Home FixingFixing Terremoti? A San Marino non esiste una legge antisismica. Cosa accadrebbe?

Terremoti? A San Marino non esiste una legge antisismica. Cosa accadrebbe?

da Redazione

L’Emilia produttiva è in ginocchio, ci si interroga su tutti quei capannoni che sono letteralmente implosi o andati in briciole. A San Marino, a quanto è risultato ad una prima indagine, si è costruito abbastanza bene nonostante tutto. Ma può essere sufficiente? Da Fixing n. 23, in edicola questa settimana.

Terremoto-Emilia-Capannone

 

di Loris Pironi


Dolore e sconcerto. Sono queste le prime parole che vengono alla mente pensando al terremoto in Emilia, a tutti quei morti sotto le macerie dei capannoni. A San Marino sarebbe successa la stessa cosa?

 

La prima storia che vogliamo accennare è quella di Mauro Mantovani, 64 anni, una persona per bene. Un imprenditore serio e apprezzato, come ricordano le cronache. Alle 9.01 di un maledetto martedì mattina è stato travolto dal crollo del capannone della Aries di Mirandola, la sua azienda, la sua creatura, che avrebbe voluto far ripartire dopo il terremoto di pochi giorni prima.

La seconda storia è quella della Haemotronic di Medolla. Siamo proprio sopra l’epicentro, qua il sisma ha fatto una strage. Quattro vittime, una ventina i superstiti scampati letteralmente alla morte per un soffio. Una lotta contro il tempo durata otto ore per estrarre dalle macerie corpi senza vita.

La terza storia è quella di don Ivan Martini. Aveva 65 anni. Era stato un sostegno per tutta la sua comunità in occasione del terremoto del 1996. Parroco della chiesa di Santa Caterina, a Rovereto, è stato travolto da una trave staccatasi dal soffitto al momento della scossa più forte. Stava cercando di portare in salvo una statua della Madonna e gli ultimi oggetti religiosi custoditi in una chiesa ormai pericolante.

Sono tre storie che racchiudono il senso di una comunità, di una terra ferita ma non uccisa, malgrado tutto. Malgrado abbia perso i propri simboli, spazzati via in pochi secondi, malgrado gli sia impedito ciò che meglio sa fare, cioè agire, operare, rimboccarsi le maniche, lavorare.

Il sisma che ha inferto alla terra dl’Emilia un uno-due micidiale in pochi giorni è il dramma del lavoro. Chi ha pagato più a caro prezzo i capricci del destino sono operai, tecnici e imprenditori. Oggi è il tempo del pianto, ma è anche il tempo delle responsabilità. E ci si interroga sulle eventuali responsabilità. La Procura di Modena aprirà un fascicolo per appurare di chi è la colpa di quei capannoni che si sono letteralmente sbriciolati, per vedere se si è costruito rispettando le norme antisismiche. “La politica industriale a livello nazionale sulla costruzione di questi fabbricati è una politica suicida”, ha ribadito il Procuratore Capo Vito Zincani.


E a San Marino?

In Romagna e a San Marino il terremoto ha colpito di riflesso. Ciò che è accaduto in Emilia, a una manciata di chilometri di distanza non è minimamente confrontabile. Però ci si chiede che cosa accadrebbe se si verificasse una situazione analoga. Del resto il Titano è in una zona a rischio sismico ancora più elevato rispetto a quella della Pianura Padana. San Marino Fixing ha affrontato la questione, ed è emersa una verità sconcertante. In Repubblica non esiste una legge che prende in esame il rischio sismico. Malgrado questo, sul finire degli anni Ottanta, si diede vita ad uno studio per giungere a uno standard nelle costruzioni che tenesse conto comunque del rischio di sismicità. Ad ascoltare le parole degli esperti a San Marino si è costruito abbastanza bene nel corso degli anni, anche senza avere una legge a cui fare riferimento. Poi è scontato che eventi naturali imprevedibili come i terremoti possono mandare a carte quarantotto qualsiasi ragionamento. Del resto sul Titano ce ne si è accorti questo inverno, quando diverse strutture assolutamente a norma secondo la legge hanno subito danni ingenti in virtù di una nevicata che a ben diritto può essere archiviata come straordinaria.

Poi è scontato anche che ci si augura che ciò che è successo in Emilia da queste parti non succeda mai.

Però la questione è delicata. Ed è un dovere morale porre un interrogativo sulla questione. Le strutture che ospitano le imprese di San Marino sono adeguate per resistere ad un sisma come quello che ha colpito l’Emilia? Possono essere prese delle precauzioni aggiuntive? E fino ad ora abbiamo parlato soltanto delle imprese, dei capannoni, ma il discorso andrebbe allargato anche alle civili abitazioni. E ci sarebbe da domandarsi se forse non sarebbe il caso di dare vita ad una normativa antisismica all’avanguardia sul Titano. Comunque sia, Fixing approfondirà l’argomento sui prossimi numeri del nostro settimanale.

 

Pastorelli, (Del Conca) nessun danno

Il Gruppo Del Conca intanto rassicura sulla situazione della struttura della controllata Pastorelli, ubicata a Savignano sul Panaro (quindi non nelle zone dell’epicentro ma piuttosto vicino). Molta paura per le scosse di terremoto ma, fortunatamente, l’azienda non ha subito danni.

 

Fotoservizi, video e aggiornamenti on line

La nostra redazione segue e continuerà a seguire l’evolversi della cronaca del sisma che ha colpito l’Emilia anche sui nostri portali internet, www.sanmarinofixing.com e www.sanmarinoweb.com.

Un impegno multimediale che si concretizza con servizi giornalistici in tempo reale, approfondimenti, fotogallery e video per dare una panoramica completa a 360°.

 


Aiuti e contributi

 

Per aiutare le popolazioni colpite dal sisma, informa la Regione Emilia-Romagna, è attivo un servizio di sms solidale: al numero 45500 si possono donare due euro. Chi, invece, volesse comunque fare donazioni di beni materiali potrà contattare le grandi organizzazioni di volontariato che già sono attive (come Croce Rossa, Caritas, Associazioni nazionale degli alpini o simili).

Per chi desidera impegnare in prima persona il proprio tempo e le proprie competenze, è invece necessario rivolgersi alle associazioni di volontariato locali.

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