Home NotizieSan Marino Antonella Mularoni a Fixing: “Il vento è cambiato, ora lavoriamo per uscire dalla black list italiana”

Antonella Mularoni a Fixing: “Il vento è cambiato, ora lavoriamo per uscire dalla black list italiana”

da Redazione

Antonella Mularoni sorride

Mercoledì 13 giugno il Segretario di Stato per gli Affari Esteri di San Marino Antonella Mularoni sarà alla Farnesina, a Roma. www.sanmarinofixing.com ha intervistato il Segretario Mularoni.

Antonella_Mularoni

 

di Loris Pironi

 

SAN MARINO – Mercoledì 13 giugno il Segretario di Stato per gli Affari Esteri di San Marino Antonella Mularoni sarà alla Farnesina, a Roma. Firmerà, in quell’occasione, il Protocollo di modifica dell’Accordo contro le doppie imposizioni fiscali.

La firma non risolverà tutti i problemi, ma è indicativa del fatto che il vento sia cambiato.

“Assolutamente sì – dice a www.sanmarinofixing.com il Segretario di Stato per gli Affari Esteri Antonella Mularoni – Intanto è imprescindibile per permettere a San Marino di uscire dalla black list. Sicuramente non è l’ultimo passo, ma rappresenta un passaggio indispensabile. Ad ogni modo questa firma è la riprova del fatto che il clima è cambiato. Lo registriamo nei rapporti quotidiani, non solo come Segreteria per gli Esteri ma anche a livello di tutte le altre Segreterie di Stato. Si è recuperato un rapporto di fiducia, senza il quale non si va da nessuna parte. È la conferma della bontà del lavoro svolto in questi ultimi tre anni per adeguarci agli standard internazionali, delle iniziative che abbiamo assunto e che abbiamo portato avanti con convinzione. Il Governo e la maggioranza si sono impegnati molto per giungere a questo risultato, anche se va detto che in vari passaggi consiliari si è registrato un consenso ben più ampio della sola maggioranza”.

C’è stato un effettivo cambio di passo nelle relazioni tra i due Stati con l’avvento del Governo tecnico in Italia?

“La lettera del Presidente del Consiglio Monti ha evidenziato in maniera chiara questo cambio di passo. C’è stata la disponibilità a valutare positivamente tutto quello che era stato fatto da San Marino. Dal canto nostro non dimentichiamo che ci sono ancora diverse cose da fare e che certamente faremo. Adeguarsi agli standard internazionali è un lavoro in fieri, noi continuiamo a lavorare”.

Ha qualche rimpianto per qualcosa che non siete riusciti a fare con il Ministro Tremonti? C’è qualche responsabilità di San Marino che ha impedito un dialogo sereno in questi anni?

“No, nessun rimpianto. Personalmente ho cercato di gestire nella maniera migliore i rapporti sia con il Governo italiano attuale, sia con il precedente. Il fatto è che se hai interlocutori con cui parlare i problemi si possono risolvere, se invece hai davanti qualcuno che non ti manifesta quali sono le sue difficoltà, allora è tutto più difficile. Sapevamo sin dall’inizio della legislatura che si partiva con un gap da colmare e il lavoro è stato molto impegnativo su molti fronti. Dal Governo Monti ci attendevamo quello che è arrivato e cioè la disponibilità a valutare serenamente ed obiettivamente le riforme attuate da San Marino in questa legislatura. Personalmente, pensando a quanta strada abbiamo fatto, non ho rimproveri per cose che avremmo dovuto fare e non abbiamo fatto o, peggio – come ha scritto qualcuno – per cose che ci avevano detto di fare e che invece avremmo ignorato. Ribadisco che le presunte cose che non avremmo voluto fare esistono solo nella mente di qualcuno”.

Lei ha detto che questa firma è un passaggio indispensabile verso l’uscita dalla black list. Di fatto per tornare in lista bianca basterebbe, o sarebbe bastata, una semplice comunicazione del MEF. Dunque il discorso è puramente politico, in questo senso.

“Come è stato chiarito nella lettera del Premier Monti, così come negli incontri che abbiamo avuto con il Ministero delle Finanze, l’intenzione italiana è quella di legare l’uscita dalla black list alla ratifica degli accordi bilaterali. Da parte nostra contiamo di giungere alla ratifica del pacchetto dei quattro accordi entro luglio. E se le amministrazioni italiane, in particolare quelle legate alle materie finanziarie in questione, garantiranno un riscontro positivo – e noi faremo tutto il possibile da parte nostra affinché sia così – l’uscita dalla black list potrebbe giungere in tempi piuttosto brevi. Questo è ciò che ci è stato garantito verbalmente”.

Che genere di accordo andrete a firmare il 13 giugno?

“Si tratta di un Protocollo aggiuntivo che adegua agli standard OCSE 2005 il testo che Italia e San Marino firmarono nel 2002 e mai ratificarono. Contestualmente si ratificheranno anche il già citato accordo del 2002 e i due testi sottoscritti nel 2009 in materia di cooperazione economica e di collaborazione in materia finanziaria”.

E cosa cambierà per San Marino dopo la ratifica?

“Intanto si giungerà a chiarimenti importanti sul funzionamento della tassazione. Fino ad ora non c’era nulla di giuridicamente vincolante a cui fare riferimento, dopo avremo una base giuridica che va a stabilire quale parte di imposta va corrisposta a uno Stato e all’altro. Ed è fondamentale per noi, anche perché offre regole certe per gli investitori, quelli che già sono qui e quelli che possono arrivare. Poi non dimentichiamoci che contestualmente entrerà in vigore anche l’accordo di cooperazione economica, con tutte le ricadute che può portare. Per San Marino è fondamentale aver recuperato finalmente un rapporto di fiducia. Ora dovremo essere capaci di usare questi accordi in maniera intelligente e lungimirante”.

Parliamo di scambio d’informazioni che, per inciso, non è e non sarà automatico. La base è l’articolo 26 del modello OCSE 2005.

“San Marino già offre all’Italia tutta una serie di informazioni che vengono richieste, perché la nostra normativa autorizza il CLO a fornirle. Poi può succedere che uno Stato, per via della propria legislazione interna, non possa utilizzare completamente e ad ogni fine queste informazioni. Con la ratifica dell’accordo si supererà anche questa questione una volta per tutte. Dunque è un vantaggio importante anche per l’Italia”.

Resta aperta la questione dei frontalieri. Per loro con questa firma non cambia assolutamente nulla. La questione, malgrado tutto quello che è stato detto e scritto in questi anni, è puramente italiana.

“Io dico dal 2009 ai frontalieri e non solo che su questo punto abbiamo trovato da parte italiana una grande rigidità. Se mi posso permettere, ai lavoratori italiani impegnati nelle aziende del nostro Paese dico che da parte loro dovrebbero continuare a cercare di sensibilizzare la parte italiana. Nel Protocollo che andremo a firmare si stabilisce un sistema di tassazione concorrente con tassazione definitiva nel paese di residenza. È scritto anche che l’Italia si impegna a tassare il reddito lordo dei frontalieri con le modalità stabilite da una legge ordinaria, che potrà (significativo l’uso del condizionale da parte italiana, ndr) eventualmente anche determinare una quota esente da imposta (la franchigia, ndr). C’è dunque un impegno da parte italiana, che non dipende da San Marino. È certo che la questione ci sta a cuore perché è nell’interesse delle imprese sammarinesi che si trovi una soluzione. Da parte nostra, come sempre, c’è la massima disponibilità a trovare le migliori soluzioni”.

Segretario, cosa si auspica per i prossimi mesi?

“Due cose, principalmente. Innanzitutto che si trovino le soluzioni idonee per permettere a San Marino di uscire dalla black list nei tempi più brevi, in secondo luogo che questo clima di fiducia recuperato possa dare risultati in tutti i campi. Io sono certa che la collaborazione potrà portare ottimi frutti. Di certo quello che non possiamo più fare è guardare indietro. Il mondo è cambiato. Come avviene in tutti i Paesi, le persone potranno guadagnare molto anche in futuro, ma solo se questo guadagno è frutto del lavoro. Noi vogliamo tornare a esaltare i valori che hanno fatto grande questo nostro piccolo Paese e il lavoro è uno di questi valori. Abbiamo inoltre margini di crescita su cui possiamo lavorare ma, lo ribadisco, nessuno si può illudere che sia possibile invertire la strada che abbiamo imboccato. Ai nostri giovani, soprattutto, non dobbiamo dare l’impressione che i soldi si possano fare in maniera diversa che con il lavoro”.

Non possiamo non rivolgerle un’ultima domanda sul bilancio del Governo e soprattutto in vista di quest’ultimo anno di legislatura. Avete fatto cose importanti ma altre sono rimaste nel cassetto, ad esempio la riforma tributaria. La paura di molti è che, adesso che ci si avvicina alle urne, la produttività dell’esecutivo cominci a calare.

“L’impegno è e resta quello di portare a termine quanto è stato indicato agli elettori nel programma di governo. Per quanto riguarda la mia Segreteria in particolare sono in cantiere gli ultimi provvedimenti, ma so che vale lo stesso discorso anche per le altre Segreterie di Stato. C’è la volontà concreta di concludere questo lavoro anche perché abbiamo assunto impegni a livello internazionale e non ci possiamo permettere incidenti di percorso. Chi li provocasse dovrebbe assumersi questa grave responsabilità davanti all’intero Paese. La classe politica sammarinese oggi più che mai ha il dovere di garantire ai giovani un futuro. Dobbiamo operare per contenere il debito pubblico, conseguendo l’obiettivo del pareggio di bilancio quanto prima. Oggi mi parrebbe irresponsabile creare condizioni affinché non passino riforme che rivestono una grande importanza per San Marino, da tempo attese, che abbiamo il dovere di adottare anche per allineare il Paese alle migliori pratiche internazionali”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento