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San Marino, in Consiglio Grande e Generali confronto sulla firma con l’Italia

da Redazione

SAN MARINO – Martedì pomeriggio il comma Comunicazioni è proseguito con l’esame delle interpellanze. Di seguito un riassunto.

Interpellanza presentata dal consigliere Iro Belluzzi, Psd, per appurare l’entità e gli esiti dell’attività di controllo operata dall’Ispettorato del Lavoro nei confronti della San Marino RTV nonché conoscere se e in che termini siano stati posti in essere – nell’espletamento di tale attività – esenzioni e/o deroghe a beneficio di personale dell’Emittente di Stato.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per il Lavoro: “A questo riferimento devo dire che in data 6 giugno 2012 è stato perfezionato un accordo tra tv, sindacati interni, rappresentanti dell’Associazione nazionale dell’industria, rappresentanti Csu ed il sottoscritto, con cui si sono risolte le questioni che erano in essere. La nostra radiotelevisione alla luce delle relazioni pervenute

è caratterizzata da 69 rapporti subordinati, cui se ne aggiungono 20 di collaborazione. Abbiamo nella tv di Stato un personale che lavora in modo stabile e permanente e delle figure che sono state assunte a tempo determinato, quindi uscendo dalla cornice dei rapporti di collaborazione in conseguenza della configurazione del ramo aziendale. Questo ha permesso di rientrare nel rispetto delle regole. Questo accordo sicuramente non sana tutti i problemi, ma chiarisce e definisce alcuni aspetti senza concessioni e senza andare al di là delle previsioni di legge. Da questo accordo nascono anche linee di gestione aziendale molto importanti. L’impostazione è molto razionale, molto organizzata”.

Interpellanza presentata dal consigliere Enzo Colombini (Su) per chiedere una relazione sull’attività e sulle modalità organizzative dell’Ispettorato del Lavoro, con resoconto annuale dal 2005 ad oggi.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per il Lavoro: “L’organico attuale dell’ispettorato del lavoro è di 7 unità, sei ispettori eseguono giornalmente visite ispettive, controlli su Cig e su segnalazioni arrivate da associazioni sindacali e di categoria.

L’attività ispettiva è svolta da tre squadre di due unità, dal lunedì al venerdì. Nel 2009 per contrastare il lavoro irregolare, in via sperimentale, era stato preposto il potenziamento dell’attività dell’ispettorato con estensione dell’orario. Ad oggi, per il 2011, con l’organico di 7 persone, sono state eseguite in tutto 5.312 ispezioni, per un totale di 223 ingiunzioni. I settori controllati sono stati agricoltura, 21 ispezioni per 2 ingiunzioni, industria manifatturiera, 490 ispezioni per 17 ingiunzioni, il settore commercio, alberghi e ristorazioni, 1.320 ispezioni per 59 ingiunzioni. E ancora: per l’attività finanziaria 83 ispezioni per 8 ingiunzioni; 1.179 controlli per un’ingiunzione nel settore immobiliare, informatica e servizi; 44 ispezioni per 36 ingiunzioni nel settore istruzione; 64 ispezioni e due ingiunzioni per sanità e assistenza sociale. Infine, 485 ispezioni per 86 ingiunzioni in ‘altri servizi’. In totale le ingiunzioni sono state 223. Le cifre includono i controlli a ditte frontaliere: in tutto 255 per 81 ingiunzioni di pagamenti.

Oltre cinque mila ispezioni su un territorio esiguo e con il nostro numero di attività indica un’attività ispettiva molto capillare e un lavoro egregio. E’ necessario compiere degli sviluppi e controlli in orari meno prevedibili e nei giorni feriali, grazie al coordinamento con le forze dell’ordine. Recentemente ho chiesto un incontro di coordinamento tra le sezioni dell’ispettorato del lavoro, Iss, Gendarmeria e Polizia civile. E’ emersa una collaborazione molto forte, anticipo che a breve gli orari delle ispezioni saranno potenziati. A luglio ci sarà una relazione con la completezza di tutti questi dati”.

Interpellanza presentata dal consigliere Iro Belluzzi (Psd) per chiedere una normativa atta a disciplinare l’attività libero professionale nel settore delle professioni sanitarie e para sanitarie. Claudio Podeschi, segretario di Stato per la Sanità: “La possibilità di esercizio dell’attività libero professionale da parte di medici incardinati in strutture sanitarie pubbliche costituisce da sempre uno dei caratteri che maggiormente li differenzia rispetto ad analoghe figure professionali del pubblico impiego. La diversità di trattamento, peraltro, si fonda sulla duplice esigenza di contemperare, da una parte, il diritto del medico ad esercitare tale attività con il parallelo diritto di scelta, dall’altra, che deve avere ogni singolo utente. E’ evidente che la libera professione in ambito sanitario è stata sempre assoggettata a limitazioni di vario genere, onde evitare che il singolo possa essere agevolmente strumentalizzato e dirottato da strutture pubbliche a strutture private a pagamento. A San Marino in via sperimentale sono già stati attivati da tempo progetti di libera professione per i professionisti delle Uoc di chirurgia e per il personale di Ostetricia e ginecologia e della Uoc di Geriatria insieme al personale di Uoc di Ortopedia. Solo se la valutazione del periodo sperimentale avrà esito soddisfacente il governo potrà adottare i provvedimenti di legge per normare l’attività libero professionale e conciliarla con il carattere di esclusività del rapporto di lavoro previsto dalla recente Riforma che ha coinvolto tutti i dipendenti della Pa. Il 9 febbraio 2012, il Comitato esecutivo dell’Iss ha approvato il Regolamento per la libera professione del personale Iss che disciplina l’esercizio dell’attività libero professionale dei dipendenti del corpo sanitario medico e non medico. Il regolamento costituisce già ampia garanzia di un’attività realizzata con chiare modalità all’insegna di assoluta trasparenza.

Iro Belluzzi, Psd, replica: “Nella risposta che ho ricevuto dal segretario di Stato Podeschi tutte le problematiche legate all’osservanza delle leggi del corpo sanitario non sono prese in considerazione, ad eccezione del fatto che il comitato Iss va istituire un regolamento sull’attività interna. Trasformo interpellanza in mozione”.

Interpellanza presentata dal consigliere Giancarlo Capicchioni, Psd, a seguito della recente apertura di una nuova filiale di Banca sammarinese di investimento, per conoscere analisi e progetti alla base dell’autorizzazione da parte di Banca Centrale all’apertura di nuove agenzie

Segretario di Stato per le Finanze, Pasquale Valentini: “In risposta all’interpellanza, e sulla base dei riferimenti che la Segreteria ha chiesto al proposito a Banca centrale, si fa presente che i quesiti posti implicano, in alcuni casi, risposte che né Banca centrale, né questa segreteria di Stato possono fornire o sulle quali non possono essere esaustive in quanto i relativi contenuti sono coperti da segreto d’ufficio. Il ridimensionamento del sistema finanziario sammarinese é stato generato dagli eventi che hanno interessato il Paese negli ultimi anni, tra i quali si inserisce anche il diverso atteggiamento adottato dalle Autorità di vigilanza estere nei confronti di Paesi, a torto o a ragione, considerati off-shore, che hanno provocato una riduzione delle masse amministrate e l’acuirsi di criticità latenti nel sistema, determinando una selezione più rapida delle iniziative imprenditoriali sane e prudenti. In tale contesto, il processo di consolidamento del sistema finanziario passa certamente attraverso operazioni di aggregazioni tra banche, dove realisticamente percorribili. Ma di certo, non può consistere nel negare alle singole banche la possibilità di espansione all’interno della Repubblica, soprattutto se si tratta di istituti monosportello all’atto di presentazione del piano di sviluppo. In data 6 dicembre 2011 la Bsi ha presentato istanza per ottenere l’autorizzazione all’ampliamento della rete distributiva a seguito di un dettagliato progetto di modifica della mission aziendale. Tale progetto risultava in linea con la normativa vigente e conteneva, tra l’altro, un coerente piano industriale per i primi anni. Il 14 dicembre 2011, la Banca centrale ha rilasciato l’autorizzazione all’ampliamento della rete distributiva”.

Passo successivo una serie di nomine. E’ slittata ancora una volta la sostituzione di S.E. Maurizio Rattini dalla commissione Affari di giustizia. Il candidato della maggioranza, Angela Venturini, ha ottenuto solo 20 voti rispetto al quorum di 39. Tutto liscio invece per la sostituzione del dimissionario Luca Marcucci dalla commissione di Vigilanza. Il nome proposto dal Pdcs, l’avvocato Francesco Mancini, è stato approvato a maggioranza.

Infine la nomina del comitato amministratore di Fondiss e la ratifica del decreto delegato “Revoca e dimissioni dei componenti del comitato amministratore di Fondiss”. Il comitato è costituito da nove membri, due proposti dalla maggioranza, uno dall’opposizione, tre dai sindacati e tre dalle associazioni datoriali e dei lavoratori autonomi. Per i sindacati Renato Bibbio (Usl), Carlo Alberto Bruno (Csdl) e Raffaele Bruni (Cdls); per le associazioni Luca Filanti, Mirco Muccioli e Alessia Scarano. Le proposte sono state approvate a maggioranza.

La maggioranza ha proposto Sante Lonfernini e Martina Poggiali, che hanno ricevuto rispettivamente 45 e 46 voti sui 48 votanti. L’opposizione non ha invece trovato un accordo. Il Psd ha proposto Vittorio Scaioli, poi eletto con 28 voti; Su Paolo Michelotti. Psrs e Upr hanno stigmatizzato il comportamento del Psd.

Di seguito un riassunto del dibattito che ne è scaturito.

Paolo Crescentini, Psrs: “Non mi sembra il caso di bruciare dei nomi. Non c’è stata volontà di confronto nell’opposizione. Critico l’operato del Psd che ha dato un nome al governo. Inoltre preferiamo che siano professionisti sammarinesi a gestire il fondo”.

Giovanni Lonfernini, Upr: “Non vorrei rovinare il clima da grand hotel, ma noi stiamo con il Psrs. La maggioranza ha fatto bene a nominare professionisti sammarinesi. Male invece il Psd che tira diritto. Il nome già circolava nel precedente Consiglio”.

Claudio Podeschi, segretario di Stato per la Sanità: “la legge 191 del 2011 è molto importante per il Paese e c’è stato un ampio consenso. E’ arrivato anche un plauso dal Fmi. La non attuazione del secondo pilastro era ritenuta un’occasione persa, siamo in ritardo di 5-6 anni. il comitato amministratore Fondiss deve essere particolarmente qualificato dato che gestirà inizialmente 7 milioni di euro, e ce ne saranno 15 in aggiunta dal 2014. E ogni anno successivo altri 20. Anche per Bcsm servono garanzie per un’operatività rapida e semplice.

In vista dell’inizio della procedura, l’Iss farà una comunicazione continua a tutti gli interessati. Il lavoro è stato fatti nei termini migliori e ci sono tutte le caratteristiche per dare risposte efficaci sul sistema previdenziale”.

 

E’ scattato nel tardo pomeriggio di ieri il dibattito sulla ratifica degli accordi con l’Italia che vede iscritti 47 consiglieri e che proseguirà durante la seduta odierna.

 

Di seguito un riassunto degli interventi.

Antonella Mularoni, segretario di Stato per gli Affari esteri: “Ringrazio i commissari che questa mattina si sono riuniti per poter portare la ratifica degli accordi in Consiglio grande e generale. E’ oggi una giornata di grande soddisfazione. Siamo partiti da una situazione iniziale di grande affanno. Grazie ai provvedimenti varati da governo e Consiglio, abbiamo superato una crisi legata alla mancanza di fiducia nella capacità delle istituzioni sammarinesi di andare a incidere sulle distorsioni presenti nel Paese e nella intenzione di adeguamento agli standard internazionali. Il lavoro in questi tre anni è stato grande, siamo progressivamente usciti da situazioni grigie che a livello internazionale pesavano molto. Con Aif, Clo, Ufficio di controllo delle attività, una migliore collaborazione del tribunale si è riusciti a ricostruire il clima di fiducia. Anche da parte di esponenti delle forze dell’ordine italiane c’è un riconoscimento della collaborazione per conseguire risultati efficaci che devono rendere fieri in primis noi.

Siamo contenti di portare a ratifica anche la convenzione del 2002 che dà chiarezza nei rapporti bilaterali e la cui mancanza ha penalizzato le aziende sammarinesi che operano in Italia. E’ un risultato estremamente significativo. Il nostro mondo dell’impresa e dell’economia da tempo aveva compreso lo sbaglio della mancata ratifica della convenzione, andiamo in questo modo a riempire un vulnus. Ci sono poi altre due convenzioni, l’accordo di cooperazione economica firmata da Frattini, che è molto importante perché individua una serie di settori dove la cooperazione tra i due Paesi dovrà essere approfondita. L’Accordo di cooperazione in materia finanziaria rende più semplice la collaborazione tra banche centrali, stabilendo forme di vigilanza consolidata, anche questo è un accordo che serve a dare certezze e chiarezza. Siamo consapevoli che le azioni di presidio che con forza abbiamo attivato devono rimanere ed essere consolidate sempre di più. Non si pensi che una volta arrivati nella white list italiana si possa rifare un po’ di quello che facevamo prima, non sarebbe tollerato. Deve esserci la consapevolezza consolidata qui dentro e nel mondo economico. Certamente abbiamo pagato prezzi alti, tuttavia il substrato economico più saldo ha continuato a credere in San Marino. Molte attività era bene che se ne andassero, altre bloccate da delibere del segretario di Stato per l’ Industria, una consistente pulizia è stata fatta con un’attività che è stata apprezzata. A settembre saremo sottoposti alla verifica dell’Ocse, alla fase due sullo scambio di informazioni, sull’effettività, ci stiamo preparando al meglio”.

Claudio Felici, Psd: “C’era un’attesa importante per questo accordo, anche perché l’interscambio con l’Italia pesa al 99%. Il governo ora insiste a dire che i nostri vicini hanno fiducia in noi, ma nel 2006 il testo era già stato parafato, per cui già si fidavano di noi. dunque ci sta una riflessione sulla responsabilità dei poteri forti che hanno causato la mancata firma. E oggi qualcuno queste responsabilità deve prendersele.

Dalla nota della Farnesina sulla firma emerge un clima freddo, un low profile. C’è stata l’intesa formale, ma l’Italia prevede il rispetto di condizioni ancora non vigenti finché non c’è la ratifica. Dunque l’Italia si fida relativamente.

Ai tempi del defenestramento dei vertici di Banca centrale il memorandum d’intesa con Banca d’Italia era pronto e da sottoscrivere dopo la firma. Ora, assieme al presidente della Fondazione San marino, chiedo se è pronto. Anche l’intera partita della residenza fiscale è caratterizzata da cose non risolte. Dobbiamo chiarire qual è la nostra idea di sviluppo e su quale base bilaterale poggia. Sui tempi di ratifica, inoltre, non sono così ottimista.

Voglio infine ricordare che il testo dell’accordo sulla cooperazione economica è un’eredità del governo precedente. E che i lavori non sono finiti, anche se questo è un ottimo risultato”.

Simone Celli, Psrs: “Il 13 giugno ha avviato dinamiche politiche. La firma, invece di irrobustire il Patto, ha fatto il contrario. Sono in corso manovre pre-elettorali, lo scenario politico è in fermentazione.

Questo pacchetto di intese è un punto di partenza per la normalizzazione dei rapporti. E un buon rapporto con l’Italia è fondamentale. Non siamo al traguardo finale. Ben venga lo spirito positivo, ma non fermiamoci al gaudio. Serve realismo, la situazione è complessa: viviamo una spaventosa crisi economica e sociale. Abbiamo perso molto tempo e il 25% della ricchezza del Paese. Dunque servono risposte urgenti, a partire dal settore bancario, ma ora come ora siamo castrati”.

Roberto Giorgetti, Ap: “Gli accordi sono sicuramente un passaggio storico per il nostro Paese.
Non lo dico in tono celebrativo, ma per il significato sia simbolico che sostanziale. Vanno certamente ringraziati governo e maggioranza, ma anche il lavoro del Parlamento. Trovo altrettanto importante e apprezzabile che segretario di Stato e governo abbiano parlato di percorso. Noi non siamo a un punto di arrivo, la firma è un passaggio fondamentale, ma l’importante è continuare nella trasformazione, che non si poteva fare solo con una firma, ma con una serie di scelte e passaggi su cui il nostro Paese è in ritardo da anni.
Dal 2008 abbiamo eliminato tanti elementi. Noi nel 2008 non avevamo neanche uno strumento che fosse compatibile con gli standard internazionali. Ora non stiamo celebrando alcunché, ma vogliamo sottolineare un passaggio che è stato importante. Come dice Mularoni, ormai non possiamo più tornare indietro. Sono passati 5 giorni dalla firma, è un po’ presto per battere i pugni sul tavolo e chiedere già risultati: questa è demagogia. Preoccuparsi per il futuro non vuol dire che San Marino è un mucchio di macerie, che siamo alla catastrofe. Abbiamo un’economia ancora in
piedi, siamo ancora qui dopo aver affrontato una crisi internazionale nel modo peggiore. Dobbiamo guardare al futuro e vedere che ci aspetta l’uscita dalla blacklist, il completamento di un percorso di riforme, politiche di bilancio innovative, rilanciare il sistema bancario e finanziario”.

Ivan Foschi, Su: “La ripresa della trattativa con l’Italia iniziò nel 2006, quando il nuovo governo di allora cercò di recuperare il rapporto interrotto per la mancanza di volontà di parafare l’accordo da parte di San Marino. Certamente c’è voluto del tempo e sono emerse circostanze nuove, ma non possiamo dimenticare che il percorso che inizia con la legge antiriciclaggio, che risale alla scorsa
legislatura, così come con Aif e Clo, organismi che funzionano. Ma queste cose sono state volute nel tempo solo da metà dell’Aula, non da tutto il Consiglio come i provvedimenti presi in questa legislatura. La strada della normalizzazione con l’Italia ci porti a un rapporto nuovo, fatto di fiducia reciproca, regole e opportunità. La firma rappresenta una svolta ed è comprensibile la soddisfazione del governo, però sarebbero fuori luogo toni trionfalistici che farebbero pensare a qualcuno che siamo fuori dal tunnel e si può tornare a fare quello che si faceva prima. Non bisogna poi dimenticare che i cambiamenti li abbiamo fatti perchè ci hanno costretti da fuori, non perchè eravamo convinti dal nostro interno, Nessuno ha mai detto che San Marino è pieno di malavita, però nessuno può nascondere che fenomeni ci sono stati e che ci siamo ritrovati impreparati. Ancora si
tentenna sull’approvazione delle leggi antimafia. Vedo un eccesso di lentezza, troppi scrupoli e diffidenze. Non c’è bisogno di Gatti per sapere che le cose non vanno bene nel mondo economico, ma se nel corso degli anni lo stesso avesse avuto la stessa franchezza sul rapporto con Italia, sulle tutele politiche di certi faccendieri, forse avremmo risolto prima tutti i problemi”.”.

Pasquale Valentini, segretario di Stato per le Finanze: “Non è tempo di celebrazioni e dobbiamo stare cauti? Invece dobbiamo celebrare e avere consapevolezza di quanto accaduto. Il Paese non aveva più credibilità e ha dovuto fare celermente un percorso. A Roma per la prima volta il ministro degli Esteri e i funzionari del ministero delle Finanze hanno parlato dell’accordo senza condizioni. C’era il clima di un governo che riconosce i passi per la ripresa di una collaborazione fattiva.

Il processo di cambiamento è stata la condizione per la firma, che è una porta aperta. E’ la premessa per esempio per il memorandum d’intesa tra le due banche centrali. E che è un problema del sistema bancario sammarinese, che deve dimostrare di essere capace di garantire collaborazione. Tocca a noi dimostrare che vogliamo rendere effettivi gli accordi. Tra i due Paesi è inevitabile che ci sia un rapporto particolare, serve un tavolo permanente per ricercare le relative opportunità”.

Gian Nicola Berti, Ns, non interviene, nonostante iscritto, per reazione allo “scurrile comunicato di Ap, che dimostra con quanta fatica si è lavorato per riuscire a raggiungere questi risultati”.

Pier Marino Menicucci, Upr: “Per l’Upr tutto quello che è positivo per il Paese è da appoggiare, anche se siamo partito di opposizione. Questa mattina, in Commissione, il consigliere Maria Luisa Berti ha detto una cosa giusta che vorrei ribadire. Oggi si è arrivati a questa firma perché sono stati portati in Aula strumenti legislativi votati dal 90% dei consiglieri e dalla totalità delle forze politiche, è un dato cui non si può prescindere. Significa che c’è una coscienza generale che si è modificata. Poi anche chi guarda dall’esterno la Repubblica di San Marino si rende conto che i provvedimenti sono stati votati all’unanimità. Oggi è un giorno sicuramente importante. Indipendentemente dall’internazionalizzazione dei nostri rapporti, il rapporto con l’Italia resta fondamentale. La mia forza politica crede nell’adesione piena all’Unione europea, ma essenziale è il rapporto con l’Italia che dovrebbe dare poi il parere definitivo. Ci sono due aspetti da valutare, la piena efficacia dell’accordo, con la ratifica che mi auguro arrivi in tempi rapidi. E l’uscita dalla black list, importante per il nostro sistema economico e finanziario. Quando questi aspetti si saranno integrati potremmo dire di essere arrivati alla piena normalizzazione dei rapporti italo-sammarinesi”.

Fabio Berardi, segretario di Stato per il Turismo: “La soddisfazione è grande a livello di governo e personale. E per me è doppia, in relazione alla mancata firma del 2006 con il ministro Fini. Non mi avete mai sentito recriminare in quest’Aula, ho attutito il colpo di quella che non è stata una sconfitta personale, ma del Paese. Ma siamo qui, e allora alla luce di quell’esperienza che aveva visto dal 2001 un lungo lavoro per il rilancio del rapporto economico con l’Italia, con tanti stop e riprese, fino ad arrivare all’intesa. E poi è successo che questo parlamento ha sfiduciato il sottoscritto e messo così la parola fine a quel periodo di trattative. Per questo è doppia la soddisfazione, anche in questa legislatura ci ho creduto. Bravi Antonella, Pasquale , Marco, il governo tutto, il Patto e il Consiglio. Malgrado tutti i problemi, siamo riusciti con grande
coesione politica e sacrifici personali di volta in volta a superare le emergenze. Questa non è una firma giunta per caso. Ma c’è tanto da fare ancora all’interno e con il governo italiano. Ci siamo fatti
carico di chiedere al segretario di Stato Mularoni di chiedere incontri con il governo italiano per rilanciare i rapporti e per andare insieme a trovare tutte le opportunità. E allora si punti all’avvio del tavolo tecnico bilaterale sui problemi di interpretazione, sulle zone d’ombra che restano da chiarire”.

Federico Bartoletti, Pdcs: “Sono stupito dall’atteggiamento di indolenza verso questo passaggio. E’ una pagina storica, anche se non abbiamo risolto tutte le questioni. E’ ovvio che ci siano in un accordo bilaterale delle limitazioni della sovranità, ci sono stati riferimenti vergognosi alla questione dei frontalieri. Sono rattristato e deluso. E’ stato fatto un grande lavoro e gli organismi internazionali lo hanno riconosciuto. Ora anche l’Italia. Dobbiamo adesso superare l’ultimo scoglio per internazionalizzare la nostra economia, dato che ci siamo anchilosati sul settore bancario e sull’interscambio commerciale solo con l’Italia: la black list. Dobbiamo impegnarci tutti perché la ratifica venga al più presto perché San Marino è un’opportunità per l’Italia, per l’aeroporto, per esempio, la sanità, l’università, le nuove tecnologie, la ricerca.

Dobbiamo aiutare le imprese sane e avere attenzione sui contenziosi fiscali che riverberano sui rapporti con l’Italia”.

Giuseppe Maria Morganti, Psd: “Anche il nostro gruppo politico si unisce ai complimenti per il raggiungimento di un importantissimo risultato che va al di là dei contenuti. Importante è il cambiamento di una situazione che per tutto il 2009 e successivamente, in molti credevano irrecuperabile, quando il governo Berlusconi si era fortemente indispettito nei confronti degli atteggiamenti di una San Marino che nei fatti non voleva dimostrare il cambiamento. Non voglio
ricordare le difficoltà e i segnali tardivi che comunque arrivarono con il governo precedente. All’inizio della seduta abbiamo seguito l’intervento del segretario di Stato Arzilli sui passi realizzati sul fronte del controllo dell’economia del Paese. Due anni fa questo controllo non l’avevamo ed è stato fondamentale per il recupero di credibilità. Così come la nuova azione del tribunale, possibile grazie a nuove leggi, seguite a traino su pressioni Moneyval ed Ocse che hanno guidato San Marino verso la trasformazione. Dobbiamo rinnovarci per gestire il futuro ma la classe politica non è in grado di gestire una realtà fatta di rimboccarsi le maniche e mancanza di soldi, ci sono difficoltà nell’ottenere consenso. Serve una nuova cultura nella politica, nell’economia, nelle organizzazioni sindacali”.

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