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La firma di domani a Roma? Per San Marino non cambierà molto

da Redazione

Italia-SanMarino

La firma di Roma? A ben guardare per la Repubblica di San Marino, sotto una prospettiva meramente pratica non cambierà molto. Però è importante da un punto di vista politico. E ‘umorale’.

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di Loris Pironi


SAN MARINO – Domani, 13 giugno – incredibile, è ufficiale – Italia e San Marino sottoscriveranno a Roma il Protocollo di modifica dell’Accordo contro le doppie imposizioni fiscali. La firma è considerata un momento estremamente positivo (per il Titano) perché rappresenta il momento in cui, dopo aver toccato il fondo delle relazioni tra i due Stati, si incomincia finalmente ad avvertire la spinta di risalita.
Ma di cosa parliamo quando parliamo di una convenzione contro le doppie imposizioni? Sicuramente possiamo dire che non è la panacea di tutti i mali. Per San Marino, infatti, da un punto di vista meramente tecnico cambierà molto poco, quasi nulla. Altro discorso è se leggiamo questa firma (come ha fatto in una recente intervista video il Segretario di Stato agli Esteri Antonella Mularoni) in una prospettiva politica. O ancora di più “umorale”, dopo le mille batoste subite dal mondo imprenditoriale nel tentativo di restare a galla in un mercato, quello italiano, che possiamo definire a dir poco “ostile”. L’uscita dalla black list cambierà qualcosa, ma la black list con l’accordo che il 13 sarà firmato a Roma non c’entra nulla. Almeno, come dicevamo, se guardiamo la cosa da un punto di vista tecnico. Per uscire dalla black list basterebbe due righe uscite dal MEF, che però finora malgrado le dichiarazioni di buona volontà non sono arrivate. Però è vero che la sottoscrizione dell’accordo contro le doppie imposizioni può spianare la strada, politicamente, a un disgelo vero e proprio. Stiamo a vedere.


Doppie imposizioni
Una convenzione contro le doppie imposizioni è un trattato bilaterale in base al quale due Stati, nella fattispecie Italia e San Marino, stabiliscono regole relative alla tassazione che va applicata a persone o società. Il principio su cui ci si basa è che il contribuente non può essere tassato due volte (una in ciascun Paese) sullo stesso reddito o sugli stessi beni. La legge standard si basa sull’articolo 26 dell’accordo OCSE 2005. Italia e San Marino, a grandi linee, firmeranno un accordo che rispecchia in toto questo articolo. E tutti gli altri accordi bilaterali che Roma ha firmato in questi anni con le altre nazioni, dalla Cina all’Islanda. Il concetto base è il seguente. Se un residente italiano possiede elementi di reddito che sono imponibili a San Marino, tanto per fare un esempio concreto, l’Agenzia delle Entrate italiana nel calcolare le imposte sul reddito può includere nella base imponibile tali elementi di reddito, ma deve detrarre l’imposta sui redditi già pagata a San Marino. Naturalmente l’ammontare della detrazione non può eccedere la quota di imposta italiana.

 

Scambio d’informazioni
San Marino lo scorso anno ha approvato in via unilaterale un provvedimento che prevede lo scambio di informazioni sul modello OCSE 2005. Quindi significa che dopo la firma del 13 giugno… non cambierà nulla. O meglio cambierà il fatto che l’Italia dovrà alzare il proprio standard di “trasparenza” a livello di quello di San Marino. Un paradosso, se si vuole, che vale la pena sottolineare. Per essere più precisi, lo scambio automatico sul modello OCSE 2005 prevede l’impossibilità per uno Stato di utilizzare limitazioni interne quale scusante per non fornire informazioni. Informazioni che vengono scambiate solo tramite il CLO, ufficio di collegamento.

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