La CSU spara nel mucchio e le categorie si arrabbiano. E non poco. L’ultimo attacco del sindacato è contro il settore dei parrucchieri e dei centri estetici che userebbero lavoratori in nero. Dura la replica degli artigiani.
SAN MARINO – La CSU spara nel mucchio e le categorie si arrabbiano. E non poco. L’ultimo attacco del sindacato è contro il settore dei parrucchieri e dei centri estetici che, a detta della FLI-CSU, utilizzano lavoratori non assunti regolarmente, “anzi sembra che non abbiano permessi di lavoro di nessun genere!”, come afferma una nota della Centrale Sindacale Unitaria.
Per questo motivo la FLI-CSU ha chiesto al Direttore dell’Ufficio e all’Ispettorato del Lavoro, ha richiesto una verifica urgentissima da parte dei Servizi Ispettivi. Ma non è il primo caso che il sindacato lancia (generiche e non meglio precisate) accuse ad aziende che “prima licenziano propri dipendenti, e poi utilizzano lavoratori e lavoratrici in nero”.
A strettissimo giro di posta è arrivata la replica dell’Unione Artigiani. “Non si può colpevolizzare un’intera categoria che conta un centinaio di operatori che ogni giorno lavorano e fanno della legalità e della crescita delle nuove generazioni i loro cavallo di battaglia”, dice ai microfoni della Tv di Stato il Segretario UNAS Pio Ugolini. Eventuali casi di lavoro nero nelle aziende, se dimostrati, penalizzano piuttosto la categoria. La questione sarà peraltro posta sul tavolo del Consiglio Direttivo dell’associazione, nel corso della riunione di oggi.