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Studi di settore, ecco i dati che contribuiscono alla formazione

da Redazione

Il Dipartimento delle Finanze pubblica le statistiche relative alle dichiarazioni IVA, alle dichiarazioni dei redditi delle Società di Persone, degli Enti Non Commerciali, delle Persone fisiche titolari di partita Iva, agli atti di registro e delle successioni e, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate e la So.Se. Spa, le statistiche sui dati comunicati ai fini degli Studi di Settore. Si tratta di dichiarazioni e dati trasmessi dai contribuenti nel 2011 e relativi al periodo d’imposta 2010.

 

STUDI DI SETTORE

L’applicazione degli Studi di settore ha riguardato 3,482 milioni di soggetti (per il 63% persone fisiche), con un calo dello 0,42% rispetto all’anno precedente, dovuto principalmente alle crescenti adesioni al regime dei contribuenti minimi che non prevede l’applicazione degli Studi di Settore.

In linea con la temporanea ripresa economica, nel 2010 si segnala un aumento dei ricavi/compensi dichiarati pari all’1% rispetto all’anno precedente (798,2 miliardi di euro il totale dichiarato) , con andamenti differenziati all’interno dei settori: il settore manifatturiero, che aveva subito il calo maggiore nel 2009 è quello che mostra un recupero maggiore (+1,9%), seguito dal settore delle attività professionali (+1,7%) e dal settore dei servizi (+1%), mentre è stabile il settore del commercio (+0,1%).

Il reddito medio dichiarato è risultato pari a 27.300 euro per le persone fisiche (+3,1% rispetto al 2009), 37.500 per le società di persone (+4.3%) e 31.600 per le società di capitali ed enti (+19,7%).

Ponendo l’attenzione sull’attività esercitata, il reddito medio dichiarato più elevato si è registrato nel settore delle attività professionali (49.500 euro) seguito dal settore dei servizi (26.900 euro), dal settore delle attività manifatturiere (29.200 euro), mentre il reddito medio dichiarato più basso si è registrato nel commercio (20.400 euro).

Analizzando le composizioni percentuali dei valori dichiarati è interessante notare che le società di capitali, pur dichiarando la metà del totale dei ricavi o compensi, dichiarano solo il 17,8% del totale dei redditi; al contrario le persone fisiche, pur dichiarando solo il 26,9% dei ricavi o compensi totali, dichiarano il 57,3% dei redditi totali.

Un confronto tra i livelli di reddito medio dei soggetti congrui e non congrui evidenzia differenze molto elevate: escludendo i soggetti di minori dimensioni1, si passa complessivamente da un reddito medio di 43.200 euro per i soggetti congrui ad una perdita media di 900 per quelli non congrui2.

Tutti i dati sugli Studi di Settore, compresi i redditi medi per singolo studio, sono disponibili sul sito www.finanze.gov.it seguendo il percorso: dati e statistiche fiscali/studi di settore.

 

DICHIARAZIONI IVA

Sono circa 5,122 milioni i contribuenti che hanno presentato la dichiarazione Iva per l’anno d’imposta 2010, con un calo (-1%) rispetto all’anno precedente, dovuto principalmente alla mancata presentazione della dichiarazione da parte dei soggetti in “regime dei minimi”, la cui adesione nel 2010 è in crescita del 14,4% rispetto all’anno precedente3.

Dall’analisi dimensionale si evidenzia la concentrazione del volume d’affari: i contribuenti con volume d’affari oltre 7 milioni di euro (circa lo 0,85% del totale, prevalentemente società di capitali) detengono circa il 66% del totale.

Dal confronto con l’anno precedente emerge che sia il volume d’affari complessivo dichiarato (pari a 3.105 miliardi di euro) che gli acquisti ed importazioni (pari a 2.503 miliardi di euro) hanno subito una ripresa rispettivamente del 3,80% e del 6,87%4. La ripresa del volume d’affari (+114 miliardi di euro) è attribuibile principalmente a due settori: “Attività manifatturiere” e “Commercio all’ingrosso e al dettaglio”;

L’Iva di competenza dell’anno d’imposta, intesa come saldo tra Iva a debito e Iva detraibile, mostra un incremento del 3%, fenomeno dovuto esclusivamente alle società di capitali (+4,17% rispetto al 2009).

Relativamente alle sezioni di attività economica si rileva che il settore “Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli” è quello maggiormente rappresentativo della platea dei contribuenti (25%) e detiene la quota maggiore sia del volume d’affari (30%) sia dell’Iva di competenza (35%).

Dal punto di vista territoriale, per regione e per area geografica di residenza dei contribuenti, si osserva che al Nord-ovest viene dichiarato il 39,56% del volume d’affari complessivo e si produce il 44,48% dell’Iva di competenza.

Dal confronto con l’anno precedente emerge che il Nord-ovest e le Isole hanno avuto un incremento del volume d’affari, rispettivamente del 7,06% e 4,45%, maggiore rispetto al dato nazionale (+3,8%).

La Basilicata è l’unica regione con l’Iva di competenza negativa.

Interessante è il dato del “credito utilizzato in compensazione nel modello F24” nel corso del 2010 (c.d. compensazione orizzontale) relativo al credito risultante dalla dichiarazione per il 2009.

È il primo anno in cui tale variabile subisce una forte contrazione (-39,05%) passando da 16,5 a 10,1 miliardi di euro, con una riduzione di credito utilizzato in compensazione con altre imposte di oltre 6 miliardi di euro. Tale rilevante riduzione si ritiene dimostri l’efficacia dell’introduzione di nuove regole per compensare nel modello F24 i crediti Iva5, che si inserisce nell’attività di contrasto al fenomeno delle indebite compensazioni.

Confrontando il “Totale Iva a credito” nel triennio 2008, 2009 e 2010 si rileva che nell’ultimo anno tale variabile rimane ai livelli del 2009, passando da 43 a 44 miliardi di euro, rimanendo distante dai circa 50 miliardi di euro del 2008.

Nelle dichiarazioni del 2010 l’importo dell’Iva a credito da Computare in compensazione e/o in detrazione nell’anno successivo ha subito un leggero incremento del 2,39% (da 38,0 a 38,9 miliardi di euro), mentre gli importi richiesti a rimborso annuale sono aumentati del 5,40% (da 4,8 a 5,1 miliardi di euro).

 

SOCIETA’ DI PERSONE

Le dichiarazioni pervenute nel 2011, relative all’anno d’imposta 2010, sono 993.284 evidenziando una diminuzione del numero di dichiaranti pari all’1,28%, in linea con l’andamento dell’anno precedente e coerente con il corrispondente incremento del numero delle società di capitali negli ultimi anni.

Il reddito medio dichiarato dalle società di persone, pari a 41.960 euro, subisce un incremento dello 0,41% rispetto all’anno precedente (in controtendenza alla contrazione di circa il 6,78% del 2009 rispetto al 2008).

Tra i settori economici l’incremento più rilevante del reddito d’impresa si è registrato nel settore “manifatturiero” (+3,12% pari al 72% dell’incremento totale), nel settore “Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione” (+2,91%) e nel settore “Attività immobiliari” (+2,14%), mentre il settore del “commercio all’ingrosso e al dettaglio” è stabile (+0,20%). Di converso il settore delle “Costruzioni” continua registrare una contrazione (-2,03%).

Tutti i dati statistici e le analisi sono disponibili sul sito www.finanze.gov.it seguendo il percorso dati e statistiche fiscali / dichiarazioni.

 

 

 

NOTE

1 Ossia le persone fisiche con ricavi/compensi inferiori a 30.000 euro.

2 Si ricorda che un contribuente è congruo se i ricavi o i compensi dichiarati sono uguali o superiori a quelli stimati dagli Studi di Settore, tenuto conto delle risultanze derivanti dall’applicazione degli indicatori di normalità economica.

3 Il regime dei minimi introdotto nel 2008 con la Legge 244/2007 è stato utilizzato nel 2010 da circa 717.500 soggetti.

4 Tale andamento è in linea con quanto riportato nel Rapporto Annuale Istat 2010 al paragrafo ‘1.3 ‘La crescita dell’economia italiana e il ruolo della domanda’: ‘Durante la ripresa tutte le altre componenti della domanda interna hanno mostrato una discreta tonicità: dopo la riduzione del biennio precedente, nel 2010 i consumi privati hanno fornito un contributo alla crescita del Pil di sei decimi punto, mentre è emerso un primo recupero degli investimenti e una ricostruzione importante delle scorte.’


Fonte: MEF

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