli essenziali minimi delle prestazioni. In questo contesto viene ampliata la delega già conferita al Governo in materia di servizi per l’impiego, estendendone l’ambito alle politiche attive e definendo i principi e criteri direttivi di ispirazione. In linea con le indicazione dell’Unione Europea, si disciplina infine il cosiddetto apprendimento permanente, nel concerto tra Ministero dell’Istruzione e Ministero del Lavoro, sentite le parti sociali e i Governi territoriali. La materia prevede una delega in particolare per l’individuazione e la validazione degli apprendimenti non formali e informali. La riforma prevede infine, conclude la nota, l’attivazione di un puntuale e permanente monitoraggio delle azioni, anche sperimentali, intraprese, definendo i piani di controllo e le eventuali azioni correttive che possano ulteriormente migliorare il funzionamento del mercato del lavoro, in coerenza con le dinamiche economiche e sociali del Paese.
(Adnkronos)
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