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Conferenza ILO, il resoconto della delegazione dell’ANIS sui temi del lavoro

da Redazione

A Ginevra anche Romina Menicucci e Davide Zafferani. Che raccontano la 101esima sessione della Conferenza Internazionale del Lavoro.

 

di Alessandro Carli

 

Parterre du roi per l’ultima conferenza internazionale del Direttore Generale dell’ILO, Juan Somavia (a breve il timone verrà preso da Guy Ryder). Dalla fine di maggio alla metà di giugno, a Ginevra, la sede delle Nazioni Unite (ONU) ha ospitato la 101esima sessione della Conferenza Internazionale del Lavoro. Sulle sponde del Lac Léman anche una delegazione dell’ANIS, composta da Romina Menicucci e Davide Zafferani.

“E’ stata una conferenza ricca di ospiti internazionali – racconta Romina Menicucci -, che ha visto la presenza di tre capi di Stato. L’11 giugno è intervenuto Ollanta Moisés Humala Tasso, Presidente del Perù; il 12 giugno è stata la volta di Ricardo Alberto Martinelli Berrocal, il capo di Stato di Panama e il 13 giugno la platea ha accolto Giorgio Napolitano, il Presidente dell’Italia. Napolitano è stato accompagnato dal Ministro Fornero – che ha successivamente incontrato i suoi omologhi dell’Unione europea – e la Camusso. L’intervento del primo cittadino dell’Italia è stato particolarmente applaudito: è una figura che gode di grande stima e riconoscimento”.

La 101esima sessione dell’ILO, imperniata sul tema “Costruire il futuro attraverso il lavoro dignitoso”, ha visto la presentazione del rapporto generale e il commento di Somavia. Sul rapporto è intervenuto anche il Segretario di Stato per il Lavoro, Francesco Mussoni. “Successivamente – prosegue Menicucci – si sono susseguite le commissioni, chiamate a relazionare su alcuni argomenti specifici. In quest’occasione, per la prima volta, si è creato uno strappo tra il gruppo degli imprenditori e i sindacati. Al centro della discussione, la libertà sindacale e la libertà di sciopero. Questa frizione ha determinato la chiusura anticipata dell’incontro”. L’unico documento che è stato approvato a Ginevra, continua Romina Menicucci, “è stata una raccomandazione – uno strumento meno stringente rispetto a una normativa – in merito alla soglia di protezione sociale. Il documento parla di orientamenti flessibili che hanno lo scopo di garantire un ‘tetto’ che verrà adattato alle situazioni di ogni singolo Paese”.

Una seduta speciale della conferenza è stata dedicata alla visita della leader dell’opposizione birmana, Aung San Suu Kyi. “Dopo aver parlato durante la seduta plenaria, Aung San Suu Kyi ha incontrato un gruppo di lavoratori e di imprenditori. In quell’occasione, ha chiesto ai delegati dell’Organizzazione internazionale del lavoro di incoraggiare i governi a investire nel suo Paese, favorendo uno sviluppo democratico che non ignori i diritti dei lavoratori. I giovani hanno voglia di lavorare e di crescere. La prima risposta è arrivata dalla Coca-Cola, che aprirà uno stabilimento in Birmania”.

 

Rapporto 2012

 

“Nel vecchio continente – spiega l’agenzia delle Nazioni Unite – i programmi di austerità fiscale non stanno che peggiorando la crisi del lavoro. Innanzitutto, questo è dovuto al fatto che molti governi – si legge nel documento – specialmente nelle economie avanzate, hanno dato priorità a una combinazione di misure di austerità e di riforme drastiche del mercato del lavoro. Il rapporto precisa che queste misure hanno delle conseguenze disastrose sui mercati del lavoro in generale e sulla creazione di posti di lavoro in particolare. Nella maggior parte dei casi, questi provvedimenti non hanno portato ad una riduzione dei deficit”.

L’austerity, sparsa su tutto il pianeta, produce la prima vittima: il lavoro. Lo dice il Rapporto 2012 dell’ILO, secondo il quale le politiche sulla crescita sono insufficienti, a livello globale, per sconfiggere il morbo della disoccupazione. “La crisi si è sentita – conclude Menicucci -. La sensazione che si è respirata a Ginevra è abbastanza chiara: il mondo sta cambiando e gli equilibri tra i Paesi non sono più così ferrei. L’incertezza non sta risparmiando nessuno”. Nemmeno i Governi dei singoli Stati: il prossimo anno la conferenza dell’ILO sarà più breve in quanto gli esecutivi non hanno più le risorse per le delegazioni.


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