Da questa settimana San Marino Fixing e l’Unità Organizzativa Complessa di Sicurezza sul Lavoro del Dipartimento Prevenzione dell’ISS daranno il via ad una rubrica, con cadenza settimanale, riguardante i molteplici aspetti della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro a San Marino.
di Loris Pironi
SAN MARINO – Da questa settimana San Marino Fixing e l’Unità Organizzativa Complessa di Sicurezza sul Lavoro del Dipartimento Prevenzione dell’ISS daranno il via ad una rubrica, con cadenza settimanale, riguardante i molteplici aspetti della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro a San Marino. L’argomento è estremamente attuale. Un argomento importante e delicato che fra l’altro è in perenne evoluzione. La mancanza di sicurezza sui luoghi di lavoro può essere considerata una piaga sociale, da debellare, attraverso un’attenta prevenzione. Prevenzione che parte dalla sensibilizzazione di una cultura della sicurezza a tutti i livelli. Questi sono gli elementi che hanno spinto la nostra testata e l’UOC Sicurezza sul Lavoro a stringere un patto per portare a conoscenza – o meglio ancora elevare le conoscenze – di tutti i soggetti interessati, dai datori di lavoro agli stessi lavoratori. La rubrica parlerà di tutti gli aspetti principali della materia e illustrerà in maniera sintetica, ma ci auguriamo esaustiva note informative riportanti le ultime norme, modifiche e circolari che riguardano gli argomenti in questione. La rubrica sarà curata a rotazione dallo stesso Direttore, e dallo staff dei funzionari dell’U.O.C., che in base alle proprie competenze professionali forniranno una panoramica dei vari argomenti.
I dati a livello internazionale riguardanti la sicurezza sul lavoro permangono purtroppo drammatici. Le varie agenzie che forniscono i numeri aggregati sul fenomeno confermano la necessità di portare avanti un cammino lungo e difficoltoso, che richiede uno sforzo da parte di tutti i soggetti, dal lavoratore al datore di lavoro, fino ad arrivare naturalmente alla politica. Secondo l’ultimo rapporto annuale dell’ILO “Tendenze globali e sfide in materia di sicurezza e salute sul lavoro” i dati mondiali che si riferiscono al periodo tra il 2003 e il 2008 parlano di una leggera diminuzione del numero di incidenti mortali (da 358 mila a 321 mila) ma di un incremento di morti per malattie professionali, da 1 milione 950 mila a 2 milioni e 20 mila. Abbiamo citato l’ILO non a caso: proprio in questi giorni a Ginevra si è svolta la 101a sessione della Conferenza internazionale del lavoro. Con il dottor Claudio Muccioli (nella foto con Patrizia Dragani autrice della prima rubrica che trovate qui sotto), Direttore UOC Sicurezza sul Lavoro facciamo il punto sulla realtà di San Marino. “La situazione sammarinese ha visto nell’ultimo decennio una progressiva e significativa diminuzione degli infortuni sul lavoro. Ovviamente vista la casistica non possiamo fare una statistica sugli incidenti mortali. Si è passati dagli oltre 1.100 casi all’anno del 1997 ai circa 700 del 2012. Nel giro di un decennio dunque gli infortuni sul lavoro sono diminuiti di oltre il 40%, mentre nel 2011 il numero di infortuni si è stabilizzato pur con la diminuzione del numero di occupati a causa della crisi”.
Questo significa che la crisi rischia di comportare una diminuzione della “attenzione” da parte delle aziende per la sicurezza sul lavoro?
“Come operatori del settore della prevenzione siamo fortemente preoccupati ed analizziamo con attenzione questi fenomeni, proprio per evitare che in situazione di crisi si tenda a risparmiare proprio nel settore della sicurezza. Il motivo di collaborare ad una rubrica per migliorare la cultura della sicurezza è proprio per alzare l’attenzione generale sull’importanza di investire in questo ambito. E quindi cercare di sollecitare le imprese ad aumentare il proprio sforzo per garantire la massima sicurezza delle proprie maestranze”.
Detto della crisi, il trend in diminuzione dell’ultimo decennio da cosa è dipeso?
“L’introduzione di norme come la Legge 31/1998 e i seguenti Decreti applicativi hanno sicuramente portato un contributo positivo, soprattutto perché queste norme richiedono un notevole investimento nell’ambito dell’informazione e formazione dei lavoratori, e richiedono anche che la sicurezza sia parte integrante del ciclo lavorativo e una responsabilità diretta del datore di lavoro come ‘debitore’ di sicurezza nei confronti del proprio dipendente. In questo periodo è aumentata la sensibilità dei datori di lavoro, sono aumentati gli investimenti che le imprese hanno avviato per migliorare le proprie aziende anche per quanto riguarda la sicurezza. Però molto deve essere ancora fatto e soprattutto noi come organo di vigilanza, nell’ambito del nostro operato, dobbiamo essere di ulteriore stimolo sia per la nostra attività di vigilanza diretta sul territorio, sia come impegno alla diffusione delle conoscenze nel settore specifico”.
La mancanza di sicurezza sui luoghi di lavoro ha anche un costo sociale che grava sulla collettività. E dunque sul bilancio dello Stato.
“È così. Il mancato rispetto delle norme porta come conseguenza ad un numero considerevole di infortuni e di malattie professionali. Ammonta a circa 2 milioni e 700 mila euro il costo sociale che annualmente l’ISS è costretta a rimborsare ai lavoratori che hanno subito dei danni fisici, come riconoscimento di pensione privilegiata. A questo costo vanno aggiunti i numerosi giorni di assenza dal lavoro per malattia e infortunio e i costi indiretti sull’azienda relativamente a una sicura diminuita produttività”.
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